Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Febbraio 2003 - Volume VI - numero 2
M&B Pagine Elettroniche
Appunti di Terapia
Il
trattamento del prurito*
Il
prurito è una comune sensazione, a carico della pelle, che
induce determinati importanti comportamenti. Le ricerche
neurofisiologiche hanno permesso d'identificare le vie nervose del
prurito, che sono ben distinte da quelle del dolore. Da un punto di
vista clinico è necessario riconoscere un prurito periferico
(pruritocettivo) e un prurito centrale (neurogenico o neuropatico).
Il
prurito periferico origina nella cute ed è dovuto
all'infiammazione, alla secchezza o ad altri danni della pelle: esso
è trasmesso dalle fibre nervose C. Esempi di questo prurito
sono la scabbia, l'orticaria e le reazioni alla puntura o al morso
degli insetti.
Il
prurito neurogenico origina invece centralmente, senza segni evidenti
di patologia, come il prurito della colestasi, dovuto all'azione dei
neuropeptidi oppioidi sui recettori specifici. Gli antagonisti degli
oppioidi, come il naloxone, il naltrexone o il nalmefene si sono
infatti dimostrati molto utili, da soli o in combinazione con la
colestiramina. E' probabile quindi che i sali biliari agiscano
attraverso questa via.
Il
prurito neuropatico è causato da una malattia, localizzata in
un qualsiasi punto delle vie nervose afferenti: la neuropatia
post-zosteriana, la sclerosi multipla ed i tumori cerebrali,
occasionalmente associati al prurito, rientrano in questa categoria.
Esiste
infine un quarto tipo di prurito, quello psicogeno, che insorge in
maniera ossessiva in soggetti con parassitofobia.
Non c'è
ragione di pensare comunque che un tipo di prurito in particolari
condizioni non possa associarsi ad un altro tipo di prurito (un
prurito periferico associato ad un prurito psicogeno o un prurito
neurogenico associato ad un prurito periferico).
Le fibre
C, attraverso le quali viene trasmessa la sensazione del prurito,
sono fibre distinte da quelle nocicettive, attraverso le quali passa
la sensazione del dolore. Le fibre C ed i neuroni del prurito possono
essere identificati dalla loro risposta, di lunga durata,
all'applicazione d'istamina. Esse sono caratterizzate da una lenta
velocità di conduzione, da estese terminazioni e dalla
mancanza di recettori periferici. Mediante la PET è stato
visto che l'induzione periferica di prurito attiva la corteccia
cingulata anteriore e il lobo parietale inferiore, con predominanza
nell'emisfero sinistro: la coattivazione di aree motrici conferma il
sospetto che il prurito sia strettamente legato al desiderio di
grattarsi.
Lo stesso
grattamento attiva i recettori nocicettivi (quelli del dolore), che
riducono la sensazione di prurito a livello spinale, poiché il
dolore inibisce il prurito.
I
recettori attivati dalle proteasi e l'azione della capsaicina
Nella
cute la vicinanza delle mastcellule ai terminali dei neuroni C
afferenti suggerisce una relazione funzionale fra questi due tipi di
cellule. Le mastcellule cutanee degli umani esprimono due proteasi:
la triptasi e la chinasi. Di recente è stato proposto un
legame fra la triptasi delle mast cellule e l'eccitazione dei
recettori nocicettivi della cute. L'attivazione delle mast cellule
libera infatti la triptasi, che a sua volta attiva il recettore 2
della proteinasi attivata (PAR-2), localizzato sui terminali delle
fibre nervose C (vedi figura 1). Le fibre C attivate trasmettono
questa informazione al sistema nervoso centrale, per cui si avverte
la sensazione di prurito. Dal terminale nervoso si libera sostanza P
(un neuropeptide) che induce un'aumentata produzione di tumor
necrosis factor (TNF), che a sua volta sensibilizza i terminali
nervosi nocicettivi e le mast cellule.
Figura
1 Colloquio fra i terminali cutanei del neurone afferente C e le
mast cellule del derma
![](./img/AP0302_10_01.jpg)
E' facile
quindi capire come l'applicazione topica della capsaicina
desensibilizzi i terminali dei neuroni C e quindi allievi il prurito.
Trattamento
Le
migliorate conoscenze sulla fisiopatologia del prurito hanno portato
qualche vantaggio per il suo trattamento: in futuro avremo topici
selettivi antiprurito.
I
corticosteroidi topici non sono direttamente dei farmaci antiprurito
e quindi non debbono essere usati come tali; il loro effetto
antiprurito è secondario alla malattia infiammatoria della
cute.
Le
strategie antiprurito debbono essere scelte sulla base della
classificazione del prurito.
Per la
cura del prurito periferico vanno usate sostanze come la crema alla
capsaicina (come galenico in crema allo 0,025-0,075%), la doxepina
(un vecchio antidepressivo triciclico non in commercio in Italia) e
l'aspirina. La capsaicina (la sostanza attiva del peperoncino) viene
usata nel prurito localizzato intrattabile. Essa è efficace
anche nel prurito della dermatite atipica, ma il suo valore è
limitato dalla componente irritativa che essa determina nella sede di
applicazione. Tale irritazione potrebbe essere ridotta dall'uso della
crema EMLA (una mescolanza di anestetici locali).
Per la
loro eccezionale potenza antiprurito, i composti triciclici, come la
doxepina, possono essere usati come farmaci topici. In uno studio a
doppio cieco è stata confermata la loro utilità anche
nella dermatite atopica (Drake LA et al, J Am Acad Dermatol. 1999
Aug;41(2 Pt 1):209-14). Va ricordato che questa sostanza può
causare sedazione, per cui essa può non sempre essere
indicata.
Le
prostaglandine contribuiscono al meccanismo che innesca il prurito
inducendo l'istamina ad abbassare la soglia del prurito. La
somministrazione orale di aspirina sembra avere poco effetto sul
prurito clinico, ma l'aspirina topica ha un buon effetto quando è
stata applicata sperimentalmente (per esperienze nel lichen simplex
grave cronico vedi Yosipovitch G et al., J Am Acad Dermatol. 2001
Dec;45(6):910-3).
Un buon
rimedio antiprurito causato da punture d'insetti è stato
dimostrato da una sostanza derivata dalla pianta Amazzonica "sangre
de grado" (Miller MJ et al, J Invest Dermatol. 2001
Sep;117(3):725-30).
Clinicamente
sia gli antagonisti che gli agonisti dei recettori oppioidi si sono
dimostrati efficaci.
Le
possibilità teraupetiche per il prurito neuropatico sono poche
e tutte basate su trattamenti anedottici (gabapentin, basse dosi di
lidocaina).
Il
miglioramento delle conoscenze sul prurito nella dermatite atopica e
nella colestasi sono in continua crescita. La preparazione di nuovi
farmaci si ricollega a queste conoscenze.
Tuttavia,
sebbene già si notino nuove modalità di trattamento,
siamo ancora lontani dall'individuazione di un farmaco ideale contro
il prurito.
*
Yosipovitch G. et al, Lancet. 2003 Feb 22;361(9358):690-4.
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