Novembre 2024 - Volume XLIII - numero 9
Problemi correnti
1Università di Trieste
2IRCCS Materno-Infantile “Burlo Garofolo”, Trieste
Indirizzo per corrispondenza: sofiadepra.mc@gmail.com
Key words: Urinary tract infections, Vesicoureteral reflux, Antibiotic prophylaxis
Urinary tract infections (UTIs) are a common occurrence in the paediatric population and are often paucisymptomatic in children under two years of age. A definitive diagnosis is obtained through urine culture, which should be collected using invasive methods or midstream urine. Intravenous (IV) therapy is indicated for infants under two months of age, in cases of complicated UTIs, or when there is a suspicion of poor therapeutic adherence. The effectiveness of oral antibiotic therapy (OS) has not shown to be inferior to that of IV therapy in other cases. Two large studies have shown that the effectiveness of a 5-day antibiotic therapy is not inferior to a 10-day one. The addition of corticosteroids, although it is safe, does not show solid evidence regarding its benefit and remains at the clinician's discretion. After a first episode of UTI, a renal ultrasound should always be performed to rule out underlying conditions such as vesicoureteral reflux or renal hypodysplasia. Other diagnostic investigations, such as voiding cystourethrography and renal scintigraphy with MAG3 or DMSA, should be performed only as a second step if specific abnormalities are detected on ultrasound or if there are specific clinical findings. UTIs rarely result in renal scarring, which is more often associated with congenital conditions. Moreover, unilateral renal scars are very rarely correlated with a decline in renal function. The usefulness of antibiotic prophylaxis in VUR (vesicoureteral reflux) has been questioned by numerous studies, which have demonstrated its limited effectiveness in reducing the recurrence of UTIs and its ineffectiveness in preventing renal scars, both in children with low-grade and high-grade VUR.
Le infezioni delle vie urinarie (IVU) sono un’evenienza frequente nella popolazione pediatrica e spesso paucisintomatica nei bambini di età inferiore ai due anni. La diagnosi di certezza si ottiene tramite urinocoltura, che dovrebbe essere raccolta con metodiche invasive o da mitto intermedio. La terapia endovenosa è indicata nei lattanti di età inferiore ai due mesi, nei casi di IVU complicate o in presenza di un sospetto di scarsa aderenza terapeutica. L’efficacia della terapia antibiotica per OS non si è dimostrata inferiore a quella endovenosa negli altri casi. Due ampi studi hanno evidenziato che l’efficacia della terapia antibiotica di 5 giorni non è inferiore a quella di 10 giorni. L'aggiunta di corticosteroidi, sebbene sicura, non presenta evidenze solide riguardo al suo beneficio e rimane a discrezione del clinico. Dopo un primo episodio di IVU, dovrebbe sempre essere eseguita un’ecografia renale per escludere patologie sottostanti, come il reflusso vescicoureterale o l’ipodisplasia renale. Altre indagini diagnostiche, come la cistouretrografia minzionale e la scintigrafia renale con MAG3 o DMSA, andrebbero eseguite solo in seconda battuta, in presenza di anomalie riscontrate all’ecografia o di quadri clinici specifici. Le IVU raramente causano cicatrici renali, che sono più spesso associate a condizioni congenite. Le cicatrici renali monolaterali, inoltre, molto raramente si correlano a un declino della funzione renale. L'utilità della profilassi antibiotica nel RVU (reflusso vescicoureterale) è stata messa in discussione da numerosi studi, che ne hanno dimostrato la scarsa efficacia nella riduzione della ricorrenza delle IVU e l'inefficacia nella prevenzione delle cicatrici renali, sia nei bambini con RVU di basso che di alto grado.
Vuoi citare questo contributo?