Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Maggio 2000 - Volume III - numero 5
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- Quale politica per prevenire la comparsa di germi resistenti in un'unità di terapia intensiva neonatale ?
Conseguenze sulla statura del prednisone a giorni alterni in soggetti con fibrosi cistica
Il guadagno in peso, acquisito durante le vacanze, tende a rimanere
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Conseguenze sulla statura del prednisone a giorni alterni in soggetti con fibrosi cistica
Il guadagno in peso, acquisito durante le vacanze, tende a rimanere
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Maggio 2000 - Volume III - numero 5
M&B Pagine Elettroniche
Avanzi
Novità,
riflessioni, contributi e proposte,
Il
futuro psico-sociale dei sopravvissuti alla leucemia linfoblastica
acuta e al tumore di Wilms
Ormai i
pazienti che sopravvivono a 5 anni e più dall'inizio della
leucemia linfoblastica acuta (ALL) e del tumore di Wilms (TW) sono
molto numerosi: rispettivamente il 70 e il 79% dei casi trattati. Si
conoscono purtroppo molte conseguenze a distanza, legate alla terapia
eseguita, come lo sviluppo di un secondo tumore, l'infertilità,
le alterazioni cardiache e altro. Ma chi ha continuato a vivere
accanto a questi bambini, diventati adulti, si è reso conto
che esistono altre conseguenze, riguardanti il piano psicologico e
sociale. Uno studio su 102 sopravvissuti, in età fra i 19 e i
30 anni, ha confermato questo sospetto (Mackie E et al., Lancet 2000,
355:1310-4). E' stata notata una combinazione di deficit nelle
relazioni amore/sesso e nell'amicizia, nonché nei contatti
sociali non specifici e nei confronti giornalieri. Non è stato
tuttavia notato un aumento delle percentuale di alterazioni
psichiatriche fra i sopravvissuti in confronto ai controlli. Questi
rilievi rendono indispensabili studi prospettici di approfondimento,
al fine di provvedere preventivamente all'impiego di misure atte a
limitarli.
La
vitiligine è di sicuro una malattia su base autoimmunitaria
LoStreptococcus pneumoniae (pneumococco) è la causa più
frequente di meningite batterica negli Stati Uniti e probabilmente
anche in Italia; segue il meningococco a breve distanza e abbastanza
staccato l'Haemophilus influenzae. Durante l'ultima decade la
prevalenza della resistenza dello pneumococco (P) alla penicillina e
alle cefalosporine è aumenta in modo drammatico in molte parti
del mondo (Spagna, Francia, Ungheria, USA e altri), ma fortunatamente
non in Italia. Rimane comunque interessante seguire nella letteratura
cosa succede nei pazienti ammalati con ceppi resistenti, nella
speranza di non trovarsi mai in quelle situazioni. In una
pubblicazione recente (AE Fiore et al, Clin Infect Dis
2000, 30:71-7) su 109 casi di meningite da P, è
riportato che il 9% dei ceppi isolati era resistente al cefotaxime,
mentre l'11% aveva una sensibilità intermedia.
Non vi è
tuttavia evidenza che alla non sensibilità in vitro
corrisponda una maggior frequenza di esiti negativi, o di maggior
durata delle degenze. Queste osservazioni sono coerenti con altre,
rilevate su studi collaborativi in Ospedali USA.
