Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Febbraio 1999 - Volume II - numero 2
M&B Pagine Elettroniche
Appunti di Terapia
Nuovi
farmaci antitubercolari
Nonostante
la comparsa di parecchi ceppi di Mycobacterium tuberculosis,
multiresistenti ai farmaci (MDR-TB) e quindi la necessità di
disporre di nuove sostanze ad azione antitubercolare, gli avanzamenti
della farmacologia in questo senso sono molto lenti. Tuttavia va
riconosciuto che qualche piccolo progresso è stato fatto negli
ultimi dieci anni.
Ofloxacina,
ciprofloxacina, levofloxacina e sparfloxacina.
Vanno
presi in primo luogo in considerazione i fluorochinoloni, che dopo 13
anni dalla loro scoperta sono diventati fra i più importanti
agenti di "seconda linea" nel trattamento di pazienti con
MDR-TB: particolarmente utile è risultata l'ofloxacina,
sulla base di studi in vitro, su animali da laboratorio e su
molti piccoli studi clinici aperti. Di recente la Food and Drug
Administration (FDA) ha approvato il suo uso nel trattamento della
tubercolosi.
In uno
studio, eseguito in Tanzania, l'attività sterilizzante di un
altro fluorochinolone, la ciprofloxacina, si è
dimostrata inferiore a quella della pirazinamide e dell'etambutolo,
somministrati contemporaneamente. Il levoisomero della ofloxacina, lalevofloxacina, sembra dotato di un'attività doppia in
confronto alla ofloxacina.
Lasparfloxacina, un nuovo chinolonico, molto più attivo
sperimentalmente, degli altri chinolinici, ha trovato una ridotta
applicazione per la frequente presenza di resistenza e per la
possibilità di determinare fenomeni di fotosensibilizzazione.
Macrolidi:
claritromicina e azitromicina
Migliori
risultati sono stati ottenuti con l'uso dei macrolidi nel trattamento
delle malattie da Mycobacterium avium. In particolare laclaritromicina è risultata efficace nel trattamento
della malattia disseminata da MAC. D'altra parte sia la
claritromicina che la azitromicina sono state approvate in USA
per la profilassi delle infezioni MAC in soggetti HIV positivi.
Nessun
macrolide tuttavia si è dimostrato dotato di attivitàin vitro contro il Mycobacterium tuberculosis.
Derivati
della rifampicina: rifabutina, rifapentina
Il primo
derivato studiato per il trattamento delle forme MAC è stata
la rifabutina. La FDA e i CDC di Atlanta hanno suggerito che
la rifabutina può essere usata al posto della rifampicina nei
pazienti con tubercolosi, infettati con HIV, per i quali sia indicato
il trattamento con un proteasi inibitore.
Un altro
derivato, la rifapentina, sintetizzato nel lontano 1986, venne
messo da parte per oltre 10 anni, finché nel 1998 venne
pubblicato uno studio che ne dimostrò l'efficacia nella cura
di pazienti con tubercolosi. Attualmente è stata approvata in
USA per la cura della tubercolosi, in pazienti immuno-competenti. La
rifapentina è più attiva della rifampicina, ma i ceppi
resistenti a quest'ultima mostrano una resistenza crociata verso la
rifapentina. La dose nell'adulto è di 600 mg al giorno per
bocca: nella fase iniziale la somministrazione consigliata è
di due volte alla settimana, ma nella fase di consolidamento viene
somministrata una volta solo alla settimana. Il picco di
concentrazione plasmatica avviene dopo 4-6 ore dalla
somministrazione, mentre la metà vita è di 13,2 ore.
Gli effetti collaterali più frequenti, quando usata in
combinazione con altri farmaci antitubercolari, sono rappresentati
dalla iperuricemia, dall'elevazione dell'attività delle
transaminasi e dalla neutropenia. Il farmaco è largamente
usato in Cina. Due importanti prove sono in corso in Sud Africa e in
USA per valutare l'efficacia della rifapentina, in associazione
all'isoniazide, nella prevenzione e nella cura della tubercolosi.
Nuovi
regimi di trattamento
A parte
la scoperta di nuovi farmaci, un notevole impegno internazionale è
stato rivolto al controllo e all'identificazione di nuovi regimi di
trattamento, soprattutto nel Regno Unito e negli USA.
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