Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Novembre 2003 - Volume VI - numero 9
M&B Pagine Elettroniche
Avanzi
Novità,
riflessioni, contributi e proposte,
Curare
l'OMA con l'osservazione iniziale.
Ancora
otite e antibiotici! Ormai abbiamo imparato che l'OMA guarisce da
sola e che l'antibiotico non ne cambia la storia naturale ma
finalmente ecco uno studio fatto proprio dai principali consumatori
di antibiotici, gli americani, che affronta l'effettiva
applicabilità di un protocollo di terapia che si basa sul
trattamento del dolore risparmiando l'amoxicillina valutando la
compliance dei genitori a tale approccio. E' uno studio
multicentrico che include tutti i bambini che si sono presentati
negli 11 ambulatori partecipanti (l'area interessata comprende
comunità di Ohio, Kentucky e Indiana) in 12 mesi con otite
media acuta iniziata da non più di 48 ore, con temperatura
<38.5°C, senza aspetto tossico e con timpano non perforato. I
medici hanno prescritto paracetamolo, ibuprofene o gocce otologiche
anestetiche e fornito una prescrizione per un antibiotico da
compilare solo se il bambino non migliorava entro 48 ore dalla
visita. Dei 194 bambini arruolati, 175 hanno concluso lo studio (età
media 5.5 aa) e di questi 55 (31%) aveva poi utilizzato la
prescrizione per l'antibiotico e ben 75% dei genitori dichiara che
gli antidolorifici prescritti erano stati efficaci. La conclusione
degli autori è che l'uso di lasciare ai genitori la
decisione di avviare o meno la terapia antibiotica dopo aver
verificato l'efficacia o meno degli antidolorifici sull'OMA non
complicata è un metodo efficace per ridurre l'uso improprio
degli antibiotici (valutato intorno al 50% delle OMA, quindi con una
riduzione dell'antibiotico di circa il 20%) e che soprattutto tale
proposta è stata ben accolta dai genitori stessi. Nella
discussione gli autori si difendono da possibili critiche legate al
campione piccolo dello studio e al fatto che quasi tutti i bambini
sono bianchi, ma soprattutto sollevano il fatto che la diagnosi di
OMA viene posta clinicamente, senza colture batteriche dopo
timpanocentesi. A noi vien forse da dire finalmente! Quale altro
criterio utilizziamo nella pratica clinica per fare diagnosi di OMA?!
Ed è proprio qui l'aspetto interessante dello studio, il far
emergere una volta per tutte una serie di bandierine rosse che
emergono all'osservazione iniziale, che se non vediamo ci obbligano
a risparmiarlo l'antibiotico! In particolare vorrei sottolineare
ancora l'importanza del colpo d'occhio soprattutto nel bambino
piccolo. E accanto l'importanza dell'osservazione, emerge la
centralità della comunicazione ai genitori delle motivazioni
che stanno dietro ai nostri consigli e alle nostre decisioni.
(Pediatrics 2003;112:527-531)
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