Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Novembre 2001 - Volume IV - numero 9
M&B Pagine Elettroniche
Appunti di Terapia
L'uso
delle IgG per bocca non previene l'enterocolite necrotizzante
Indirizzo
per corrispondenza:bartolozzi@unifi.it
L'enterocolite
necrotizzante (EN) determina gradi elevati di morbilità
(5-10%) e di letalità nei gravi nati pretermine (circa il
20%), durante le prime settimane di vita: spesso viene richiesto
l'intervento chirurgico di urgenza. In ricerche che iniziarono una
trentina di anni fa e che sono continuate fino a oggi, è stato
tentato l'uso delle immunoglobuline (Ig) per bocca, a volte della
classe G, a volte della classe A e a volte di ambedue le classi. I
risultati ottenuti sono stati discordanti.
Per la prevenzione dell'affezione, il latte umano rappresenta l'alimentazione ideale, in primo luogo quello della madre, ma eventualmente anche quello fornito dalla banca del latte umano.
Per poter disporre di una risposta definitiva riguardo all'effacia delle immunoglobuline per os, è stato intrapreso in Australia uno studio multicentrico, a doppio cieco, controllato contro placebo, in 1.529 neonati, con peso uguale o inferiore a 1.500 g. 768 di loro sono stati assegnati al gruppo trattato con 1.200 mg/kg al giorno e 761 al gruppo placebo, per 28 giorni (Lawrence G et al., Lancet 2001, 357:2090-4). Il trattamento viene iniziato contemporaneamente all'alimentazione enterale.
Nel gruppo trattato con IgG si svilupparono 43 casi di EN, contro 41 casi nel gruppo che aveva ricevuto il placebo (p=0,47).
Viene concluso che la supplementazione all'alimentazione entrale con IgG umane non riduce l'incidenza dell'enterocolite necrotizzante.
Per la prevenzione dell'affezione, il latte umano rappresenta l'alimentazione ideale, in primo luogo quello della madre, ma eventualmente anche quello fornito dalla banca del latte umano.
Per poter disporre di una risposta definitiva riguardo all'effacia delle immunoglobuline per os, è stato intrapreso in Australia uno studio multicentrico, a doppio cieco, controllato contro placebo, in 1.529 neonati, con peso uguale o inferiore a 1.500 g. 768 di loro sono stati assegnati al gruppo trattato con 1.200 mg/kg al giorno e 761 al gruppo placebo, per 28 giorni (Lawrence G et al., Lancet 2001, 357:2090-4). Il trattamento viene iniziato contemporaneamente all'alimentazione enterale.
Nel gruppo trattato con IgG si svilupparono 43 casi di EN, contro 41 casi nel gruppo che aveva ricevuto il placebo (p=0,47).
Viene concluso che la supplementazione all'alimentazione entrale con IgG umane non riduce l'incidenza dell'enterocolite necrotizzante.
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