Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Novembre 2010 - Volume XIII - numero 9
M&B Pagine Elettroniche
Caso contributivo
Un
caso di eritema multiforme severo ricorrente
1Clinica
Pediatrica, Azienda Ospedaliero-Universitaria S. Anna, Ferrara
2Sezione
di Dermatologia, Azienda Ospedaliero-Universitaria S. Anna, Ferrara
Indirizzo
per corrispondenza: dorianalacorte@libero.it
A
case of severe erythema multiforme
Keywords
Erythema
multiforme, Target lesion, Recurrent
Abstract
Erythema
multiforme is an acute mucocutaneous reaction due to a
hypersensitivity reaction that occurs in response to infections
or medications and it is characterized by target skin lesions. We
report the case of a 3-year-old child with severe erythema
multiforme that presented an early recurrence during the same
hospitalization. We also report a discussion of the pathology. |
|
R., un
bambino di 3 anni e 10 mesi, giunge al nostro Ambulatorio di
Accettazione Pediatrica per eruzione improvvisa di lesioni
papulo-eritematose pruriginose a livello periauricolare sinistro e
sottomentoniero, inizialmente del diametro massimo di 0,5 cm, con
progressiva estensione delle lesioni a livello dell’intero
volto, del tronco e dei quattro arti, con interessamento
palmo-plantare e allargamento degli elementi pomfoidi. Posta diagnosi
di orticaria, si invia il piccolo a domicilio dopo somministrazione
di antistaminico orale.
Nelle ore
seguenti si verifica progressivo rialzo febbrile (T max 38,5 °C)
accompagnato da qualche episodio di vomito. La mattina successiva,
per l’aggravarsi del quadro cutaneo, R. viene nuovamente
condotto presso il nostro Ambulatorio di Accettazione Pediatrica,
dove si decide per il ricovero.
All’ingresso,
R. presenta condizioni generali discrete; sulla cute si apprezzano
elementi eritematosi infiltrati con aspetto polimorfo, confluenti al
tronco; in alcuni è presente una desquamazione centrale
(Figure 1-4). Non sono visibili aspetti
bollosi o emorragici, né risultano compromessi mucose e
orifizi. La restante obiettività cardio-respiratoria e
addominale è nella norma; non sono presenti linfoadenomegalie.
Il faringe è lievemente iperemico.
- Figura 1Figura 2Figura 3Figura 4
Figure
1-4. Manifestazioni cutanee toraco-addominale (1), dorsale (2),
cervico-facciale (3) e palmare (4) di eritema multiforme presentate
dal nostro paziente.
Gli esami
ematochimici, sierologici e colturali mostrano un aumento degli
indici di flogosi (PCR 1,35 mg/dl, VES 27 mm/h) e una pregressa
immunizzazione nei confronti di HSV-1 e 2 e Parvovirus B19.
Il
paziente viene posto in terapia antistaminica e corticosteroidea,
inizialmente per via orale e in seconda giornata per via endovenosa,
per il peggioramento delle condizioni generali (edema diffuso del
volto in particolare periorifiziale e periorbitario, abbattimento e
malessere generalizzato, progressiva inappetenza) e del prurito.
Nel corso
del ricovero si assiste al progressivo sfebbramento del piccolo, fino
all’apiressia, giunta in 7° giornata. Il quadro cutaneo
gradualmente si risolve, con progressiva marginazione e successiva
desquamazione di tutte le lesioni. Congiuntive, cavo orale e orifizio
anale si mantengono sempre indenni.
In decima
giornata R presenta vomito, diarrea e febbre (38,9 °C) di
verosimile natura epidemica (ricerca di antigeni fecali per Rotavirus
risultata positiva); contemporaneamente compaiono nuovi elementi
eritematosi-orticarioidi del tutto simili ai precedenti. L’intero
quadro si risolve autonomamente nei giorni seguenti.
