Aprile 2021 - Volume XL - numero 4
Pagine elettroniche
UOC di Pediatria, PO “Sant’Anna”, ASST-Lariana, Como
Indirizzo per corrispondenza: angelo.selicorni61@gmail.com
Key words: Nitrous oxide, Conscious sedation, Children
Background - To prevent and control the procedural pain includes an adequate analgesia and the reduction of the anxiety/distress related to the procedure itself. A useful tool that combines the analgesic and sedative effects is nitrous oxide combined in different percentages with oxygen.
Objective - The goal of this study is to evaluate the efficiency of the nitrous oxide in the management of procedural pain and distress in a paediatric environment, also considering the possibility that a pre-made solution of nitrous oxide and oxygen 50/50 could be given independently of the inmate by a properly trained nurse.
Methods - An observational study at the Paediatric First Aid Department in Sant’Anna Hospital (Como, Italy) was performed by creating a special procedure that was applied to children older than 1 year old that needed to undergo low to mild painful procedures between July 6th 2017 and December 31st 2019. The blend was dosed by a demand valve. For each procedure a form was filled in with personal data, side effects, parameters and an evaluation of the pre-procedure and post-procedure pain. All the staff then took a satisfaction questionnaire.
Results - The study corroborates that preblended nitrous oxide 50/50 is safe and efficient, and also guarantees analgesic and anxiolytic effects for a vast case of mildly painful procedures. The little use of other drugs and the absence of opioids in the treatment is likely the main reason for the absence of major side effects.
Conclusions - The collected data suggest that a 50/50 blend of nitrous oxide and oxygen is still used considering its efficiency and manageability in the procedural sedation and also confirm that using the same concentrations and avoiding combination with opioids is safe and available to properly formed nurses.
Razionale - La prevenzione e il controllo del dolore da procedura devono includere una adeguata analgesia e la riduzione dell’ansia associata alla procedura stessa. Uno strumento che combina l’effetto analgesico e ansiolitico è il protossido di azoto miscelato in diverse percentuali all’ossigeno.
Obiettivi - Scopo di questo studio è valutare l’efficacia del protossido di azoto nella gestione del dolore e dell’ansia da procedura in ambito pediatrico valutando anche la possibilità di somministrazione della miscela precostituita di protossido di azoto e ossigeno 50/50 in autonomia da parte del personale infermieristico adeguatamente formato.
Materiali e metodi - Abbiamo condotto uno studio osservazionale presso il Pronto Soccorso Pediatrico e l’UOC di Pediatria del PO Sant’Anna di Como istituendo una procedura ad hoc applicata ai pazienti pediatrici di età superiore a un anno che necessitavano di essere sottoposti a procedure dolorose di intensità da lieve a moderata tra il 6 luglio 2017 e il 31 dicembre 2019. La miscela è stata somministrata tramite una valvola a domanda. Per ogni paziente è stata compilata una scheda con i dati anagrafici, gli effetti collaterali, i parametri e la valutazione del dolore pre- e post-procedura. A tutto il personale è stato sottoposto un questionario di gradimento.
Risultati - Lo studio conferma che il protossido di azoto premiscelato è sicuro ed efficace garantendo un effetto analgesico e ansiolitico per un ampio numero di procedure moderatamente dolorose. L’utilizzo contenuto di farmaci in associazione e il non aver mai associato oppioidi rende verosimilmente conto della assenza di effetti collaterali maggiori.
Conclusioni - I dati da noi raccolti portano a considerare che la miscela equimolare protossido di azoto/ossigeno sia ancora sottoutilizzata rispetto alla sua efficacia e maneggevolezza nella sedazione procedurale e confermano che, con l’utilizzo di concentrazioni fisse e non ricorrendo all’associazione con oppioidi, è sicura e utilizzabile da personale infermieristico formato.
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UOC di Pediatria e Neonatologia, *Servizio di Neurologia Pediatrica
Ospedale di Ravenna, AUSL della Romagna
Indirizzo per corrispondenza: angela.troisi@auslromagna.it
Key words: Antiepileptic drugs, Vitamin D, Bone mineralization
The possible negative effects of antiepileptic drugs on bone metabolism with the consequent possible risks have been discussed in the literature for more than 30 years. Two reviews of the literature attempted to answer the following clinical questions: “Should vitamin D supplementation be used in children receiving antiepileptic drugs?”, “Do children on chronic antiepileptic drug therapy have to perform bone densitometry (DEXA) to assess the state of bone mineralization”? The evidence suggests to prescribe a prophylaxis with vitamin D at 400 IU/day to children on antiepileptic therapy and without other risk factors and provide them with indications regarding correct eating, motor and sun exposure lifestyles. Higher doses will be evaluated in case of coexistence of risk factors. DEXA screening may be useful in children on antiepileptic therapy and with a history of fractures (particularly multiple or low impact fractures) or in children on prolonged antiepileptic therapy and in the presence of additional risk factors (e.g. infantile cerebral palsy).
I possibili effetti negativi dei farmaci antiepilettici sul metabolismo osseo con i conseguenti possibili rischi sono discussi in letteratura da più di 30 anni. Recentemente sono state pubblicate due revisioni della letteratura che hanno cercato di rispondere ai seguenti quesiti clinici: “Va utilizzata la supplementazione con vitamina D nei bambini in terapia con farmaci antiepilettici?”; “I bambini in terapia cronica con farmaci antiepilettici devono eseguire la densitometria ossea (DEXA) per valutare lo stato di mineralizzazione ossea”? Le evidenze prodotte consigliano di prescrivere ai bambini in terapia antiepilettica e senza altri fattori di rischio una profilassi con vitamina D a 400 UI/die e di fornire indicazioni riguardo a corretti stili di vita alimentari, motori e di esposizione solare. Dosi più elevate saranno da valutare in caso di coesistenza di fattori di rischio. Potrebbe essere utile uno screening tramite DEXA nei bambini in terapia antiepilettica e con storia di fratture (in particolare fratture multiple o a basso impatto) oppure in bambini in terapia antiepilettica prolungata e in presenza di fattori di rischio aggiuntivi (es. paralisi cerebrale infantile).
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