Dicembre 2024 - Volume XLIII - numero 10
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1Dipartimento di Scienze Mediche, Chirurgiche e della Salute, Università di Trieste
2IRCCS Materno-Infantile “Burlo Garofolo” Trieste
Indirizzo per corrispondenza: gianluca.tornese@burlo.trieste.it
Key words: Screening, Type 1 diabetes mellitus, Family pediatricians, Risk, Prevention
The screening programme for type 1 diabetes mellitus shall be implemented nationwide in Italy in 2025 with the goal of early identification of at-risk individuals through the detection of anti-beta cell autoantibodies. This study explored the knowledge, perceptions and preparedness of the primary care paediatricians in the Friuli Venezia Giulia region and revealed limited awareness of the screening programme among participants and a unanimous request for more information and training. While recognizing the potential benefits of screening, such as reducing the incidence of diabetic ketoacidosis at onset and enabling early interventions, paediatricians expressed concerns about increased anxiety among families, workload management and the need for defined follow-up protocols. The study highlights the importance of providing adequate educational tools, clear guidelines and organizational support to ensure the success of the screening programme. As the programme expands nationwide, further evaluations will be necessary to enhance paediatricians’ preparedness and engagement in this ambitious initiative.
Lo screening per il diabete mellito di tipo 1 è destinato a essere implementato su scala nazionale in Italia a partire dal 2025, con l'obiettivo di identificare precocemente i soggetti a rischio attraverso la rilevazione di autoanticorpi anti-beta cellula. Questo studio ha indagato il livello di conoscenza, le percezioni e la preparazione dei pediatri di libera scelta del Friuli Venezia Giulia rispetto al programma di screening, evidenziando una conoscenza limitata del programma tra i partecipanti e una richiesta unanime di maggiori informazioni e formazione. Pur riconoscendo i potenziali benefici dello screening, come la riduzione degli esordi con chetoacidosi diabetica e la possibilità di interventi precoci, i pediatri hanno espresso preoccupazioni relative all’aumento dell’ansia nelle famiglie, alla gestione del carico di lavoro e alla necessità di protocolli di follow-up definiti. Lo studio sottolinea l'importanza di fornire strumenti educativi adeguati, linee guida chiare e supporto organizzativo per garantire il successo del programma di screening. Con l'espansione nazionale dello screening, ulteriori valutazioni saranno necessarie per migliorare la preparazione e il coinvolgimento dei pediatri in questa iniziativa ambiziosa.
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