Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Febbraio 2012 - Volume XV - numero 2
M&B Pagine Elettroniche
Caso contributivo
Una bambina con sanguinamento intestinale cronico occulto: utilità e limiti della videocapsula endoscopica
Dipartimento
di Scienze per la Salute della Donna e del Bambino, Università
degli Studi di Firenze, AOU Meyer, 1UO Gastroenterologia,
AOU Careggi, Firenze
Indirizzo
per corrispondenza: paolo.lionetti@unifi.it
A child with chronic hidden intestinal bleeding: usefulness and
limits of the video capsule endoscopy
Key words Meckel's
diverticulum, Congenital vitello-intestinal duct, video capsule
endoscopy
Abstract
Meckel's
diverticulum is the most common congenital malformation of the
gastrointestinal tract due to persistence of the congenital
vitello-intestinal duct. Bleeding from Meckel's
diverticulum due to ectopic gastric mucosa is the most common
clinical presentation, especially in the paediatric age group. It
is still frequently misdiagnosed preoperatively. The authors
introduce the case of a 14-year-old child who presented with
severe anaemia, syncope, rectal bleeding, and no abdominal pain.
The patient underwent extensive workup including upper
gastrointestinal endoscopy, ileo-colonscopy, technetium-99m
pertechnate scan and ultrasound scan that proved inconclusive in
determining a source of bleeding. Small bowel capsule endoscopy
was performed twice: the first time it disclosed the presence of
a small bowel angiodisplasia that was supposed to be the cause of
the gastrointestinal obscure bleeding. The second time it
detected a stenotic structure of the lower ileum and shallow
ulcers on the edge of the stenosis. Laparoscopy was performed,
identifying Meckel's diverticulum, and the patient
underwent a small bowel resection. |
Riportiamo
il caso clinico di una bambina di 14 anni giunta per la prima volta
alla nostra attenzione per un episodio di lipotimia e vertigine. La
paziente è affetta da sindrome di Axenfeld Rieger, una rara
sindrome autosomica dominante che compromette lo sviluppo di denti,
occhi e regione addominale. All'ingresso in pronto soccorso gli
esami ematici mostravano Hb 6,9 g/dl, MCV 67,4, Ht 26,5% e ferritina
indosabile; per tale motivo è stato deciso di predisporre il
ricovero. All'ingresso in reparto la paziente si presentava
apiretica e in condizioni cliniche discrete. L'esame obiettivo
risultava nella norma eccetto l'intenso pallore cutaneo e il
riscontro di un soffio sistolico all'auscultazione cardiaca.
Dall'anamnesi patologica remota emergeva scarso accrescimento
ponderale (< 3° percentile) con regolare accrescimento
staturale (intorno al 10°-25° percentile) fin dai primi mesi
di vita. La bambina aveva già eseguito, nei mesi precedenti il
ricovero, numerosi accertamenti fra cui test del sudore, ormoni
tiroidei, screening per celiachia e RM dell'encefalo, tutti
risultati negativi. L'Rx del polso mostrava un'età
ossea con ritardo di 9 mesi. Dall'anamnesi patologica prossima
risultavano sporadici episodi di evacuazione di feci definite come
'scure' prima del ricovero.
Durante
il ricovero sono stati eseguiti esami ematici dai quali non sono
emerse alterazioni suggestive di emolisi nè emoglobinopatie.
Il sangue occulto fecale risultava invece positivo. L'eco-addome
con studio delle anse intestinali non aveva mostrato ispessimenti nè
altri reperti patologici. Per lo scarso accrescimento era stata
eseguita una consulenza endocrinologica che aveva evidenziato uno
sviluppo puberale ritardato per l'età (B1-2, P1-2), con
esami ormonali nella norma. La bambina è stata dimessa con
diagnosi di anemia microcitica ipocromica ed è stata
prescritta terapia marziale e vitamina C. Circa un mese dopo la
dimissione è stata nuovamente ricoverata per una migliore
definizione diagnostica. Gli accertamenti eseguiti (fra cui ricerca
dell'Helicobacter pylori e gastrinemia) erano tutti
negativi salvo la positività del sangue occulto fecale. I
valori di Hb risultavano migliorati (9,9 g/dl). Durante il ricovero è
stata eseguita scintigrafia intestinale con 99mTc pertecnetato per
sospetto diverticolo di Meckel che non ha evidenziato alcuna
iperattività addominale patologica. Anche l'EGDS e la
colonscopia con prelievo di biopsie non hanno mostrato alterazioni
macroscopiche nè microscopiche. E' stata pertanto
sottoposta a esame con video capsula endoscopica (VCE) che ha
evidenziato la presenza di aree iperemiche di ectasia vascolare di
probabile natura angiodisplasica a livello digiuno-ileale. Mal
visualizzabili sono risultate le porzioni distali dell'ileo per
la presenza di feci. Tale lesione angiodisplasica è stata
ritenuta essere l'origine dello stillicidio ematico ed è
stata posta indicazione a proseguire la terapia marziale. Per la
persistenza, negli anni successivi, di bassi valori di Hb e per la
saltuaria positività del sangue occulto fecale all'età
di 19 anni la ragazza è stata nuovamente sottoposta a esame
con VCE che non ha mostrato la lesione angiodisplasica
precedentemente individuata ma un'immagine compatibile con
un'ulcera circonferenziale con dubbia riduzione di calibro del
lume a livello medio ileale. Il primo sospetto diagnostico è
stato quello di una malattia di Crohn nonostante la negatività
degli indici di flogosi. Per questo sono state nuovamente ripetute
EGDS e colonscopia, che non hanno evidenziato reperti patologici.
