Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Dicembre 2009 - Volume XII - numero 10
M&B Pagine Elettroniche
Casi indimenticabili
Pianto
inconsolabile nel lattante: la causa può essere in 'aeroporto'
UO
Pediatria II, Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana
Descrizione
del caso: T. è una lattante di 2 mesi, nata da 3°
gravidanza (prima gravidanza con interruzione volontaria alla 20°
settimana di gestazione per feto affetto da trisomia 13, seconda
gravidanza con aborto spontaneo alla 5° settimana di
gestazione), normodecorsa ed espletata a termine con parto
eutocico. Alla nascita la bambina presentava parametri vitali
nella norma con un peso, una lunghezza e una circonferenza
cranica al 50° percentile.
T.
viene allattata con latte materno e presenta un accrescimento
regolare fino al 40° giorno di vita quando, per la comparsa
improvvisa di pallore al volto e alle mani, associati a
pianto inconsolabile, è stata condotta presso il
PS, dove è stata dimessa con diagnosi di lieve iperemia
faringea.
Il
giorno successivo, per il persistere della sintomatologia e la
comparsa di due episodi di vomito alimentare è stata
nuovamente condotta presso il PS dove è stata riscontrata
dolorabilità alla pressione del trago bilateralmente. Il
giorno successivo T. ha presentato nuovamente un episodio di
pianto inconsolabile associato a ridotta assunzione di latte
materno. Per tale motivo viene ricoverata per accertamenti.
Al
momento del ricovero la piccola presentava condizioni generali
discrete, pianto inconsolabile, iperestesia diffusa,
dermografismo rosso accentuato, TC 37,5 °C. L’addome
era trattabile ma dolorabile alla palpazione su tutti i
quadranti. L’esame dell’apparato cardio-respiratorio
e neurologico erano nella norma per l’età, la
fontanella si presentava normotesa. Alvo regolare.
Una
ecografia addominale rivelava la presenza di anse
intestinali distese a contenuto liquido con peristalsi
conservata, in assenza di versamento libero in cavità
addominale.
Il
giorno successivo, per il persistere di pianto inconsolabile e
iperestesia diffusa, con TC 37,5 °C, sono stati eseguiti
esami ematici che hanno dimostrato leucocitosi neutrofila (GB
17.700/mm3, N 51,6%), piastrine (788.000/mm3), lieve
iperbilirubinemia (1,59 mg/dl), AST 167 U/l, ALT 102 U/l, γ-GT
520 U/l, PCR 59 mg/l. Gli esami fecali risultano positivi per la
presenza di norovirus. Durante il ricovero la bambina ha
presentato 4 scariche diarroiche abbondanti.
Dall’anamnesi
emerge che la bambina era condotta abitualmente in luoghi
piuttosto affollati (aeroporto, dove il padre possiede un
negozio) e che in tali occasioni veniva a contatto con numerose
persone, sia locali che di passaggio.
Per
la scomparsa della febbre, del pianto inconsolabile, della
diarrea, del vomito e la ripresa di un’alimentazione
adeguata T. è stata dimessa dopo 6 giorni di ricovero.
Dal
momento della dimissione le condizioni della bambina si sono
sempre mantenute buone e i controlli ematici successivi hanno
mostrato una progressiva normalizzazione di tutti i parametri di
laboratorio tranne che per i valori di γ-GT che
persistevano elevati fino a circa 1 mese dopo il ricovero. I
valori di transaminasi si sono invece normalizzati dopo 15 giorni
dalla dimissione.
Commenti
Dopo
il caso in oggetto è stata rilevata la presenza del
norovirus in altri 4
bambini, di età compresa tra i 4 mesi e i 4 anni,
ricoverati presso il nostro reparto per gastro-enterite acuta
negli ultimi 2 mesi. Tale virus può determinare un quadro
di gastroenterite acuta importante, con una gravità
che è inversamente proporzionale all’età.
Il
caso in oggetto ha mostrato un particolare interesse soprattutto
per il coinvolgimento epatico. In letteratura non sono
riportate associazioni tra aumento delle transaminasi e della
γ-GT e infezione da norovirus. Un altro aspetto
interessante è la modalità del contagio nella
nostra paziente. Data la piccola età di T.,
l’alimentazione esclusivamente a base di latte materno, lo
stato di benessere materno (esami fecali nella norma) e l’assidua
frequentazione di luoghi affollati la bambina ha probabilmente
contratto l’infezione per via aerosolica.
Dal
caso in oggetto emerge che la ricerca del norovirus nelle feci
debba essere eseguita anche quando la sintomatologia
gastrointestinale è aspecifica, anche nei lattanti. |
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