Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Novembre 2002 - Volume V - numero 9
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Novembre 2002 - Volume V - numero 9
M&B Pagine Elettroniche
Appunti di Terapia
Il
pimecrolimus nel trattamento della dermatite atopica
L'insulina
aspart
Antibiotici
a spettro largo e stretto: fattori di selezione della resistenza
antibiotica del pneumococco ai beta-lattamici.
Il
pimecrolimus nel trattamento della dermatite atopica
Ormai da
qualche anno il tacrolimus (in commercio in Italia dal 1998 con il
nome di Prograf: compresse e fiale per via venosa) è oggetto
di ricerca nel trattamento della dermatite atopica, refrattaria a
ogni trattamento (Ruzicka T et al., Am Acad Derm 38:478-85,
1998). Si tratta di un antibiotico macrolide prodotto dallo
Streptomyces tsukubaensis, indicato specificatamente per la
profilassi dei rigetti di trapianti di organi solidi, analogamente a
quanto si verifica con la cefalosporina
Più
di recente è stato studiato il pimecrolimus (SDZ ASM 981), un
derivato dell'ascomicina, che è risultato dotato di una buona
attività antinfiammatoria e che si è dimostrato
efficace nel ridurre i sintomi della dermatite atopica sia nel
bambino che nei soggetti adulti. Questa sostanza è stata usata
localmente con successo sotto forma di crema all'1% in lattanti dai 3
ai 23 mesi, in bambini e adolescenti da 2 a 17 anni e in adulti. La
riduzione mediana in adulti dopo trattamento con pimecrolimus è
stata del 47%; buoni risultati sono stati ottenuti anche in età
pediatrica con un trattamento di due volte al giorno per 6 settimane.
La riduzione del prurito è risultata significativamente
rilevante.
Il 60%
dei bambini trattati con pimecrolimus per un anno, hanno completato i
primi sei mesi di trattamento senza presentare riaccensioni, in
confronto al 35% dei soggetti che avevano ricevuto solo l'eccipiente.
Analogamente si è ridotto il numero dei bambini che hanno
richiesto un trattamento con corticosteroidi topici (Wellington
K., Jarvis B.: Topical pimecrolimus: a review of its clinical
potential in the management of atopic dermatitis, Drugs 62:817-40,
2002).
La crema
all'1% è ben tollerata nei pazienti con dermatite atopica a
tutte le età: nessun effetto collaterale generale spiacevole è
stato messo in evidenza, mentre in sede di applicazione viene
rilevata una sensazione di bruciore e di calore.
E'
possibile concludere che il pimecrolimus in crema topica all'1% ha
mostrato una buona efficacia nel trattamento della dermatite atopica
da lieve a moderata, sia nei lattanti che nei bambini, adolescenti e
adulti. Esso non induce atrofia della cute, come può capitare
con corticosteroidi topici.
L'insulina
aspart
L'insulina
aspart (in commercio in Italia dal 2001, sotto il nome di Novorapid)
è un analogo dell'insulina umana ad azione rapida; essa
permette un più rapido assorbimento in confronto all'insulina
umana "regolare" dopo somministrazione sottocutanea. Nella
maggioranza degli studi clinici randomizzati, ma non in doppio cieco,
in pazienti con diabete tipo 1, l'insulina aspart, somministrata
immediatamente dopo il pasto, determina più bassi livelli medi
di emoglobina glicosilata (HbA1c) dell'insulina normale umana, che in
genere viene somministrata 20 minuti prima del pasto (Chapman
T.M., Noble S., Goa K.L.: Insulin aspart: a review of its use in the
management of type 1 and 2 diabetes mellitus, Drugs 62:1945-81,
2002).
L'insulina
aspart migliora inoltre in modo significativo il controllo glicemico
postprandiale. L'efficacia dell'insulina aspart è simile a
quella dell'insulina lispro, quando somministrata a pazienti con
diabete mellito tipo 1, per infusione sottocutanea continua in prove
randomizzate, non in doppio cieco.
Essa è
attiva anche nel trattamento del diabete tipo 2, per quanto riguarda
i livelli di HbA1c.