Data la difficoltà a identificare la sede del sanguinamento
gastrointestinale, è stata effettuata una laparoscopia
esplorativa che ha mostrato la presenza di un diverticolo di Meckel a
circa 80 cm dalla valvola ileocecale sul versante antimesenterico
(Figura 1).

Figura
1. Immagine, ottenuta con video capsula endoscopica del
diverticolo di Meckel con ulcera peptica circonferenziale.
Il
diverticolo di Meckel deriva dalla incompleta obliterazione del dotto
onfalomesenterico alla 5a-6 a settimana di gestazione ed è
l'anomalia congenita del tratto gastrointestinale più
comune in età pediatrica1. Si tratta di un
diverticolo vero, localizzato generalmente a livello dell'ileo
terminale, (tipicamente a 40-100 cm dalla valvola ileocecale, sul
versante antimesenterico) e vi si trovano rappresentate tutte le
tuniche della parete intestinale2 le sue dimensioni
possono variare tra 1 a 50 cm in lunghezza3.
L'incidenza
del diverticolo di Meckel nella popolazione generale è stimata
intorno al 2-3% ed è la stessa nel sesso maschile e femminile,
tuttavia le complicanze sembrano essere più frequenti nel
sesso maschile con un rapporto di 4:14.
Generalmente
il diverticolo appare rivestito da mucosa ileale; è tuttavia
frequente il rilievo di mucosa gastrica eterotopica nel suo contesto.
Indagini istopatologiche sui pezzi operatori mostrano la presenza di
mucosa gastrica nel 45-80% dei casi1. Più raramente
nel contesto del diverticolo di Meckel si può osservare mucosa
duodenale, colica, pancreatica o addirittura tessuto epatobiliare o
endometriale4.
Le
manifestazioni cliniche possono essere varie: sanguinamento
gastrointestinale, ostruzione e diverticolite sono quelle di più
comune riscontro in età pediatrica1,5. Talvolta
possono associarsi complicanze come ulcerazione, emorragia,
invaginazione intestinale e molto raramente fistole
vescico-diverticolari e tumori (lipomi, carcinoidi, angiomi, sarcomi,
adenocarcinomi)4. In alcuni casi si possono osservare vere
e proprie emergenze medico-chirurgiche, come shock, ostruzione e
perforazione intestinale1, sebbene la maggior parte dei
pazienti rimanga asintomatica per tutta la vita.
I sintomi
e le complicanze, qualora si manifestino, sono più frequenti
in età pediatrica che in età adulta1 e il
rischio sembra ridursi all'aumentare dell'età4.
La
manifestazione clinica più comune è il sanguinamento
gastrointestinale non accompagnato da dolore addominale. La causa
principale del sanguinamento è la secrezione acida da parte
della mucosa gastrica ectopica che causa l'ulcerazione della
mucosa ileale adiacente. Il sanguinamento cronico può portare
ad anemia sideropenica; in alcuni casi è tuttavia possibile
riscontare un'anemia megaloblastica causata dalla dilatazione e
stasi di anse ileali ostruite adiacenti al diverticolo, con
successivo overgrowth batterico e deficit di vitamina B12. La
presenza del sanguinamento, i bassi livelli di ferritina e
l'ipoalbuminemia (dovute anch'esse a un cronico
sanguinamento spesso misconosciuto) possono indurre a sospettare una
malattia infiammatoria cronica intestinale4.
Nei casi
di diverticolo di Meckel che si presentano con occlusione intestinale
o diverticolite (generalmente in pazienti più piccoli) i più
comuni sintomi alla diagnosi sono, invece, dolore addominale e
vomito. Le caratteristiche del dolore addominale possono talvolta
mimare quelle dell'appendicite specie quando il dolore si
localizza a livello del quadrante inferiore destro1.
La
diagnosi preoperatoria del diverticolo di Meckel sintomatico è
ancora oggi una sfida per il pediatra. Charles Mayo era solito dire:
"DM is frequently suspected, often looked for and seldom
found". Questo è ancora più vero per quei
pazienti che si presentano con una sintomatologia diversa dal
sanguinamento4.
