Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Febbraio 2008 - Volume XI - numero 2
M&B Pagine Elettroniche
Contributi Originali - Casi contributivi
Panniculite
lobulare in malattia di Crohn
Dipartimento
di Pediatria, Università di Firenze, Ospedale Meyer, Firenze
Indirizzo
per corrispondenza: paolo.lionetti@unifi.it
Lobular
panniculitis in Crohn's disease
Key
words
Lobular
panniculitis, Crohn's disease, Thalidomide
Summary
The
Authors present a case of a 17 year-old patient with a 7-year
history of Crohn's disease which had been controlled with
azathioprine. The patient was admitted to our Clinic because he
presented painful nodules on the leg. At the time of admission
abdominal pain was occasionally present. On examination he
presented tender, indurate, erytematous nodules on the extensor
aspects of the left leg. Skin biopsy of a representative nodule
revealed lobular panniculitis. Colonoscopy showed active mucosal
lesions and ileal substenosis. The patient was included in a
randomized controlled double-blind multicentric study with
thalidomide. The patient received thalidomide from the beginning
and in six weeks the skin nodules responded well to the treatment |
Riportiamo
il caso di un ragazzo di 17 anni affetto dall'età di 10 anni
da malattia di Crohn, trattata con azatioprina, che viene alla
nostra attenzione per la comparsa di una lesione cutanea dolente alla
gamba sinistra. Il ragazzo presentava, inoltre, dolori addominali con
limitazione delle attività quotidiane. La valutazione
endoscopica ha evidenziato attività di malattia e valvola
ileocecale substenotica. La biopsia della lesione cutanea ha mostrato
un quadro di panniculite lobulare. E' stata esclusa
l'opportunità di una terapia con Infliximab per il possibile
peggioramento della stenosi. E' stata decisa, quindi, una diversa
opzione terapeutica con talidomide inserendo il paziente in uno
studio multicentrico controllato in doppio cieco tuttora in corso. Il
paziente, per randomizzazione, ha ricevuto da subito il farmaco
talidomide e dopo sei settimane di terapia ha presentato remissione
clinica con scomparsa della lesione cutanea.
Un
paziente di 17 anni, affetto da malattia di Crohn (MC), viene
alla nostra attenzione per la comparsa di una lesione cutanea
rotondeggiante, infiltrata e dolente alla gamba sinistra. Il ragazzo
presenta, dall'età di 10 anni, una storia di MC con
localizzazione ileocolica, che è stata trattata con nutrizione
enterale, cicli di steroidi, antibiotici e che ha necessitato di
terapia immunosoppressiva con Azatioprina, introdotta dopo 6 mesi
dalla diagnosi.
Al
momento del ricovero il bambino lamentava dolori addominali
con limitazione delle attività quotidiane, Pediatric
Crohn's Disease Activity Index (PCDAI): 27.5 (malattia in
remissione <10). A livello della gamba
sinistra, in regione tibiale anterolaterale, il ragazzo presentava
una lesione cutanea infiltrata e dolente
(Figura 1).
Gli esami ematici hanno mostrato un modico aumento
degli indici di flogosi, l'ecografia dell'addome con studio dello
spessore delle anse intestinali ha documentato inspessimento delle
pareti dell'ultima ansa ileale e del tratto prossimale
dell'ascendente e il ceco con aumento della vascolarizzazione.
Al fine
di una rivalutazione endoscopica dell'intestino tenue era
stata decisa l'esecuzione di una endoscopia capsulare, che tuttavia
non è stato possibile effettuare perché il ragazzo ha
manifestato una sintomatologia subocclusiva dopo ingestione di
capsula patency. E' stato deciso di eseguire una rivalutazione
endoscopica per valutare l'attività di malattia. La
gastroscopia è risultata nella norma fino al cieco dove è
stata evidenziata una area adiacente alla valvola ileo-cecale con
ulcerazioni lineari ed aspetto ad acciottolato. La valvola ileocecale
è risultata substenotica e non penetrabile con lo strumento.
Al fine
di un chiarimento diagnostico viene effettuata una biopsia cutanea
della lesione sulla gamba. I reperti microscopici dei prelievi
bioptici hanno mostrato la presenza di un infiltrato prevalentemente
lobulare costituito da istiociti schiumosi e da rari granulociti
neutrofili, l'esame istologico ha mostrato un quadro di panniculite
lobulare.
