Gennaio 2019 - Volume XXXVIII - numero 1

Medico e Bambino


Editoriali

La magia di vivere il presente, scommettendo sul futuro

Federico Marchetti

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F. Marchetti
La magia di vivere il presente, scommettendo sul futuro
Medico e Bambino 2019;38(1):6-8 https://www.medicoebambino.com/?id=1901_06.pdf

Editoriali

Quanto fanno male i “raggi”?

Massimo Fontana

Pediatra, Milano

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M. Fontana
Quanto fanno male i “raggi”?
Medico e Bambino 2019;38(1):6-8 https://www.medicoebambino.com/?id=1901_06.pdf


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Ulisse o Telemaco?
Egregio Prof. Marchetti,
ho letto con estremo interesse il suo editoriale sul numero di gennaio di MeB.
In primo luogo perché, essendo nato nel 1951, appartengo a buon diritto alla generazione del dopoguerra, ma anche perché, da qualche tempo, condivido la sensazione come Lei ben scrive di "…qualcosa che ostacola la speranza".
Forse, essendo ormai in pensione da quattro anni, non avrei il diritto di nutrire questa o altre emozioni pediatriche, ma come accade per i preti e gli artisti credo che i medici restino tali “a vita”. Tanto più i pediatri, nutriti da migliaia di giovinezze passate accanto a loro.
Lei ha portato alcuni esempi di criticità che potrebbero giustificare le sensazioni di sfiducia che viviamo: luci e ombre dei primi 40 anni del Servizio Sanitario Italiano e i cambiamenti climatici.
Ed é vero; due grandi temi. Ma, accanto a questi mi permetto di inserirne un terzo, ancora più strettamente pediatrico: il crollo demografico, che lentamente, ma inesorabilmente, mi pare stia introducendo un velenoso sentore d’inutilità nel nostro bellissimo mestiere.
Come eravamo 20 anni fa, lo ricordo bene e so anche come eravamo 40 anni fa quando iniziai la mia tesi con il Prof. Cao. Ma allora i bambini nascevano; erano il nostro pane, e non solo quello da masticare, lì, pronto per essere colto.
E oggi? Da sette anni mi interesso alla demografia delle mie patrie: quella grande, l’Italia, e quella piccola ma non meno amata, la mia isola. Non voglio tediare con dati che Lei ben conosce, ma Le confesso che da allora il mio senso di angoscia sta aumentando sempre più, anche perché mi rendo conto che, quando affronto in pubblico l’argomento del pauroso crollo delle nascite, i primi a mostrare una certa insofferenza sono proprio i colleghi pediatri. Anche questo non è un cambiamento globale?
E’ vero, nessuno ha il coniglio da togliere dal cilindro. Tuttavia, se noi per primi, non iniziamo ad affrontare questa crisi della nostra società ad alta voce e magari guardando con umiltà a chi ha fatto meglio di noi con lo stesso problema, allora potremo disinteressarci un poco dei cambiamenti climatici, anche perché non avremo figli o nipoti cui possano riguardare.
Forse mi sto "crogiolando nel rimpianto e nel desiderio di qualcosa che non c’è più", ma sono con Lei nell’appello "all’etica di responsabilità per i diritti delle future generazioni" e nella battaglia in cui, come pediatri, credo sia nostro dovere spenderci perché, in primo luogo, queste possano esistere.
Oggi non so se un pediatra debba sentirsi un eterno Ulisse. Preferisco pensare un Telemaco. Letteralmente: “colui che combatte da lontano”.
Buon anno anche a Lei e a MeB.
Buon lavoro e cordiali saluti.
Paolo Masile
paolomasile@tiscali.it

Paolo Masile
Già Pediatra e Neonatologo Ospedale S. Michele - A.O. Brotzu-Cagliari
luned�, 4 Febbraio 2019, ore 13:19