L'insulina
aspart bifasica (30% di insulina ad azione rapida e 70% di insulina
aspart legata alla portamina), in generale determina un controllo del
glucosio postprandiale, significativamente migliore di un'analoga
mescolanza di insulina umana regolare bifasica, sia in pazienti con
diabete tipo 1 sia in quelli con diabete tipo 2.
Tuttavia
l'efficacia a lungo termine della insulina aspart bifasica è
stata simile a quella della insulina normale bifasica, dopo 2 anni di
trattamento in pazienti con diabete tipo 2. I pazienti stessi
descrivono d'altra parte una loro maggiore soddisfazione con
l'insulina aspart; infatti l'incidenza dell'ipoglicemia con
l'insulina aspart è stata più bassa: in particolare
sono risultati molto ridotti sia l'insorgenza della ipoglicemia
notturna che i gravi eventi ipoglicemici.
Viene
concluso che la preparazione standard d'insulina aspart si avvicina
di più alla risposta fisiologica ai pasti, di quanto non
faccia l'insulina umana regolare. Essa è risultata efficace e
ben tollerata come l'insulina lispro, quando sia somministrata per
infusione sottocutanea continua.
Antibiotici
a spettro largo e stretto: fattori di selezione della resistenza
antibiotica del pneumococco ai beta-lattamici.
Lo
Streptococcus pneumoniae rappresenta un modello interessante per
discutere l'influenza relativa dei farmaci antibatterici a largo
spettro con quelli a spettro ristretto, come potenziali fattori di
selezione per la comparsa della resistenza. Infatti lo pneumococco è
potenzialmente responsabile di gravi infezioni nella popolazione ed è
dotato di una forte capacità di acquisire la resistenza verso
i farmaci antibatterici.
Per
questa ragione molti studi sono stati rivolti per chiarire alcuni
aspetti della biologia molecolare dello pneumococco, inclusi i
meccanismi adattivi responsabili della comparsa e della diffusione
della multiresistenza.
Nel
passato, l'uso di farmaci antibatterici a spettro ristretto è
stato raccomandato per cercare di ridurre il rischio di selezione
della resistenza. Di recente invece questo concetto risulta superato
per molte ragioni:
- Lo pneumococco è capace di acquisire resistenza agli antibatterici, appartenenti a diverse famiglie di farmaci, attraverso diversi meccanismi molecolari;
- La selezione di ceppi multiresistenti di pneumococchi può risultare dall'esposizione a differenti agenti, compresi quelli a spettro ristretto, oltre che quelli a largo spettro;
- Studi in vitro hanno mostrato differenti potenziali di selezione fra i beta-lattamici;
- Molti studi hanno più o meno direttamente stabilito che esiste una stretta relazione fra il livello di uso di un antibatterico e la velocità di selezione della resistenza;
- A parte la quantità complessiva di antibatterici, prescritta nella popolazione, molti altri fattori hanno mostrato d'influenzare la velocità di selezione della resistenza, incluso l'uso di dosi troppo basse, la lunghezza del trattamento e la durata dell'esposizione dei batteri agli agenti ad azione prolungata, in confronto alle sostanze con una metà vita corta.
Ne
consegue che ci sono 3 strade principali per controllare la selezione
e la diffusione dei ceppi resistenti (Isturiz C.C.: Narrow versus
broad spectrum antibacterials: factors in the selection of
penumococcal resistence to beta-lactams, Drugs 62:1289-94, 2002):
- ridurre la quantità del farmaci antibatterici usati;
- usare dosaggi ottimali (evitando le sottodosi) e trattamenti di breve durata;
- ridurre il rischio di trasmissione fra i piccoli bambini che frequentano gli asili nidi e le scuole materne.
Per
aiutare i pediatri a ridurre il numero delle prescrizioni non
necessarie, è importante sviluppare prove rapide (per lo
streptococco gruppo A, per i virus dell'influenza e altri) per
riconoscere l'origine batterica o virale di una malattia febbrile e
meglio ancora per dimostrare la resistenza ai farmaci antibatterici.
Deriva da
tutto ciò che ogni discussione sugli antibiotici a spettro
stretto o largo nei confronti della resistenza rischia di apparire
come un falso dibattito. I pediatri possono usare antibiotici a largo
spettro in molte affezioni delle vie aeree superiori o inferiori,
sulla base del sospetto del più frequente patogeno, valutando
insieme il rischio della multiresistenza agli antibiotici.
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