In
considerazione del quadro endoscopico, dei dolori addominali e della
panniculite associata è stato deciso di modificare il regime
terapeutico in corso. E' stata valutata l'opportunità di
una terapia con Infliximab che è stata tuttavia esclusa per la
presenza della stenosi. E' stato quindi deciso di inserire il
paziente in uno studio multicentrico randomizzato controllato in
doppio cieco con talidomide, tuttora in corso, che per
randomizzazione il paziente ha effettuato da subito con il farmaco
talidomide. Con il nuovo regime terapeutico il ragazzo, dopo sei
settimane di trattamento alla dose di 100 mg/die, ha presentato un
evidente miglioramento clinico con completa scomparsa della lesione
cutanea (Figura
2) e riduzione degli indici di flogosi (PCDAI 0).
L'esame endoscopico di controllo ha mostrato un miglioramento delle
lesioni precedentemente osservate a livello della mucosa ileocecale.
Manifestazioni
extraintestinali sono spesso presenti in pazienti con malattie
infiammatorie croniche intestinali (MICI). L'associazione tra
manifestazioni cutanee e MC è ben documentata in letteratura;
l'incidenza di questa associazione varia dal 2 al 34%. Le più
comuni alterazioni cutanee associate alle MICI sono il pioderma
gangrenoso, l'eritema nodoso, e il Crohn metastatico1,2.
La
lesione cutanea del nostro paziente non sembra ricordare un eritema
nodoso, quanto piuttosto una manifestazione cutanea più
superficiale e più estesa con probabile evoluzione verso il
pioderma gangrenoso. All'esame obiettivo il ragazzo presentava una
lesione caratterizzata da noduli rossi, caldi, del diametro inferiore
ai 3 cm, comparsi all'improvviso sulla superficie tibiale della
gamba sinistra. L'esame istologico ha inquadrato questa
manifestazione come una panniculite lobulare. I reperti
microscopici hanno rilevato un infiltrato prevalentemente lobulare
costituito da istiociti schiumosi e da rari granulociti neutrofili.
La gravità della lesione cutanea non sembra essere correlata
con le lesioni intestinali di questi pazienti3, inoltre le
manifestazioni cutanee possono precedere, accompagnare o essere
successive alla diagnosi di malattia di Crohn4,5.
In
letteratura le lesioni cutanee di pazienti con MICI sono
trattate con corticosteroidi locali o sistemici, antibiotici per via
topica o per via orale o con terapie immunosopressive6,7.
In considerazione del fallimento delle precedenti terapie steroidee e
immunosoppressive e in previsione di modificare il regime terapeutico
in corso, è stata valutata l'opportunità di terapia
con Infliximab. Questo trattamento, pur essendo molto efficace
nell'indurre la remissione clinica, endoscopica e delle
manifestazioni extraintestinali associate, può peggiorare la
stenosi per una rapida guarigione8. Considerando che il
paziente presenta una substenosi della valvola ileocecale, è
stata decisa una diversa opzione terapeutica con l'utilizzo della
talidomide alla dose di 100mg/die inserendo il paziente in uno studio
multicentrico controllato in doppio cieco tuttora in corso.
La
talidomide è un farmaco tristemente noto per il rischio
di teratogenicità9 e la sua riscoperta come farmaco
antinfiammatorio e immunomodulante è relativamente recente. Il
suo impiego, prevalentemente sperimentale, riguarda patologie
tumorali e malattie infiammatorie, in particolare a livello di cute e
mucose10,11.
L'uso
di questo farmaco richiede un attento follow up del paziente per la
possibile insorgenza di neuropatia12. L'efficacia e la
sicurezza della talidomide nelle MICI è stata valutata in
recenti studi clinici a breve e a lungo termine, relativi a
casistiche di adulti13,14 e bambini e adolescenti15,16.
L'uso di questo farmaco si è dimostrato efficace
nell'indurre remissione clinica ed istologica nel 40-90% dei
pazienti, e nel permettere la riduzione dello steroide nel 60-100%
dei casi.
Nel
nostro caso il paziente dopo 6 settimane di terapia ha presentato una
remissione clinica con scomparsa della lesione cutanea.
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