La
storia di C. inizia diverso tempo prima di giungere alla nostra
osservazione. Da oltre un mese infatti il ragazzo si è
accorto della comparsa di una tumefazione sul lato destro del
collo, non accompagnata inizialmente da altri sintomi, che con il
passare del tempo è progressivamente aumentata di volume.
Mai febbre nè faringodinia, non sudorazione e/o prurito
notturno. Anche se nelle ultime settimane C. riferisce di non
stare bene (saltuaria cefalea, astenia). Per tale motivo una
decina di giorni prima è stato anche valutato dal medico
di base che ha prescritto una terapia antibiotica (amoxicillina +
acido clavulanico) a dose adeguata. Malgrado l'antibiotico, la
tumefazione ha continuato a crescere tanto da diventare evidente
alla vista (“è grande come un uovo”). All'arrivo C.
è molto preoccupato (“ho sicuramente un tumore”). Non
animali domestici a domicilio. Primo pensiero: Dove sta andando
il mondo? A 15 anni di età bisogna pensare alle ragazze
non alle malattie! Secondo pensiero: effettivamente la
tumefazione è molto evidente (dal referto di pronto
soccorso: “linfo-adenopatia laterocervicale destra 5-6 cm x 3-4
cm, di consistenza teso-elastica, minimamente dolente alla
palpazione, cute soprastante indenne, non epatosplenomegalia; non
altro da segnalare”). È sera ed il problema non è
urgente. Meglio rinviare tutto a domani.
Come
da programma C. torna il giorno seguente. Vengono eseguiti i
“soliti” esami in caso di linfoadenopatia di n.d.d. (emocromo
con formula, PCR, LDH, dosaggio immunoglobuline sieriche,
elettroforesi proteica, sierologia per bartonella - EBV - CMV
-Toxoplasma, intradermoreazione tubercolinica). Viene anche
eseguita un'ecografia del collo che evidenzia la presenza di un
linfonodo “… a destra all'angolo mandibolare di almeno 4
cm”. Data la presenza in Radiologia, per altri motivi, di una
collega esperta di chiara e meritata fama (prof. Ordinario di
anatomia patologica), viene eseguito un esame citologico:
sospetto linfoma. Viene eseguita anche una radiografia toracica
che risulta nella norma. Al ritorno in reparto il laboratorio chi
comunica la presenza di un LDH moderatamente elevato (607 U/L)
con restanti esami “urgenti” (emocromo, ALT e AST, PCR,
immunoglobuline sieriche, elettroforesi proteica) nella norma.
Cosa fare a questo punto? Attendere di avere in mano tutti gli
esami (mancano ancora le sierologie e la mantoux) o inviare
subito il ragazzo altrove? Dato il sospetto diagnostico (e il 100
cuor di leone) vengono subito presi accordi con i colleghi
dell'ematooncologia di Trieste.
Due
giorni dopo nuova chiamata dal laboratorio: sierologia per EBV
positiva per infezione primaria (IgM presenti, IgG 99.0 UI/ml, EA
IgG presenti, EBNA assenti) con restanti sierologie negative.
A TS
ci sono dubbi e perplessità sulla diagnosi, ma davanti
alla risposta dell'anatomopatologo devono cercare conferme.
Quindi il pezzo anatomico viene inviato presso un altro centro e
nel frattempo al ragazzo viene inserito un CVC. Anche perché
il quadro al tavolo operatorio non è così chiaro
(linfonodo con zone francamente necrotiche). Nell'arco di una
ventina di giorni arriva la conferma definitiva (ricerca virale
positiva per EBV): è una mononucleosi.
È
abbastanza gratuito riferire lo stato d'animo della famiglia ma
soprattutto del ragazzo in questi giorni e... e di riflesso i
nostri sensi di colpa per avere posto un dubbio diagnostico così
pesante.
Ci
siamo chiesti ripetutamente: “abbiamo fatto bene/male a fare
subito l'agospirato?” e a seconda dei momenti, delle persone,
di mille fattori abbiamo ondeggiato fra “era giusto così”
oppure “che c… abbiamo fatto!”.
Inoltre
un vecchio insegnamento dai tempi dell'Università: “mai
fidarsi di un esame citologico in corso di mononucleosi. Frega
tantissimo!”. La discussione in aula potrebbe aiutarci e
aiutare anche i partecipanti in quanto una situazione di questo
tipo non la riteniamo molto infrequente.
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B. Sacher. SARà UN TUMORE!.
Medico e Bambino pagine elettroniche 2007; 10(4)
https://www.medicoebambino.com/_tumore_esami_ebv_mononucleosi_emocromo