Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
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Appunti di Terapia
Auto-medicazioni
con farmaci antibatterici in Europa
Membro
della Commissione Nazionale Vaccini
Indirizzo
per corrispondenza: bartolozzi@unifi.it
Laresistenza agli antibiotici aumenta rapidamente in ogni parte
del mondo, con un'ampia variabilità fra un Paese e l'altro.
La prevalenza della resistenza è risultata, a livello
nazionale, in rapporto con l'uso degli antibatterici
prescritti.
Il
consumo di questi farmaci può derivare sia dalla prescrizione
da parte di medici, sia dall'acquisto personale senza ricetta. Una
fonte dell'uso personale di antibiotici può derivare anche
dalla presenza in famiglia di antibiotici, come residuo di ricette
precedenti, o personali o di parenti o di amici. L'uso, senza una
guida da parte di un medico, è, nella maggior parte dei casi,
inappropriato, perché, quando vengono usati dosaggi
insufficienti o non corretti o non necessari, aumenta il rischio di
selezionare batteri resistenti e di diffonderli nell'ambiente.Questo
aspetto particolare dell'uso di farmaci antibatterici è poco
conosciuto.Nei distretti di New York, abitati da ispanici, gli
antibiotici vengono venduti senza ricetta e anche in Europa (Spagna,
Grecia, Russia e Malta) gli stessi farmaci vengono acquistati e
conservati a domicilio in seguito a decisioni individuali e non dopo
ricettazione medica.
Per
conoscere la dimensione del problema e per permettere un confronto
fra Paesi europei diversi, è stato condotto uno
studio in 19 Paesi: Austria, Olanda, Svezia, Regno Unito,
Irlanda, Danimarca, Lussemburgo, Belgio (Nazioni nord e occidentali),
Spagna, Israele, Italia, Malta (Nazioni sud) Romania, Repubblica
Ceca, Slovacchia, Lituania, Slovenia, Croazia e Polonia (Nazioni
orientali) (Grigoryan L, Haaijer-Ruskamp FM, Burgerhof JGM, et al.
Self-medication with antimicrobial drugs in Europe. Emerg Infect Dis
2006; 12:452-9).
Il
fenomeno è stato studiato per 12 mesi usando un campionamento
multistadio, riguardante 1.000-3.000 adulti per ogni Paese, scelti a
caso. Per l'Italia, la ricerca è stata condotta dalla
dottoressa Antonella Di Matteo del Consorzio Mario Negri Sud
(Chieti). Al questionario complessivamente hanno risposto 15.548
persone, con una media del 40% sui questionari distribuiti.La
prevalenza dell'auto-medicazione variò da 1 a 210 volte per
1.000 e quella delle auto-medicazioni intenzionali da 73 a 449 per
1.000. Ambedue le incidenze furono più elevate nei Paesi
dell'est e del sud dell'Europa e più basse nei Paesi
dell'Europa del nord e dell'occidente. I 3 Paesi nei quali
l'auto-medicazione raggiunse i livelli più alti furono la
Spagna, la Romania e la Lituania, che corrispondono proprio ai Paesi
nei quali più elevata è l'antibiotico-resistenza. La
ragione più comune dell'auto-medicazione fu la presenza di
sintomi a carico del faringe (secchezza, arrossamento, mal di gola,
tonsille infiammate, dolore alle tonsille). La fonte principale dei
farmaci fu la loro presenza nell'ambiente domestico, in seguito a
precedenti prescrizioni. La giovane età, la maggior educazione
e la presenza di una malattia cronica in famiglia furono spesso
associate all'auto-medicazione.
Sforzi
per ridurre l'auto-prescrizione inappropriata devono essere
compiuti dai medici, dai farmacisti e dalla popolazione in generale.
La limitazione nella prescrizione di un antibiotico dovrebbe essere
sempre perseguita: il farmaco dovrebbe essere prescritto solo nella
quantità che si suppone sia necessaria per raggiungere la
guarigione di un determinato episodio di malattia. Mentre una tale
politica ben si applica per i farmaci, usati in compresse, mal si
adatta alle prescrizioni riguardanti le gocce o gli sciroppi,
preparazioni correntemente usate in pediatria.
Nella
ricetta dovrebbe essere prescritta in ogni caso una sola confezione,
se si ritiene che questa sia sufficiente per superare quella
malattia, e dovrebbe sempre essere consigliato ai soggetti adulti o
ai genitori dei bambini, di consultare il medico di medicina generale
o il pediatra, prima di assumere un antibiotico, rimasto da una
precedente prescrizione.
La
conduzione della ricerca in una relativamente piccola area di un
grande Paese (per esempio Chieti in Abruzzo, come campione per
l'Italia) e la bassa risposta al questionario (in Italia la
risposta è stata del 21%, cioè poco più di 200
persone su oltre 1.000 alle quali era stato distribuito il
questionario, contro una popolazione italiana di oltre 57 milioni di
abitanti) rappresentano dei limiti della ricerca, anche se le
conclusioni generali sono più che condivisibili. Le due
nazioni, che si caratterizzano per la più bassa percentuale di
risposte sono proprio la Spagna e l'Italia: rispettivamente 20% e
21% di risposte, contro una media europea del 40%.
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