Maggio 2010 - Volume XXIX - numero 5

Medico e Bambino


Lettere

H1N1, pediatri e mass media
Riflessioni sulla (mancata?) pandemia

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H1N1, pediatri e mass media; Riflessioni sulla (mancata?) pandemia
Medico e Bambino 2010;29(5):283-285 https://www.medicoebambino.com/?id=1005_283.pdf


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Pandemia influenzale e mass media
La lettera di Farnetani sulla pandemia vista nella prospettiva della (in)capacità di rapportarsi con i Media (Medico e Bambino 2010;29:283) mi induce a una risposta; la scarsa propensione dei pediatri a gestire la comunicazione di massa avrebbe reso parziale l’informazione sull’attesa grande pandemia perché avrebbe privato i mezzi di informazione di un contraddittorio su temi a carattere scientifico che toccava a noi operatori del settore fornire.
Secondo me questo è vero, ma solo in parte; non voglio difendere atteggiamenti pilateschi di chi avrebbe espresso determinate convinzioni in ambiti ristretti rifiutando di difenderle in pubblico, ma questa non è la regola e comunque credo che ci siano responsabilità molto maggiori da rilevare.
C’è stato un momento in cui ci voleva un bel coraggio a esprimere dubbi ed eccezioni rispetto a misure presentate come drammaticamente necessarie da ministri, opinion leader, grandi esperti, Società scientifiche; nonostante ciò, non è che proprio fosse impossibile trovare chi dimostrava di avere quel coraggio e cercava di esaminare la questione col proprio libero pensiero (e questo libero pensiero lo esprimeva coerentemente) e non col filtro dell’ideologia o dell’interesse o della visibilità; basta pensare proprio alla rivista Medico e Bambino, che ha intrapreso questa strada faticosa; ma penso anche ai vari T. Jefferson o L. Grandori che sono stati “scoperti” dai Media (e solo da una parte di questi) soltanto quando il vento è cambiato e ormai il grande flop era evidente.
Ma se quei colleghi indicati da Farnetani hanno la colpa (e anche io credo si tratti di colpa) di non essersi voluti esporre al rischio mediatico remando contro corrente, cosa dire invece delle responsabilità di quelle società scientifiche che dovrebbero per definizione guidare la formazione professionale di noi operatori sanitari e che invece di cercare le verifiche più scrupolose possibili hanno ritenuto meglio dispiegare le vele al vento della maggiore visibilità possibile? Si tratta delle stesse che, come dice senza nominarle lo stesso Farnetani, ... da anni lanciano l’allarme di epidemie di influenza sempre peggiori con un copione che si ripete sempre puntuale... legittimando quindi il sospetto che parlino in difesa di una posizione ideologica piuttosto che pragmaticamente scientifica.
Ecco allora che in una scala di responsabilità, per analizzare i motivi di un’informazione parziale, occorre tirare in ballo sia i Media sia quella parte degli operatori che ha ancora una volta ripetuto lo stesso copione; infatti non è vero, come conclude Farnetani, che c’è stata la replica amplificata di un modello ripetuto da anni, con la costante assenza della voce dei pediatri, perché alcuni pediatri (e sempre gli stessi) sono comparsi in continuazione sugli schermi della comunicazione di massa per riproporre sempre più insistentemente quello stesso copione.
E questo significa che ci sono stati alcuni giornalisti che quello schermo hanno offerto loro e solo a loro.
E ora io mi chiedo: come mai nessun dubbio sulla pandemia è stato manifestato da quelle Società scientifiche?... e ancor di più mi chiedo: come mai ancora adesso nessuno è andato a chiedere loro conferma o smentita delle opinioni riversate da tutti gli schermi sugli italiani pazienti o pediatri che fossero? Come mai continuano a chiedere la vaccinazione antinfluenzale (parlo della stagionale) di tutti i bambini e nessuno riesce a fare in modo che ci sia un confronto scientifico sulle prove di efficacia della stessa? Come mai approvano un ennesimo ulteriormente allargato calendario vaccinale senza cercare un minimo confronto dialettico, ma discutendo solo tra chi ha la stessa opinione, proponendo ancora di più per chi ha già tutto e continuando a non interessarsi al modo di raggiungere i non raggiunti? Come mai nessuno chiede loro informazioni sui vantaggi che certe “nuove” vaccinazioni di massa hanno prodotto sulla salute degli italiani rispetto al dispendio di risorse che hanno richiesto?
Purtroppo, caro Farnetani, la regola è che il rapporto con i Media non rispetta sempre lo schema limpido che hai prospettato: il giornalista cerca la fonte attendibile per diffondere la notizia preoccupandosi di assicurare un buon contraddittorio; le fonti sono sempre scrupolose nel fornire i dati tecnici; il pubblico riceve informazioni attendibili. Purtroppo il circuito può essere meno virtuoso: il giornalista può essere attratto dalla tentazione di dare spazio maggiore alla notizia più “appetitosa”; la fonte può essere distratta da interessi di visibilità o di coerenza ideologica; al pubblico arriva una informazione... come quella che siamo purtroppo abituati a vedere.