La
laparoscopia è l'approccio diagnostico-terapeutico più
affidabile, tuttavia, data la sua invasività, nel sospetto
clinico di diverticolo di Meckel la scintigrafia con Tc99
pertecnetato è la metodica di indagine più comunemente
impiegata. La scintigrafia ha una sensibilità dell'80-90%,
una specificità del 95% e un'accuratezza del 90% in età
pediatrica (sembra invece essere meno affidabile per l'età
adulta)4.
Il Tc99
pertecnetato si comporta in maniera analoga agli ioni cloro e viene
secreto dalle cellule parietali della mucosa gastrica, su questa base
vengono individuate le isole di mucosa gastrica ectopica3,6.
I dati
presenti in letteratura mostrano tuttavia un alto tasso di esami
scintigrafici falsamente negativi per diverticolo di Meckel4,
analogamente a quanto è stato ottenuto per il caso da noi
descritto.
Fra le
altre metodiche diagnostiche va ricordato che l'Rx diretta
addome può essere di ausilio solo per evidenziare complicanze
come ostruzione, perforazione e pneumoperitoneo, mentre il clisma del
tenue raramente permette di visualizzare il diverticolo poichè
l'ostio è frequentemente ostruito a causa dell'edema.
In caso
di emorragia intestinale da diverticolo di Meckel, l'arteriografia
dell'arteria mesenterica superiore può essere dirimente
per sede e causa. L'importante limite di questa metodica è
che consente di evidenziare soltanto sanguinamenti cospicui (almeno
2-3 ml/min).
Anche
l'ecografia può risultare utile in casi selezionati.
L'esame Doppler può mostrare vasi anomali e talvolta
segni di infiammazione della parete del diverticolo3.
Sebbene
non sia indicata come indagine di prima linea, l'esame con VCE
può essere proposto nei casi di forte sospetto clinico di
diverticolo di Meckel, in particolar modo nei casi in cui la
scintigrafia abbia dato risultato negativo.
Alcune
evidenze suggeriscono che la VCE può essere superiore
all'EGDS, alla colonscopia e al clisma del tenue
nell'evidenziare lesioni sanguinanti del piccolo intestino7
e va considerata un'indagine diagnostica di terzo livello da
effettuarsi nel caso in cui la colonscopia e la EGDS con biopsie non
abbiano consentito la diagnosi8. Recenti studi
suggeriscono tuttavia che la VCE rileva un numero maggiore di piccoli
sanguinamenti gastrointestinali e di lesioni infiammatorie del
piccolo intestino rispetto a quelli evidenziabili con l'approccio
combinato EGDS e colonscopia poichè presenta un'alta
sensibilità (93%) ma una specificità molto minore (84%)
con il rischio di un alto numero di falsi positivi9.
Questo
dato non è affatto sorprendente in quanto alla VCE si
evidenziano frequentemente lesioni aspecifiche come aree focali di
eritema o muco e detriti luminali che possono mimare piccole erosioni
o ulcere superficiali9. La VCE può pertanto
risultare in alcuni casi fin troppo sensibile nell'identificare
lesioni della mucosa del piccolo intestino, e può condurre a
diagnosi errata di MICI con gravi conseguenze sia cliniche che
psicologiche10. Nel nostro caso la prima indagine con VCE
è stata fuorviante avendo riconosciuto delle lesioni minime
angiodisplastiche come causa del sanguinamento. C'è da
aggiungere che, per la scarsa toilette intestinale dell'ileo
distale, il primo esame non aveva consentito la visualizzazione
dell'ulcera e del diverticolo di Meckel.
Y. Tanaca
e coll. hanno recentemente pubblicato il caso clinico di un ragazzo
di 20 anni che presentava dolore addominale, sangue nelle feci e
sincope. Il livello di Hb era 8,6 g/dl, EGDS e colonscopia negativa.
L'esame con VCE aveva evidenziato un'immagine
sovrapponibile a quella ottenuta per il caso da noi presentato, la
seconda volta che è stato ripetuto l'esame con VCE,
ovvero un'immagine compatibile con una stenosi dell'ileo
terminale con ulcere alla base della stenosi e stillicidio ematico.
In quel caso la video-capsula era stata ritenuta all'interno
del diverticolo ed era stata successivamente recuperata attraverso un
esame con double ballon enteroscopy11.
Il
trattamento dei casi asintomatici di diverticolo di Meckel
diagnosticati incidentalmente rimane controverso; alcuni Autori
ritengono che sia preferibile intervenire alla luce del rischio non
trascurabile di complicanze (5-6%) e del basso rischio di complicanze
post-chirurgiche 1%3.
Per i
casi sintomatici è indicato l'intervento chirurgico,
preferibilmente per via laparoscopica (minori complicanze, costi e
tempo di degenza). Per i diverticoli di Meckel con base stretta può
essere sufficiente l'intervento di diverticolectomia, mentre
per i casi in cui sia riconosciuta la presenza di tessuto ectopico,
con processi infiammatori o ischemici coinvolgenti la mucosa ileale
adiacente è più indicato l'intervento di
resezione ileale e anastomosi3.
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