Gennaio 2023 - Volume XLII - numero 1
Pagine elettroniche
1Laboratorio per la Salute Materno-Infantile, Dipartimento di Salute Pubblica, Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri" IRCCS, Milano
2Unità di Neuropsichiatria Infantile, Ospedale "Santi Paolo e Carlo", Milano
Indirizzo per corrispondenza: maurizio.bonati@marionegri.it
Key words: Child development, Development surveillance, Paediatric assessment, Psychological distress, Parent report measures
Objective - To assess the feasibility of a shared approach that combines the clinical expertise of family paediatricians and the perspectives of parents in the early identification of potential disorders in children using standard clinical practice tools.
Study design - Within the NASCITA birth cohort, in addition to the family paediatrician’s clinical evaluation, the M-CHAT-R was completed by parents to assess the child’s language, social skills, behaviour, and sensory areas. Parents were also asked to complete the PSI-SF to verify the magnitude of stress in the parent-child system. Univariate and multivariate analyses were performed to evaluate the association between child and parental characteristics and the presence of warning signs.
Results - The follow-up assessment was completed for 435 infants: 69 (15.8%) presented warning signs: 43 in the paediatrician’s assessment and 36 in the M-CHAT-R (10 in both). A total of 16 children (14 with warning signs) received a diagnosis after a specialist evaluation. Being male (OR = 2.42, 95% CI: 1.20-4.86) and having sleep disorders (OR = 2.48, 95% CI 1.19-5.71) was associated with a greater likelihood of warning signs in the multivariate analysis, while reading aloud was a protective factor (not exposed versus exposed, OR = 3.14; 95% CI 1.60-6.17). For 73 children (18.4%), at least one parent tested positive for PSI-SF. An increased prevalence of parental distress was observed in children with warning signs (OR 2.36, 95% CI 1.27-4.37).
Conclusions - Integrating physician and parental perspectives during well-child visits and in clinical practice appears feasible and can improve the identification of children at risk of developmental disorders.
Obiettivo - Valutare la fattibilità di un approccio condiviso che combini la valutazione clinica dei pediatri di famiglia e le prospettive dei genitori nell’identificazione precoce di potenziali disturbi nei bambini utilizzando strumenti standard di pratica clinica.
Disegno dello studio - Nell’ambito della coorte NASCITA, al bilancio di salute dei due anni di età oltre alla valutazione clinica del pediatra di famiglia, è stato completato dai genitori il M-CHAT-R per valutare il linguaggio, le abilità sociali, il comportamento e le aree sensoriali del bambino. Ai genitori è stato anche chiesto di completare il PSI-SF per verificare l’entità dello stress nella relazione genitore-figlio. Sono state eseguite analisi univariate e multivariate per valutare l’associazione tra le caratteristiche del bambino e dei genitori e la manifestazione di segnali di allarme.
Risultati - La valutazione di 435 bambini ha consentito di individuarne 69 (15,8%) che presentavano segnali di avvertimento di possibili disturbi dello sviluppo: 43 identificati dalla valutazione clinica del pediatra e 36 utilizzando la M-CHAT-R (10 bambini risultati positive da entrambe le valutazioni). 16 bambini (14 che presentavano segni di allerta) hanno ricevuto una diagnosi di disturbo dello sviluppo da parte di uno specialista (psicologo o neuropsichiatra infantile). Essere maschio (OR = 2,42, IC 95% 1,20-4,86) e soffrire di disturbi del sonno (OR = 2,48, IC 95% 1,19-5,71) rappresenta un rischio di manifestare segni di possibili disturbi dello sviluppo, mentre l’esposizione alla lettura ad alta voce rappresenta un fattore protettivo (non esposti vs esposti, OR = 3,14; IC 95% 1,60-6,17). Per 73 bambini (18,4%) almeno un genitore è risultato positivo al PSI-SF. Un’aumentata prevalenza di distress genitoriale è stata osservata nei bambini che presentavano segni di allerta per possibili disturbi dello sviluppo (OR 2,36, IC 95% 1,27-4,37).
Conclusioni - L’integrazione delle valutazioni e prospettive del pediatra di famiglia e dei genitori in occasione dei bilanci di salute può migliorare l’identificazione dei bambini a rischio di disturbi dello sviluppo.
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Scuola di Specializzazione in Pediatria, Università di Trieste
Indirizzo per corrispondenza: sara.romano17@gmail.com
Key words: Median raphe cyst
The Authors describe the rare (and striking) case of a 4-year-old child with an infected median raphe cyst.
Gli Autori descrivono il raro (ed eclatante) caso di un bambino di 4 anni con cisti infetta del rafe mediano.
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1UO di Pediatria, Ospedale “G.B. Morgagni - L. Pierantoni”, Forlì, AUSL della Romagna
2Scuola di Specializzazione in Pediatria, Università di Bologna
Indirizzo per corrispondenza: francesco.accomando@studio.unibo.it
Key words: Kawasaki disease, Adenovirus infection, Differential diagnosis
Kawasaki disease (KD) still represents a challenge for differential diagnosis because it shares clinical features with other infectious diseases. Adenovirus infection has many symptoms that can be found among the diagnostic criteria of KD. However, the two entities have some minor differences that are useful to distinguish them. It is quite important, even with a positive PCR test for adenovirus, not to exclude a possible KD to avoid a diagnosis delay and possible severe complications.
La malattia di Kawasaki (MK) rappresenta ancora oggi una sfida di diagnosi differenziale con patologie dalla presentazione clinica sovrapponibile. L’infezione da adenovirus è una di queste, poiché condivide molti sintomi che sono anche criteri diagnostici di MK. Le due entità presentano tuttavia alcune minime differenze utili per distinguerle. È importante non distoglierci troppo dal sospetto di MK, anche di fronte a una documentata presenza di adenovirus nelle secrezioni respiratorie, per non ritardare una diagnosi importante.
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