Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Maggio 2009 - Volume XII - numero 5
M&B Pagine Elettroniche
Casi indimenticabili
Non
solo ADHD...
UO
Neuropsichiatria Infantile, IRCCS “Burlo Garofolo”,
Trieste
Un
ragazzo di dodici anni giunge alla nostra osservazione per
difficoltà di apprendimento e di comportamento. I suoi
guai sono iniziati già durante la frequenza della scuola
materna, quando veniva spesso richiamato per la sua esuberanza e
sono continuati alle elementari, quando sono emerse significative
difficoltà di apprendimento. Il ragazzino è stato
dapprima bocciato in quarta elementare, poi, visto che non era
comunque in grado di seguire adeguatamente il programma
scolastico e che il comportamento era sempre ingestibile, gli è
stato attribuito un sostegno scolastico (nonostante un livello
intellettivo nell’ambito della norma).
Oltre
al sostegno, è stata instaurata una terapia psicologica
individuale. Ciononostante il comportamento non migliora: il
ragazzo è quasi incontrollabile, tanto a scuola quanto a
casa. Secondo uno schema classico, il ragazzo viene emarginato
dai coetanei e ripetutamente criticato dagli adulti, nei
confronti dei quali diventa progressivamente oppositivo. I
genitori sono sempre più esauriti e contemporaneamente
preoccupati per il futuro: hanno tuttavia sentito parlare
dell’ADHD e chiedono che questa ipotesi sia verificata.
Al
colloquio e alla valutazione dei risultati dei test psicologici
segue l’esame obiettivo. L’esame neurologico mostra
soltanto un minimo impaccio motorio (abbastanza frequente tra i
ragazzi con ADHD in comorbilità con difficoltà
specifiche di apprendimento), ma a livello cutaneo si rilevano
alcune chiazze caffelatte. L’esame dermatologico chiarisce
che le chiazze, piccole ma sufficientemente numerose, associate
al freckling ascellare, sono sufficienti per porre diagnosi di
neurofibromatosi di tipo 1 (NF1). Gli accertamenti del caso
vengono completati, poi, vista l’entità dei
problemi, si propone di associare una terapia con metilfenidato
agli interventi già in atto.
La
terapia farmacologica a 20 mg/die è il “quid”
che fa pendere finalmente la bilancia in senso positivo: la
situazione migliora soprattutto a scuola. Non vengono riferiti
effetti collaterali. Il ragazzo percepisce che qualcosa in lui è
cambiato in meglio. L’ADHD e le difficoltà
specifiche di apprendimento interessano fino al 50% dei ragazzi
con NF1, tanto che nei protocolli per il follow-up in età
pediatrica si suggerisce un’opportuna valutazione dei
prerequisiti per l’apprendimento fin dall’età
prescolare. La terapia farmacologica è spesso efficace.
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