Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Gennaio 2003 - Volume VI - numero 1
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- I fattori di rischio dello stroke ricorrente nel bambino
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Gennaio 2003 - Volume VI - numero 1
M&B Pagine Elettroniche
Avanzi
Novità,
riflessioni, contributi e proposte,
Il
papillomavirus umano tipo 16 (HPV-16) viene trasmesso per via
sessuale: circa il 20% dei soggetti adulti viene infettato con questo
virus, ma solo alcune infezioni progrediscono verso il cancro
ano-genitale. Tuttavia il virus risulta presente nel 50% dei cancri
della cervice uterina. Un vaccino che riduca l'incidenza
dell'infezione da HPV-16 presenterebbe forti vantaggi per la sanità
pubblica. Di recente è stato approntato un vaccino costituito
da antigeni del capside L1 dell'HPV-16, espressi dal Saccharomyces
cerevisiae (il comune lievito di birra). Il vaccino è stato
usato in 2.392 giovani donne (in età fra 16 e 23 anni) che
hanno ricevuto 3 dosi (di 40 g ciascuna) al tempo 0, dopo due mesi e
dopo 6 mesi, o il placebo (Koutsky L.A. et al., N Engl J Med 2002,
347:1645-51). A distanza di una mediana di 17,4 mesi, nel gruppo
placebo 3,8 donne su 100 donne/anno avevano un'infezione persistente
da HPV-16, contro nessuna nel gruppo trattato con il vaccino:
efficacia del 100%, 95 % d'intervallo di confidenza, da 90 a 100, P
<0,001. Tutti i 9 casi di neoplasia cervicale riscontrati sono
avvenuti nel gruppo placebo.
Un
vaccino sarebbe utile per ridurre la diffusione dell'herpes genitale,
nel quale viene talvolta coinvolto anche il neonato. La preparazione
di un vaccino, adiuvato con alluminio, costituito dalla subunità
glicoproteina D (20 g) dell'herpesvirus tipo 2 (HSV-2) ha permesso di
condurre una ricerca in 847 soggetti negativi per l'HSV-1 e HSV-2 e
in 1.867 soggetti negativi solo per l'HSV-2 (Stanberry L.R. et
al., N Engl J Med 2002, 347:1652-61). Il vaccino glicoproteina D
è risultato efficace al 73-74% nelle donne HSV-1 e HSV-2
negative, ma di nessuna efficacia in quelle che erano positive per
l'HSV-1 e sieronegative per l'HSV-2, probabilmente per la protezione
verso l'HSV-2, fornita dalla precedente infezione dovuta all'HSV-1.
Di nessuna efficacia comunque negli uomini, indipendentemente dalla
loro situazione sierologica verso l'HSV.
I
fattori di rischio dello stroke ricorrente nel bambino
I fattori
di rischio per lo stroke arterioso nel bambini sono classicamente le
malformazioni congenite di cuore, le vasculopatie, le malattie
infettive, le malattie del collageno e i disordini metabolici. A
questi si sono di recente aggiunte altre situazioni come le mutazioni
del fattore V e II, l'aumento delle lipoproteine e le deficienze
dell'antitrombina, della proteina C e della proteina S. Anche questi
ultimi fattori sono importanti per l'insorgenza di un nuovo stroke?
Per rispondere a questa domanda sono stati studiati 167 ragazzi e 134
ragazze, con una età compresa tra i 6 mesi e i 18 anni, che
avevano presentato un episodio di stroke ischemico e che erano stati
seguiti per un tempo medio di 44 mesi (Sträter R.et al.,
Lancet 2002, 360:1540-5). In 20 di essi si era verificato un
secondo stroke, con un rischio relativo aumentato da un aumento delle
lipoproteine e da una deficienza familiare della proteina C. Viene
concluso che lo stroke ischemico ricorrente nei bambini è un
evento raro, ma molto grave perché accompagnato da un'elevata
incidenza di letalità. L'identificazione delle situazioni a
rischio può aiutare a migliorarne le misure preventive.
Una
conclusione definitiva: il mercurio contenuto nei vaccini è
innocuo
Dopo
tanto clamore, alla fine un'informazione che non lascia dubbi: il
mercurio contenuto nei vaccini non ha conseguenze per i bambini
(Pichichero M.E. et al., Lancet 2002, 360:1737-41). Il
tiomersal (o timerosal) è una sostanza che contiene piccole
quantità di etilmercurio, un composto di cui non si conosceva
il metabolismo, per cui veniva fatto riferimento al mercurio come
tale. Per stabilire le concentrazioni di mercurio nel sangue, nelle
urine e nelle feci dei bambini che hanno ricevuto vaccini contenenti
etilmercurio, sono stati studiati 40 bambini di 6 mesi; 21 lattanti
avevano ricevuto vaccini senza tiomersal (gruppo controllo). La
quantità media di mercurio, somministrata ai bambini che
invece avevano ricevuto tiomersal, era di 45,6 g a 2 mesi e di 111,3
g a 6 mesi. La quantità di mercurio nel sangue era compresa
nei bambini di 2 mesi dtra i 3,75 e i 20.55 nmol/L (parti per
miliardo) e nei bambini di 6 mesi inferiore a 7,5 nmol/L. La
concentrazione di mercurio era bassa nelle urine e più alta
nelle feci. Elemento di grande importanza: l'emivita
dell'etilmercurio è di 7 giorni. Viene concluso che la
somministrazione di vaccini contenenti tiomersal non sembra aumentare
la concentrazione di mercurio nel sangue al di sopra dei valori
considerati sicuri. L'etilmercurio sembra essere eliminato dal sangue
rapidamente attraverso le feci, dopo somministrazione per via
parenterale. La risposta ai dubbi sollevati a suo tempo è
finalmente arrivata: ci sono voluti due anni di ricerche e di studi.
Nel frattempo il tiomersal è stato tolto da quasi tutti i
vaccini e le feroci discussioni di una volta sono servite almeno a
questo.
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