Rosario Cavallo
Pediatra di famiglia, Salice Salentino (Lecce)
luned�, 19 Luglio 2010, ore 17:25

Società scientifiche e pandemia
Caro Rosario Cavallo,
tu additi le società scientifiche operanti in Italia come (in parte) responsabili della disinformazione riguardo la pandemia di influenza e delle scelte che tu e molti altri ritenete dissennate e causa di sperpero di denaro pubblico e di tradimento della fiducia della popolazione.
Da osservatore attento di tutta la vicenda, non ho ricordi di una esposizione così sbilanciata delle stesse, la cui iniziativa mi è parsa semmai improntata a forse eccessiva prudenza e a molti tentennamenti, con prese di posizione sconfessate magari il giorno successivo.
Forse ti riferisci a documenti, come quello congiunto della FIMP e dei medici igienisti del 13/11/2009 (http://prontosoccorso.eumed.org/area-pubblica/2839/pediatri-igienisti-sicurezza-vaccino-nuova-influenza-a-h1n1/), in cui si cercava in realtà di fare un po’ di chiarezza in mezzo al turbinio di notizie incontrollate e si invitavano gli operatori sanitari ad avere un atteggiamento coerente con il loro ruolo e consapevole delle proprie responsabilità di fronte alla pubblica opinione.
Ma, in attesa di qualche chiarimento da parte tua, vorrei chiederti cosa ne pensi dell'appello rivolto al popolo americano da parte, in questo caso, di tutte le principali società scientifiche americane, come, per citarne una, l'American Academy of Pediatrics, in cui a gennaio del 2010 (quindi a epidemia in larga misura trascorsa) si invitava la popolazione ad avvalersi della vaccinazione per proteggere i singoli e l'intera comunità con queste parole:
“We especially encourage people with underlying health conditions, pregnant women, children, young adults, caretakers of infants, and health care workers to get vaccinated against H1N1. Unlike the seasonal flu, H1N1 has hit children, young people, and adults under age 65 exceptionally hard. That is why we encourage you to get the H1N1 vaccine as soon as possible.
Fighting the flu is a shared responsibility. We ask you to join us in this fight to protect yourself and your community by getting the H1N1 flu vaccine.”
(http://www.cdc.gov/h1n1flu/open_letter_h1n1_vaccine.htm).


Stefano Prandoni
Pediatra di famiglia
mercoled�, 21 Luglio 2010, ore 19:12

Risposta a Prandoni
Caro Stefano,
dici di non ricordare esposizioni sbilanciate; io ho ricordi diversi. Dato che giustamente i miei ricordi non fanno testo, bisogna ricorrere a documenti scritti.

