Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Novembre 1999 - Volume II - numero 9
M&B Pagine Elettroniche
Appunti di Terapia
Controllo
della malattia invasiva da meningococco
Dipartimento
di Pediatria, Università di Firenze
La
meningite purulenta e la sepsi sono le due forme invasive dellaNeisseria meningitidis. Dopo la diminuzione dei casi di
meningite da Haemophilus influenzae tipo b, grazie alla
vaccinazione, il meningococco rimane la causa principale di meningite
batterica dei bambini. In USA viene calcolato che se ne sviluppino
circa 2.600 casi per anno. La maggior parte di essi sono sporadici,
ma vi sono alcuni anni in cui la malattia si presenta in modo
epidemico.
Per
quanto riguarda l'Italia i dati ISTAT riportano solo i casi di
meningite meningococcica che negli ultimi anni (dal 1991 al 1996)
hanno variato intorno ai 300 casi per anno, con un numero complessivo
di casi, al di sotto dei 19 anni, ammontante a circa i 2/3 del
totale; nel primo anno di vita i casi sono stati ogni anno poco
meno di 50. Il tasso di morbilità risulta dello 0,5 su 100.000
abitanti.
In USA la
morbilità varia di anno in anno fra lo 0,5 e il 2 su 100.000
abitanti.
La
colonizzazione asintomatica delle vie aeree superiori è
presente nel 5% di tutta la popolazione, ma nei periodi epidemici può
raggiungere anche il 20% nei Paesi in via di sviluppo, dove
l'incidenza della meningite raggiunge livelli anche di 500 casi
ogni 100.000 abitanti.
Nonostante
tutto ciò l'infezione meningococcica non risulta fortemente
contagiosa; la trasmissione avviene da persona a persona attraverso
le secrezioni nasali o faringee.
Soggetti
con deficienze nei componenti terminali del complemento, soggetti con
asplenia anatomica o funzionale, soggetti affetti da malattie
associate a immuno-soppressione sono tutti fortemente a rischio per
malattie invasive da meningococco. Rappresentano fattori di rischio
anche l'affollamento familiare, il fumo passivo e attivo e il basso
stato socioeconomico.
I
sierogruppi della Neisseria meningitidis
Il
meningococco può essere suddiviso in 12 sierogruppo, a seconda
delle caratteristiche del polisaccaride della capsula. I sierogruppi
A, B e C sono responsabili del 90% delle malattie invasive del mondo.
I gruppi B e C sono più frequenti in Europa e in America,
mentre i gruppi A e C predominano in Asia e in Africa. In USA
negli ultimi anni si sono verificate epidemie da sierogruppo Y, che
colpisce i soggetti più in là con l'età.
La
chemioprofilassi
I casi
indice debbono essere trattati in modo specifico per eradicare il
meningococco dal loro faringe, a meno che non siano stati trattati
per la loro malattia con cefotaxime o ceftriazone. Il rischio di casi
secondari dopo un contatto domestico è di circa 4 casi per
1000 soggetti esposti, con un rischio maggiore per i bambini in
confronto agli adulti. Vengono compresi fra i contatti stretti i
membri della stessa famiglia, i bambini e la maestra della stessa
classe all'asilo nido o alla scuola materna e ogni persona che sia
stata esposta alle secrezioni orali, come anche baci, bicchieri,
utensili per mangiare o sigarette. Gli addetti alla sanità in
generale non necessitano di profilassi, a meno che non abbiano
eseguito una prestazione bocca a bocca, o abbiano inserito o rimosso
un tubo endotracheale o siano stati comunque esposti alle secrezioni
orali.
La
profilassi rimane ancora quella della rifampicina alla dose di
10 mg/kg/ dose per bocca ogni 12 ore per 2 giorni o 5 mg/kg/dose ogni
12 ore per 2 giorni per i lattanti di meno di un mese di età.
Va bene anche una singola dose di ceftriazone da 125 mg IM per i
bambini di meno di 12 anni (250 mg se hanno più di 12 anni) o
di 500 mg per gli adulti (Pediatr Infect Dis J 18, 633-4,
1999).
Il
vaccino
In Italia
sono in commercio due vaccini contro il meningococco (Mencevax della
SKB e Menomune della PM): ambedue contengono i polisaccaridi dei
sierogruppi A, C Y e W-135. Il vaccino è poco immunogeno al di
sotto dei due anni (come ogni altro vaccino formato da polisaccaridi)
e non lascia un'immunità duratura. Il vaccino è
raccomandato in alcuni gruppi a rischio, come anche nei viaggiatori
verso zone iperendemiche.
Nuove
generazioni di vaccini, anche contro il tipo B sono in approntamento.
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