R. viene
dimesso in sedicesima giornata in buone condizioni generali, con
l’eritema primitivo e gli elementi di insorgenza secondaria in
fase di lenta risoluzione.
L’eritema
polimorfo o multiforme (EM) è una reazione mucocutanea
acuta, autolimitantesi, talvolta ricorrente, dovuta a una
ipersensibilità del soggetto nei confronti di talune infezioni
o farmaci e caratterizzata da lesioni cutanee a bersaglio riguardanti
una porzione della superficie cutanea inferiore al 10% ed
eventualmente dal coinvolgimento di una superficie mucosa1.
L’EM
era inizialmente considerato parte di uno spettro più ampio di
reazioni cutanee su base immunologica che comprendeva, in ordine di
gravità, l’eritema minor, l’eritema maior, la
sindrome di Steven Johnson (SJS) e l’epidermiolisi tossica
(sindrome di Lyell). Attualmente è accettato che l’EM,
con il suo minimo coinvolgimento mucosale e cutaneo, sia da
considerarsi un’entità a se stante2.
Eziologia
Lo
sviluppo dell’EM è stato associato principalmente
all’azione di trigger infettivi e farmacologici in soggetti
probabilmente geneticamente predisposti (Tabella
I).
Gli
agenti più comunemente associati a EM sono herpes simplex
virus (HSV), Mycoplasma pneumoniae e alcune specie fungine3.
Una percentuale considerevole di casi di EM viene definita
idiopatica, in quanto privi di una storia clinica suggestiva di
infezione o di assunzione recente di farmaci.
Sembra
che circa il 70% dei casi sia precipitato da una precedente infezione
da HSV. In particolare l’EM ricorrente è spesso
secondario a riattivazione di HSV 1 e 2: gli antigeni e il DNA di HSV
sono presenti infatti nelle porzioni di cute interessata dalle
lesioni ma non nella cute sana circostante4. Tuttavia,
pazienti con EM herpes-associato possono avere riattivazione di HSV
senza EM o EM senza infezione HSV clinicamente apparente. In uno
studio su 63 pazienti con EM, HSV DNA fu rinvenuto (tramite PCR su
campioni bioptici cutanei) nel 60% dei pazienti con diagnosi clinica
di EM da ricorrenza erpetica e nel 50% di pazienti con EM ricorrente
idiopatico. In un altro studio è stato valutato il genotipo di
HSV nelle lesioni cutanee di pazienti con EM associato a herpes:
66,7% dei casi vennero attribuiti a HSV, 1, 27,8% a HSV-2 e 5,6% a
coinfezione HSV-1 e -2. La presenza inoltre di antigeni leucocitari
umani B62, B35 e DR53 è associata a un aumento del rischio di
EM HSV- indotto4,7.
I farmaci
che più spesso sono stati associati a EM sono i barbiturici,
idantoina, FANS, penicillina e sulfonamidi; le reazioni ai farmaci
compaiono 1-3 settimane dopo l’esposizione5.
- InfezioniFarmaciAltro- HSV 1 e 2- Mycoplasma pneumoniae- Mycobacterium tuberculosis- Streptococco di gruppo A- Epatite B- EBV- Francisella turalensis- Yersinia- Enterovirus- Istoplasmosi- Coccidioidomicosi- altri virus (VZV, HCV, CMV, HIV)- Barbiturici- Idantoina- FANS- Penicillina- Antibiotici (penicillina, sulfonamidi, isoniazide, tetracicline, cefalosporine, chinolonici)- Anticonvulsivanti (fenitoina, fenobarbital, carbamazepina, lamotrigina ecc.)- Anti-ipertensivi (captopril, candesartan cilexetil)- Allopurinolo- Metformina- Antidepressivi (bupropione)Neoplasie (leucemia, linfoma)Terapia radianteLuce solareGravidanzaVacccinazioni (difterite, tetano, HBV, vaiolo)EM idiopatico
Patogenesi
La
patogenesi dell’EM non è chiara, ma potrebbe basarsi su
una risposta immune cellulo-mediata specifica dell’ospite verso
uno stimolo antigenico che esita in un danno dei cheratinociti. Il
rilascio di citochine da parte di cellule mononucleate e
cheratinociti può contribuire alla morte delle cellule
epidermiche e alla comparsa dei sintomi costituzionali. Infatti
l’aspetto microscopico mostra un cospicuo infiltrato
linfo-istiocitario con edema. Recentemente è stata messa in
evidenza anche una predisposizione genetica per EM, che colpisce i
soggetti con aplotipo HLA-B15 e DQW35.
