Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Settembre 2000 - Volume III - numero 7
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- Sindrome emolitico uremica e trattamento delle infezioni da E coli 057:H7
Il rischio crescente delle gravidanze multiple
Allora è vero! L'esposizione alle infezioni nei primi due anni difendono dall'asma
Diminuisce la mortalità dei bambini per polmonite
Uso prolungato di salbutamolo nell'asma&url=https://www.medicoebambino.com/index.php?id=AV0007_10.html&hashtags=Medico e Bambino,Pagine Elettroniche' target='_blank'>Condividi su Twitter
- Sindrome emolitico uremica e trattamento delle infezioni da E coli 057:H7
Il rischio crescente delle gravidanze multiple
Allora è vero! L'esposizione alle infezioni nei primi due anni difendono dall'asma
Diminuisce la mortalità dei bambini per polmonite
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Settembre 2000 - Volume III - numero 7
M&B Pagine Elettroniche
Avanzi
Novità,
riflessioni, contributi e proposte, e
Sempre
più spesso nel trattamento di alcune malattie viene usata una
via indiretta per combattere il processo patologico: il blocco del
recettore sul quale si aggancia una tossina, un antigene o una
citochina. Questa strada, piena di promesse, è stata di
recente usata anche nel trattamento della acromegalia (A) dell'adulto
(Traine PJ. et al., N Engl J Med 2000, 342, 1171-7). E' stato
usato un analogo dell'ormone della crescita (ottenuto mediante
ingegneria genetica), chiamato pegvisomant, per sfruttare la sua
proprietà di antagonista del recettore del GH. Sono stati
trattati 112 pazie nti con acromegalia, per 12 settimane, con 3
differenti dosi di pegvisomant (10 mg, 15 mg e 20 mg). I pazienti
trattati con questa nuova sostanza hanno presentato una riduzione nel
siero della concentrazione di fattore 1 della crescita
insulino-simile, conseguente all'azione del GH, e un evidente
miglioramento clinico. La risposta è stata proporzionale alla
dose usata. Nel commento (Utiger RD, N Engl J Med 2000, 342,
1210-1) viene sollevata la possibilità che, alla
sospensione del trattamento, la malattia abbia modo di ripresentarsi.
L'Escherichia
coli 0157:H7 è causa di epidemie di malattie
gastro-intestinali nel mondo. In USA nel 15% dei bambini con questo
tipo d'infezione insorge una sindrome emolitico uremica (SEU) dopo
l'inizio della diarrea: la sindrome è caratterizzata da
trombocitopenia, anemia emolitica e nefropatia, in seguito alla
produzione da parte del coli di una tossina Shiga-simile, che viene
assorbita dall'intestino. Il trattamento con antibiotici della
diarrea da E coli 057:H7 quale influenza ha sulla SEU ? In uno studio
condotto in 71 bambini, di età inferiore ai 10 anni, che
avevano diarrea dovuta a questo tipo di coli, sottoposti a
trattamento antibiotico, è stato osservato che la cura della
diarrea con antibiotici aumenta il rischio di SEU (Wong CS et al.,
N Engl J Med 2000 342:1930-6). Nel commento (Zimmerhackl LB, N
Engl J Med 2000 342:1990-1) viene sottolineato che, secondo
questi dati, appare saggio evitare di dare antibiotici a bambini che
abbiano un'infezione da E coli enteroemorragico: infatti fra i molti
fattori che influenzano il passaggio da un'infezione dovuta a questo
agente alla SEU, non vi è dubbio che vada annoverata anche la
somministrazione di antibiotici che probabilmente influenzano
l'assorbimento della tossina.
