Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Giugno 2010 - Volume XIII - numero 6
M&B Pagine Elettroniche
Casi indimenticabili
Milza
contorsionista
Clinica
Pediatrica, SOC Pronto Soccorso, IRCCS “Burlo Garofolo”,
Trieste
J. è
una bambina di 8 anni, che viene portata in pronto soccorso per
la comparsa dalla sera precedente di diversi episodi di vomito e
da due giorni di un dolore addominale diffuso intermittente. La
bambina non presenta febbre e non ha presentato scariche
diarroiche. All’esame obiettivo riscontriamo una massa
palpabile in ipocondrio sinistro, compatibile con una milza
aumentata di volume, ma leggermente destro-posta. Per il resto
l’esame obiettivo risulta negativo, in particolare senza
presenza di epatomegalia o di linfonodi palpabili.
Inizialmente
eseguiamo una serie di esami ematochimici di primo livello per
indagare le eventuali cause di splenomegalia (emocromo,
reticolociti, VES, PCR, LDH, bilirubina, transaminasi, gGT,
immunoglobuline, fosfatasi acida).
La
mamma della bambina poi ci riferisce che i dolori addominali sono
iniziati dopo una sessione di allenamento di tuffi dal trampolino
da 3 metri; sport che la bambina ha iniziato a praticare da
qualche mese. Per escludere una rottura di milza eseguiamo una
ecografia dell’addome che conferma la presenza di una
splenomegalia importante (diametro longitudinale di 14,5cm) e
inoltre rivela la presenza di una piccola falda di liquido nello
scavo del Douglas.
I
risultati degli esami ematici eseguiti risultano nella norma, in
particolare l’emoglobina è buona (Hb 12,7g/dl),
perciò in accordo con il chirurgo chiamato in consulenza
decidiamo di tenere la bambina in osservazione temporanea per
monitorarne le condizioni cliniche e per controllare l’andamento
dei livelli di Hb.
Nei
successivi controlli la milza, aumentata di volume, risulta
sempre ben palpabile in ipocondrio sinistro. La tratteggiamo con
un pennarello. La bambina a ogni visita accusa forti dolori
addominali, trovando sollievo se si gira e riposa sul fianco
destro. Nel frattempo arriva la sera e la bambina si addormenta.
Durante la notte la piccola si sveglia diverse volte accusando
dolori addominali, ma gli esami ematici ripetuti risultano sempre
nei limiti della norma.
La
mattina seguente all’esame obiettivo la sorpresa:
In
ipocondrio sinistro non è più palpabile la milza,
tanto che le mani affondano bene in addome all’interno dei
margini tratteggiati con il pennarello, mentre si palpa una massa
in sede sotto-epatica in ipocondrio destro. Sospettiamo perciò
la presenza di una wandering spleen.
La
wandering spleen è una rara condizione causata da
un’eccessiva lunghezza del peduncolo vascolare e/o da una
lassità o cedimento dei legamenti che tengono in sede la
milza, che ne comporta la discesa in addome, alle volte
addirittura nella pelvi, con rischio di torsione del peduncolo e
conseguente infarto splenico.
Eseguiamo
una seconda ecografia che conferma lo spostamento a livello
centro-addominale della milza. Mentre stiamo per eseguire una TAC
con mezzo di contrasto per visualizzare l’organo in tutte
le sue parti, la bambina accusa una grave crisi di dolore
addominale tanto da imporci di sedarla per concludere l’esame.
La TAC visualizza una milza molto aumentata di volume di aspetto
omogeneo in sede centro addominale con una torsione del peduncolo
vascolare, probabilmente avvenuta sotto i nostri occhi.
La
bambina viene condotta in sala operatoria. I chirurghi si trovano
di fronte a una doppia torsione del peduncolo vascolare della
milza che risulta estremamente lungo e tortuoso e a una porzione
della milza stessa che risulta infartuata. Nell’impossibilità
di un riposizionamento in sede dell’organo viene eseguita
una splenectomia totale.
La
bambina si è ripresa bene dall’intervento ed è
stata dimessa senza complicazioni.
Non
possiamo escludere che il praticare tuffi dal trampolino come
sport abbia contribuito in questo caso, alla insorgenza della
wandering spleen. |
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