Clinica
L’eritema
multiforme sembra comparire maggiormente in pazienti con età
compresa tra 10 e 30 anni, anche se può interessare tutte le
età. L’eruzione è di solito autolimitante e non
si accompagna a sintomi prodromici di rilievo; la risoluzione avviene
di solito entro le due settimane. Le lesioni di un particolare
episodio compaiono tipicamente entro 72 ore dall’esordio e
tendono a rimanere fisse. La maggior parte dei pazienti presenta un
unico episodio, anche se sono possibili le recidive.
L’eruzione
si presenta tipicamente con numerose manifestazioni morfologiche
della cute (da qui il termine “multiforme”), variando tra
macule eritematose, papule, vescicole, bolle o placche
simil-orticaria, fino a macchie di eritema confluente; essa può
essere asintomatica o accompagnarsi a bruciore e dolore della zona
coinvolta, febbre, malessere generalizzato. Meno frequenti sono le
artralgie, i disturbi respiratori e il prurito. Le lesioni insorgono
acutamente come numerose e ben demarcate macule rossastre che
rapidamente evolvono in papule; queste possono allargarsi in modo
centrifugo confluendo in placche di svariati centimetri di diametro.
La porzione centrale della lesione gradualmente diventa purpurica.
La
lesione caratteristica “a coccarda” presenta un regolare
contorno rotondeggiante e tre zone concentriche: una zona centrale di
tonalità più scura o bollosa, una intermedia edematosa
e una periferica ad anello, eritematosa talvolta con vescicole.
L’eruzione nell’EM presenta una tipica distribuzione
simmetrica sulle acrosedi (gomiti, ginocchia, mani, polsi, piedi,
volto). In alcuni soggetti, nonostante le lesioni a coccarda durino
solo poche settimane, la reazione infiammatoria concomitante può
dar luogo talora a un’iperpigmentazione melanica, con la
presenza di macchie brune che risolvono generalmente nel giro di
qualche mese.
Le
lesioni mucose se presenti sono vescico-bollose e coinvolgono la
mucosa nasale, genitale, anale, congiuntivale ma soprattutto quella
orale4.
Una
classificazione datata ma didattica distingue tra:
-EM
minor: caratterizzato da tipiche lesioni eritematose a forma di
bersaglio (target) piatte o rilevate, distribuite per lo più
simmetricamente nelle regioni distali.
-EM
maior: in cui le lesioni cutanee descritte per la forma minor si
associano al coinvolgimento di una superficie mucosa.
La
diagnosi di eritema multiforme è principalmente clinica e
viene posta grazie al riconoscimento della lesione tipica, in alcuni
casi coesistente all’eruzione erpetiforme. La biopsia cutanea
non è necessaria, in quanto aspecifica. Gli esami di
laboratorio possono confermare un sospetto clinico, soprattutto in
presenza di un’anamnesi patologica prossima suggestiva di un
contatto con uno specifico microrganismo o di segni d’infezione
conclamata (ad es. HSV), ma non sono necessari né dirimenti.
Per la
diagnosi differenziale, è bene innanzitutto distinguere l’EM
da:
- Sindrome di Stevens-Johnson: in cui le lesioni cutanee sono tipicamente accompagnate dal coinvolgimento di due o più superfici mucose e in particolare occhi, cavità orale, alte vie respiratorie, esofago, tratto gastrointestinale o la mucosa anogenitale.