L'incidenza
delle gravidanze multiple, con 3 o più feti, è in
rapida crescita, perché l'uso dei trattamenti per
l'infertilità con gonadotropine o con la fertilizzazione in
vitro sono sempre più frequenti. Nel caso della
fertilizzazione in vitro, il rischio viene facilmente superato usando
soltanto due embrioni (N Engl J Med 1998: 339:573-7), ammesso
anche i nostri ostetrici siano di questo parere: con il trasferimento
di due embrioni vitali è possibile ottenere una gravidanza
clinica nel 60% delle donne. La riduzione delle gravidanze multiple,
in seguito all'induzione dell'ovulazione con le gonadotropine, è
invece più difficile. Dopo 3.347 trattamenti ciclici in 1.494
donne non fertili, si ebbero 441 gravidanze, delle quali 314 con feto
singolo, 88 con gemelli, 22 con 3 feti, 10 con quattro feti, 5 con
cinque feti e 2 con sei feti (Gleicher N et al., Ne Engl J Med
2000, 343:2-7). Sui quotidiani di oggi viene riportata a Milano
una gravidanza con 8 feti. E' stato osservato che una stimolazione
con gonadotropine meno intensa di quella attualmente in uso, potrebbe
ridurre l'incidenza di gravidanze plurime in donne con problemi di
fertilità: ma questa riduzione sarebbe di grado lieve e
sarebbe a scapito dei tassi globali delle gravidanze indotte. Se non
vogliamo che il peso dei nuovi nati con peso molto basso continui a
gravare progressivamente sui reparti di terapia intensiva neonatale
con una sempre maggior spesa sanitaria, è necessario trovare
in tempi brevi una soluzione al problema.
Sia
l'incidenza che la prevalenza dell'asma fra i bambini è
aumentata notevolmente nelle ultime 3 decadi. L'ipotesi che alla base
ci sia una riduzione delle infezioni nei primi 1-2 anni di vita con
conseguente predominio della componente linfocitaria Th2 su quella
Th1, è quella che oggi va per la maggiore (Vedi Editoriale M&B
settembre 1998, Pagina gialla febbraio 1999, Avanzi Pag. elettr. M&B
settembre 1999). I bambini che hanno fratelli in età della
scuola materna e quelli che frequentano l'asilo nido hanno, e questo
lo abbiamo constatato tutti, un maggior rischio d'infezioni. Per
dimostrare che situazioni del genere si accompagnano a un minor
rischio di asma è stato condotto uno studio su 1.035 bambini,
durato molti anni (Ball TM et al. N Engl J Med 2000,
343:538-43). I bambini che si ammalavano di più di
infezioni nei primi anni avevano più spesso wheezing all'età
di 2 anni in confronto a quelli che avevano avuto meno possibilità
di esposizione, ma essi avevano più raramente wheezing
dall'età di 6 anni all'età di 13 (36 bambini contro
144: p=0,002). Anche il livello di IgE era più basso in quelli
con due o più fratelli o che avevano frequentato l'asilo nido
in confronto agli altri (52 bambini con IgE elevate contro 153; p <
0,03). Quale la conclusione degli autori ? "l'esposizione dei
piccoli bambini al contatto con bambini più grandi a casa o
con altri bambini all'asilo nido, protegge contro lo sviluppo di asma
e la frequenza di wheezing più tardi nella loro vita. Il
commentatore (Christiansen SC; N Engl J Med 2000, 343:574-5) è
in accordo con i risultati ottenuti e sulla loro interpretazione.
Cosa ne pensano i nostri allergologi ?
La
polmonite è ancora una causa importante di morte in età
pediatrica in molti Paesi del mondo; tuttavia nei Paesi sviluppati
essa è in netto declino. Una ricerca sulle morti per polmonite
in USA nei bambini dal 1939 al 1996 conferma questa affermazione
(Dowell SAF et al., N Engl J Med 2000, 342:1399-407): il
numero dei morti è passato da 24.637 nel 1939 agli 800 nel
1996, con una riduzione del 96,8%, mentre la mortalità per
altre cause si è abbassata dell'82%.
Precedenti
pubblicazioni avevano suggerito che l'uso regolare per lungo tempo
del salbutamolo poteva portare a difficoltà nel controllo
dell'asma bronchiale. Per controllare questa affermazione è
stato condotto uno studio "random", in doppio cieco, contro
placebo in 983 soggetti adulti, trattati almeno due volte con
salbutamolo (400 mcg 4 volte al giorno per 12 mesi), da solo o in
associazione con steroidi inalati (Dennis SM et al., Lancet 2000,
355:1675-9). Alla fine dello studio è risultato che l'uso
regolare di solbutamolo per inalazione, alla dose di 400 mcg 4 volte
al giorno per 12 mesi, non aumenta l'incidenza di aggravamento di
asma nella popolazione studiata.
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