La Newsletter Fimp del 4 agosto 2009 è molto chiara e fornisce indicazioni precise: riporto alcune affermazioni letterali aggiungendo tra parentesi il mio commento.
[...]
- Dovremo sottolineare che non necessariamente la NI sarà più grave dell’IS (infatti si conoscono già alcuni dati epidemiologici tranquillizzanti rispetto all'allarme generale)
- La raccomandazione a vaccinare bambini e gestanti dovrà superare perplessità riguardanti la sicurezza (a questa data non è ancora disponibile nessun serio studio di sicurezza)
- Le richieste di vaccinarsi potrebbero superare la disponibilità di vaccino (e infatti le "uscite" mediatiche avranno accelerazioni o frenate in base alla disponibilità dello stesso)
[...]
Da queste osservazioni deriva la scelta di FIMP di inviare informazioni il più possibile precise a tutti.

Raccomandazioni per la nuova influenza.
Ogni Regione sta emanando proprie direttive per le priorità della vaccinazione per la NI (Nuova Influenza). È augurabile che i bambini e adolescenti sani da 1 anno a 18 anni (a 26 anni per il Ministro Fazio) siano compresi fra le categorie da vaccinare e vengano presi in considerazione prima delle persone = 65 anni.
Una possibile priorità potrebbe essere:
1) addetti alla Sanità.
2) categorie di grande importanza sociale: pompieri, polizia, altri.
3) categorie a rischio di complicazioni, per situazioni cliniche, di qualsiasi età.
4) bambini e adolescenti sani da 1 a 18 anni.
5) persone = 60 anni.
6) altri (credo che con ciò sia evidente e dimostrato che già all'inizio di agosto la Fimp sia fortemente schierata per la vaccinazione universale).

Raccomandazioni per l’influenza stagionale.
.... Tutti i bambini di età compresa fra 6 mesi e 18 anni dovrebbero essere vaccinati annualmente (tale indicazione è fedelmente riportata nei calendari proposti dalla Fimp)....
Allego anche una dichiarazione (di nuovo letterale) fatta dal supervisore del progetto Fimp sulla Nuova Influenza, prof. Bartolozzi, in uno dei tanti forum sul tema; la dichiarazione credo che sia da considerare pubblica, vista la provenienza da un forum, e ufficiale anche per la Fimp, vista la ufficialità del ruolo e i riscontri nelle ricordate proposte di calendario vaccinale fatte dalla Fimp.
“Ricordiamo inoltre che il nostro obiettivo ultimo di pediatri deve essere quello di ottenere la vaccinazione universale per tutti i bambini sani, anche per la stagionale, come è stato stabilito per la pandemica. Se questo nostro desiderio passasse non ci sarebbe più bisogno di avere della categorie a rischio per patologia, esisterebbe solo un rischio complessivo per età (6 mesi-10 anni per esempio). Quanto è stato deciso per la pandemica dovrebbe essere usato come "grimaldello" per ottenere la vaccinazione universale per la stagionale d'ora innanzi, come negli Stati Uniti.
In fondo già lo scorso anno nel Calendario FIMP era prevista la vaccinazione universale per l'influenza da 1 a 6 anni: si tratta solo di allargare l'indicazione.”

E potrei ricordare dichiarazioni poi sconfessate sulla chiusura delle scuole e ancora tante altre cose, ma sono appena tornato dalle vacanze e mi sento in pace con il mondo, per cui mi interessa di più essere propositivo: perché la Fimp non si apre al dialogo? Ho già fatto questa proposta ai massimi vertici della organizzazione proprio nel pieno del vortice mediatico sulla pandemia offrendo collaborazione presupponendo che potesse essere utile un apporto di idee "alternative". Credevo (e credo) che guardare la realtà da punti di vista diversi potesse essere costruttivo; credevo (e credo) che la dialettica sia la base della conoscenza; purtroppo sono ancora in attesa di una risposta.

Riguardo agli USA:
- non è detto che abbiano ragione loro;
- sono un grande Paese diverso dal nostro.

Spero di averti risposto, cordialmente,


Rosario Cavallo
Pediatra di famiglia, Salice Salentino (Lecce)
marted�, 17 Agosto 2010, ore 12:58