Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Marzo 1999 - Volume II - numero 3
M&B Pagine Elettroniche
Appunti di Terapia
Un
bloccante l'azione del tumor necrosis factornella cura dell'artrite
reumatoide
Abbiamo
già visto in Appunti di Terapia, pagine elettroniche del mese
di febbraio (Drugs 56, 299-305, 1998), che anticorpi
diretti contro il tumor necrosis factor (TNF) avevano permesso
di ottenere buoni risultati nella cura del morbo di Crohn. Ma il TNF,
una citochina proinfiammartoria ha un ruolo importante anche nella
patogenesi dell'artrite reumatoide, per cui sono stati condotti
studi per vedere le conseguenze sulla malattia quando il TNF fosse
stato neutralizzato (NEJM 340, 253-9 e 310-2, 1999). In
questo caso è stata usata una strada più complessa: è
stato usato un prodotto, chiamato etanercept, ottenuto con
tecniche d'ingegneria genetica, mediante la fusione di due
proteine, costituite da due catene identiche del recettore del TNF
umano ricombinante, p75 monomero, fuse con il “dominio Fc” delle
IgG1 umane. L'etanercept si lega e inattiva il TNF. Due precedenti
ricerche (NEJM 337, 141-7, 1997 e J Investig Med 46,
228A, 1998) avevano già permesso di osservare buoni
risultati.
La
ricerca attuale ha come scopo quello di valutare l'effetto
dell'etanercept, associato al methotrexate nella cura dell'artrite
reumatoide (AR), insensibile a ogni altro tipo di trattamento. E'
stato condotto uno sudio su 89 pazienti con AR persistentemente
attiva, nonostante il trattaneto per 6 mesi con una dose da 15 a 25
mg alla settimana di methotrexate (M). I pazienti, che hanno
continuato il trattamento con M sono stati suddivisi in due gruppi:
un gruppo è stato trattato con etanercept (25 mg) e un gruppo
con placebo, due volte alla settimana per via asottocutanea.
L'aggiunta
dell'etanercept al M ha determinato un miglioramento rapido e
sostenuto della malattia. Dopo 24 settimane il 71% dei trattati era
migliorato contro il 27% del gruppo placebo (p<0,001), mentre
nettamente migliorato il 39% dei pazienti trattati con etanercept con
il 3% del gruppo controllo. L'unico effetto collaterale fu ima
lieve reazione in sede d'inoculazione, senza che fosse necessario
alcun caso di sospensione del trattamento.
Viene
concluso che il duplice trattamento con etanercept e M è
sicuro, ben tollerato e permette un miglioramento clinico, superiore
a quello ottenibile con il solo M.
Vuoi citare questo contributo?