Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Ottobre 2000 - Volume III - numero 8
M&B Pagine Elettroniche
Appunti di Terapia
Si
può ridurre la durata del trattamento di una faringite acuta
streptococcica?
Dipartimento
di Pediatria, Università di Firenze
La
faringite, con il suo mal di gola, è una delle affezioni più
comuni nei bambini: dal 15 al 50% delle faringiti acute è
dovuta allo streptococco beta-emolitico gruppo A (SBEGA). La diagnosi
di faringite streptococcica viene fatta o con l'identificazione
dell'antigene o per mezzo della coltura.
Relazione
fra fattori di virulenza a malattie, associati a differenti ceppi di
SBEGA (Nelson, 2000).
Nel
grafico soprariportato sono elencate la caratteristiche degli SBEGA,
sia per quanto riguarda la loro invasività, che le loro
caratteristiche tossiniche e patogenetiche, nonché i diversi
quadri clinici che sono ad essi riconducibili.
Posta la
diagnosi di laboratorio, o il sospetto clinico, di faringite
streptococcica, il trattamento antibiotico è assolutamente
indicato, anche per prevenire lo sviluppo successivo di una malattia
reumatica.
Da 50
anni la penicillina è il trattamento di scelta della faringite
streptococcica, anche perché non esistono ancora isolamenti di
ceppi penicillino-resistenti in nessuna parte del mondo. Dal 1953 la
durata del trattamento è stata stabilita in 10 giorni. La
penicillina più usata è la Penicillina V(fenossi-metil-penicillina), in 2 o 3 somministrazioni
giornaliere per bocca, alla dose di 250-500.000 UI/dose nei bambini e
di 500.000-1.000.000 UI/dose per gli adolescenti. Il farmaco in USA
si trova in commercio, dosato in mg (250 mg/pro dose nel bambino e
500 mg/pro dose nell'adolescente).
Una
singola iniezione di benzatin-penicillina (600.000-1.200.000)
rappresenta un'ottima alternativa all'uso della penicillina per
bocca.
Dell'uso
dell'amoxicillina verrà trattato nel paragrafo
successivo.
Nei
pazienti allergici viene consigliato l'uso dellaeritromicina, verso la quale in Italia di recente è
stato riscontrato un aumento nel numero dei ceppi resistenti (in
qualche area fino al 30-40%). In alternativa possono essere usate lecefalosporine, indicate anche nei pazienti allergici alla
penicillina, ma non in quelli che abbiano avuto reazioni immediate,
probabilmente IgE-mediate. Circa il 15% dei pazienti allergici alla
penicillina sono allergici anche alle cefalosporine.
Anchealtri macrolidi, oltre l'eritromicina, si sono dimostrati
efficaci, ma non sono da considerare come farmaci di prima scelta.
Nonostante
l'efficacia di molti di questi antibiotici, non sempre essi sono
capaci di eradicare dal faringe lo SBEGA, nemmeno le penicilline,
usate in dose e ritmo appropriati e per 10 giorni.
Tentativi
per diminuire la frequenza della somministrazione di antibiotici
Vi sono
state molte prove cliniche che hanno dimostrato che è
possibile usare la penicillina V in due somministrazioni giornaliere,
ma tutti sono d'accordo che una sola dose al giorno sia
insufficiente. Anche la somministrazione di eritromicina può
essere fatta due volte al giorno, per venire incontro alla necessità
di semplificare lo schema di trattamento.
In due
pubblicazioni (Shvartzman P et al, BMJ 306, 1170-2, 1993; Feder HM
et al, Pediatrics 103, 47-51, 1999) l'amoxicillina, usata in
una sola somministrazione al giorno, alla dose di 50 mg/kg, per 10
giorni ha dimostrato un'efficacia paragonabile a quella della
penicillina V in 3 somministrazioni giornaliere, per 10 giorni. Va
tuttavia ricordato che l'FDA non approva l'uso dell'amoxicillina
una volta al giorno nel trattamento della faringite da SBEGA.
Anche le
cefalosporine per bocca (cefadroxil, cefixime e ceftibutin, una volta
al giorno, offrono un'altra alternativa, ma questi farmaci sono
molto più costosi della penicillina V e della amoxicillina:
tutte sono approvate dall'FDA per l'impiego, una volta al giorno
per 10 giorni, nel trattamento della faringite streptococcica.
Tentativi
per ridurre la durata del trattamento
I
tentativi fatti per ridurre la durata del trattamento con penicillina
V sono stati senza successo: gli insuccessi, clinici e
batteriologici, sono molto più frequenti dopo una durata di
5-7 giorni che dopo 10 giorni.
Un solo
tentativo di ridurre la durata della amoxicillina per bocca, una
volta al giorno per 6 giorni, è stato coronato da successo, ma
senza ulteriori ricerche per ora una durata di 6 giorni non può
essere consigliata nella pratica clinica.
Alcune
cefalosporine (cefdinir e cefpodoxime) sono risultate essere efficaci
anche per trattamenti di 4-5 giorni: queste sono le sole
cefalosporine approvate dall'FDA per trattamento della faringite
streptococcica da SBEGA in una sola somministrazione.
Anche
l'azitromicina è risultata efficace con un trattamento di 5
giorni, ma essa ha un costo troppo elevato in confronto alla
penicillina V e all'amoxicillina.
Al prezzo
elevato va aggiunta anche la considerazione che sia cefalosporine di
terza generazione per bocca, che l'azitromicina, possedendo un
effetto anche su molti altri agenti infettivi, oltre lo SBEGA, è
facile possano favorire l'emergere di ceppi resistenti.
Conclusioni
Esistono
numerose scelte sia per ridurre le dosi giornaliere che per ridurre
la durata del trattamento di una faringite da SBEGA. Ma tutti gli
antibiotici alternativi alla penicillina V sono chi più e chi
meno costosi della fenossi-metil-penicillina. Inoltre l'allargamento
dello spettro antimicrobico deve far temere l'insorgenza di
resistenza in altri tipi di agenti infettivi. Prezzo e pericolo di
resistenza debbono essere attentamente soppesati nella scelta
dell'antibiotico.
Per
tutto questo al momento la penicillina V rimane l'antibiotico di
scelta per il trattamento della faringite streptococcica, per due
volte al giorno, per 10 giorni (Tanz RR, Pediatr Infect Dis J
2000, 19:569-70).
Nei
pazienti allergici alla penicillina, l'eritromicina, due volte al
giorno per 10 giorni è da preferire, anche se l'azitromicina,
una volta al giorno per 5 giorni, può essere considerata
un'alternativa, ma più costosa.
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