Gennaio 2024 - Volume XLIII - numero 1

Medico e Bambino


Ricerca

Minori in viaggio per farsi curare

Rita Campi, Maurizio Bonati

Dipartimento di Epidemiologia Medica, Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri - IRCCS, Milano

Indirizzo per corrispondenza: maurizio.bonati@ricercaepratica.it

Minors Travelling for Treatment

Key words: Patients’ mobility, Inter-regional health migration, National Health Service

Equitable access to healthcare is crucial to ensure the fundamental human right to health for all, also for children. However, the possibility to use medical services (e.g. access to hospital) in an appropriate manner differs substantially between Italian regions. It is a situation, a source of inequality that has been known for some time and has not found a solution to date. In 2020, the pandemic year, 74,071 hospital admissions were registered for children and adolescents residing in regions other than those of hospitalization (14.3% of total hospitalizations outside the region of residence). The national flight index was 8.7 ranging from 3.4 in Lazio to 43.4 in Molise. 54.8% of out-region hospitalizations were for patients travelling from one of the regions bordering their residences, in particular for deliveries. The regions with the highest mobility rate and long distance hospitalisation were Calabria, Sardinia and Sicily with a flight index of 29.0, 11.8 and 11.5 respectively, for a total of 11,745 hospitalizations. The main causes of hospitalization in a region far from one’s own are attributable to psychiatric disorders (43.3% of their Major Diagnostic Category), epilepsy and cephalalgy care (24.3%) and surgery for the replacement of major joints or reimplantation of the lower limbs (18.5%). The phenomenon of medical migration undermines the principles of universality, equality and fairness, and thus an intervention is required to guarantee such an unfulfilled right in its entirety. In this view, centres of excellence for paediatric care and clinical research are also needed in the southern regions.

Un accesso equo all’assistenza sanitaria è fondamentale per garantire il diritto alla salute per tutti, anche per i bambini. Tuttavia, la possibilità di utilizzare i Servizi medici (ad esempio l’accesso all’ospedale) in modo appropriato differisce sostanzialmente tra le regioni italiane. È una situazione fonte di disuguaglianza che è nota da tempo e che a oggi non ha trovato soluzione. Nel 2020, anno della pandemia, si sono registrati 74.071 ricoveri ospedalieri di bambini e adolescenti residenti in regioni diverse da quelle di ricovero (il 14,3% del totale dei ricoveri fuori regione di residenza). L'indice di fuga nazionale è stato di 8,7, variando da 3,4 del Lazio a 43,4 del Molise. Il 54,8% dei ricoveri extraregionali ha riguardato pazienti provenienti da una delle regioni confinanti con quella della propria residenza, in particolare per i parti. Le regioni con il più alto tasso di mobilità e di ospedalizzazione a lunga distanza sono state la Calabria, la Sardegna e la Sicilia con un indice di fuga rispettivamente di 29,0, 11,8 e 11,5, per un totale di 11.745 ricoveri. Le principali cause di ricovero in una regione lontana dalla propria sono riconducibili a disturbi psichiatrici (43,3% della Categoria Diagnostica Maggiore), cure per epilessia e cefalalgia (24,3%) e interventi chirurgici per la sostituzione delle articolazioni maggiori o il reimpianto degli arti inferiori ( 18,5%). Il fenomeno della migrazione medica mina i principi di universalità, uguaglianza ed equità, e pertanto è necessario un intervento per garantire tale diritto: ridurre la migrazione sanitaria con azioni (politiche, sociali, sanitarie) di contrasto efficaci è essenziale per garantire equità nelle cure.

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