Supplemento 2018 - Volume XXXVII - numero 11
La Pediatria sulla Grande Stampa
Professore Emerito di Pediatria, Università di Trieste
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La letteratura pediatrica, specie quella autorevole, quella sulla “grande stampa”, continua a lanciare messaggi forti
che richiamano l’attenzione sul problema degli adolescenti e della loro difficoltà di stare al mondo e del continuo aumento
del disagio psico-sociale nel bambino più in generale. Se ne parla sempre di più (e questo è un bene e ci motiva
a farcene carico, a considerare tutto questo parte importante e inderogabile del nostro mestiere, a condividere problemi
e ricerca delle soluzioni), ma in concreto si agisce poco. E l’adolescente rimane ancora abbandonato a vagare inascoltato
e abbandonato in una terra di nessuno: tra una Pediatria che non si getta ancora nella mischia con la buona
volontà (l’onestà?) e la consapevolezza che il suo ruolo comporta e la Medicina dell’adulto che ignora: ignora tutto,
sul piano scientifico, sul piano assistenziale, sul piano della solidarietà e su quello delle priorità di investimenti.
La Pediatria, certo, continua a essere anche il teatro di grandi innovazioni, scoperte, progressi che fanno bene a tutta
la Medicina: avanzamenti della ricerca e delle conoscenze sulle basi molecolari delle malattie che anche quest’anno
hanno trovato una traduzione inaspettata quanto entusiasmante sul piano delle terapie. Ma poi, nel lavoro di ogni
giorno, c’è ancora la pratica delle piccole-grandi cose, dei piccoli grandi casi (spesso indimenticabili). Di cui anche la
“grande stampa” non può fare a meno e della cui varietà e peculiarità non ho potuto rinunciare a dare qualche
esempio anche sullo speciale di quest’anno. Buona lettura, se ne avete voglia. Con leggerezza, mi raccomando.
Alessandro Ventura |
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