- Eruzione orticarioide: in questo caso tuttavia le lesioni non sono fisse come nell’EM ma scompaiono nel giro di 24 ore e presentano una zona centrale apparentemente normale o eritematosa come i bordi, permettendo una netta differenziazione dalle tipiche lesioni a coccarda a 3 zone concentriche dell’EM.
- Malattia di Kawasaki incompleta: da considerare in caso di febbre sine causa di durata ≥ 5 giorni associata a 2-3 delle caratteristiche principali della MK6.
Le altre
diagnosi differenziali sono riassunte nella Tabella
II.
- EM PrecoceEM conclamatoEM bollosoEruzioni cutanee da farmaciEritema figuratoEritema anulare centrifugoMalattia bollosa autoimmuneEritema solareLESOrticariaOrticaria vasculiteVasculiti (Kawasaki, Behçet, vasculite allergica, poliartrite nodosa)Esantemi viraliPitiriasi roseaAltre reazioni da ipersensibilitàDermatosi lineare IgA
Prognosi
L’EM
si risolve spontaneamente in 3-5 settimane senza sequele, ma può
ricorrere. I pazienti in cui ricorre possono presentare diversi
episodi per anno. In uno studio su 65 pazienti con EM ricorrente, il
numero medio di attacchi per anno risultò essere di 6 (range
2-24)7.
Trattamento
Il
trattamento dell’EM è legato alla determinazione
dell’agente causale: il primo passo consiste nel trattare la
malattia infettiva sospettata o cessare la terapia con il farmaco
scatenante8.
I casi
lievi di EM non richiedono trattamento9. Antistaminici
orali e steroidi topici possono essere usati per alleviare i sintomi.
In pazienti con coesistente o recente infezione da HSV, un
trattamento precoce con aciclovir orale può ridurre numero e
durata delle lesioni. Il prednisone può essere utilizzato in
pazienti con molte lesioni al dosaggio di 40 o 80 mg giornalieri per
una o due settimane, quindi calato rapidamente. Comunque, il suo
utilizzo è controverso; non ci sono studi controllati che ne
dimostrino l’efficacia; inoltre nei casi associati a HSV può
ridurre la resistenza al virus e promuovere infezioni erpetiche
ricorrenti seguite da ricorrenti EM10.
L’EM
ricorrente può essere trattato da aciclovir orale continuato,
anche se HSV non risulta fattore precipitante ovvio. La dose del
farmaco va ridotta una volta che il paziente non ha avuto ricorrenza
per 4 mesi, ed eventualmente sospesa. Sono stati saltuariamente
utilizzati ciclosporina e talidomide, tuttavia l’evidenza della
loro efficacia è limitata8.
Particolarità
del caso
- Il trigger: nessun agente appare chiaramente associato all’EM nel nostro paziente. L’anamnesi negativa per recenti processi infettivi, vaccinazioni e/o assunzione di farmaci ci fa propendere per un’infezione clinicamente inapparente, forse legata a una riattivazione di infezione erpetica (la sierologia era compatibile con pregressa infezione da HSV).
- La ricorrenza precoce: nel nostro paziente la ricorrenza è avvenuta durante lo stesso ricovero e potrebbe invece essere stata scatenata da un Rotavirus, virus non compreso tra gli agenti infettivi più frequentemente scatenanti l’EM.
- La febbre: è compresa tra i sintomi prodromici dell’EM; tuttavia, nel nostro paziente è stata piuttosto elevata e di lunga durata (7 giorni), nonostante la terapia corticosteroidea. La diagnosi di MK incompleta (vedi paragrafo Diagnosi e diagnosi differenziale) appariva improbabile, poiché nel nostro caso erano presenti solo la febbre e un criterio, l’EM.
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