Lo
spessore della parete intestinale con l'ECO nella diagnosi di Crohn
La
resistenza agli antibiotici continua a rappresentare un grave
problema per il trattamento di pazienti affetti da malattie
infettive. Unica eccezione quella dello streptococco beta-emolitico
gruppo A (SBEGA) per il quale la resistenza agli antibiotici è
un evento molto più raro di quello presentato da agenti
infettivi. La Concentrazione Minima Inibente (MIC) dello SBEGA verso
la penicillina infatti non è affatto cambiata negli ultimi
70-80 anni, anche se qualche comparsa di resistenza verso altri
antibiotici è risultata presente in ristrette aree
geografiche. Per conoscere se negli ultimi anni è cambiato
qualcosa in proposito, è stato condotto in USA uno studio di
confronto fra il 1994 e il 1997 (Kaplan EL et al, Pediatr
Infect Dis J 1999, 18: 1069-72), su 301 ceppi nei confronti
di 13 antibiotici (azitromicina, ceftriazone, cefalotina, CAF,
ciprofloxacina, clindamicina, eritromicina, imipenem, levofloxacina,
oxacillina, penicillina, tetracicline). Per i due macrolidi
(azitromicina ed eritromicina) è risultata ben evidente la
comparsa di resistenza in un numero relativamente basso di ceppi
(2,6%); fenomeno analogo per la tetraciclina (4% di resistenza). Per
tutti gli altri antibiotici non è stato rilevato analogo
fenomeno: la penicillina in particolare (nei suoi diversi derivati)
ha mantenuta intatta la sua elevata capacità inibente (MIC90
uguale a 0,032 m/mL). Viene concluso che l'antibiotico resistenza
dello SBEGA (anche di quelli che si accompagnano a infezioni gravi
invasive) non è un problema clinicamente significativo, almeno
per gli USA, e, molto probabilmente, anche per l'Italia.
Quale
politica per prevenire la comparsa di germi resistenti in un'unità
di terapia intensiva neonatale ?
La paura
della comparsa d'infezioni fra i neonati, ricoverati in unità
di terapia intensiva neonatale (TIN) ha avuto come conseguenza il
largo uso preventivo empirico di associazioni di antibiotici. Per
studiare come le diverse associazioni influenzino la comparsa di
germi resistenti, sono stati confrontati due regimi: uno composto
dall'associazione penicillina G + tobramicina e l'altro
dall'associazione amoxicillina + cefotaxime, in 436 neonati (de
Man P. et al, Lancet 2000, 355:973-8). E' stato con
sorpresa che è risultato che il rischio relativo per la
colonizzazione di ceppi resistenti, per 1000 pazienti/giorni, è
risultato 18 volte superiore con il regime amoxicillina-cefotaxime in
confronto all'altro, penicillina G-tobramicina. Viene concluso che
per ridurre il problema della resistenza nelle TIN è
necessario evitare il regime amoxicillina-cefotaxime. Gli autori
concludono ricordando la necessità che i clinici riconsiderino
più spesso le vecchie e le nuove conoscenze sugli antibiotici
per ridurre la pressione selettiva sui germi, impiegando regimi
antibiotici diversi.
Conseguenze
sulla statura del prednisone a giorni alterni in soggetti con fibrosi
cistica
La
somministrazione di prednisone in soggetti maschi con fibrosi cistica
(FC), secondo un regime (1-2 mg/kg di peso) a giorni alterni, può
avere conseguenze permanenti sulla statura, anche dopo che il
trattamento sia stato sospeso. Questa conseguenza sull'accrescimento
non è stata notata nei soggetti di sesso femminile (Lai H-C
et al., N Engl J Med 2000, 342:851-9).
Il
guadagno in peso, acquisito durante le vacanze, tende a rimanere
Dallo
studio di 195 adulti è risultato che durante il periodo
festivo, intorno al Natale, si verifica un aumento significativo del
peso, che si aggira in media intorno al mezzo chilo (p<0,001)
(Yanovski JA et al., N Engl J Med 2000, 342:861-7).
Poiché non risulta che questo aumento di peso, nella
maggioranza dei casi, venga perso nei successivi mesi di primavera e
di estate, viene concluso che esso contribuisce in modo determinante
al progressivo aumento del peso corporeo durante l'età adulta.
Nella pubblicazione non si parla di bambini, ma perché
dovrebbero comportarsi in modo diverso ?
Incidenza
crescente del diabete mellito giovanile in Europa
In uno
studio sull'epidemiologia del diabete insulino-dipendente tipo 1 in
Europa, eseguito dal gruppo EURODIAB, al quale partecipano molti
pediatri diabetologi italiani (Eurodiab ACE Study Group,Lancet 2000, 355: 873-6) è risultato che il
numero di nuovi casi, soprattutto in bambini al di sotto dei 5 anni,
continua ad aumentare ogni anno, pur con notevoli differenze da Paese
a Paese. Sulle cause di questo aumento sono per ora a disposizione
solo delle ipotesi.
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