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MEDICO E BAMBINO - ultimi commenti

Medico e Bambino - Tutti i commenti
< 2007 >
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Editoriali Gennaio 2007
Bambini e genitori in ospedale disponibile
Federico Marchetti
Pediatria per l'ospedale Marzo 2007
Il parto (Parte prima) disponibile
G. Bartolozzi
Contributi Originali - Ricerca Aprile 2007
Focolai di morbillo nella popolazione nomade in Italia disponibile
A. Filia, F. Curtale, P. Kreidl, G. Morosetti, L. Nicoletti, F. Perrelli, J. Mantovani, D. Campus, G. Rossi, M.C. Sanna, A. Zanetti, F. Magurano, C. Fortuna, S. Iannazzo, MG. Pompa, M. Ciofi degli Atti
Lettere, Novembre 2006
Per l'omeopatia mancanza di valide evidenze
Caro Direttore,
la lettera dal titolo “affari tuoi” inviata da Rosario Cavallo nel numero di novembre di questa rivista torna sul tema sempre attuale dell’omeopatia, a cui molti medici si rivolgono, spinti dalla richiesta di “naturalismo” che sembra così importante nella nostra società attuale. Desidero spronare Medico e Bambino a non abbandonare il suo tradizionale atteggiamento critico nei confronti di questa metodica, dal momento che essa manca completamente di evidenze scientifiche favorevoli; ricordo qui alcuni punti fermi a riguardo: 1) non esistono spiegazioni considerate attendibili dal mondo scientifico su come dovrebbero agire l'omeopatia. Un tentativo in tal senso teorizzato alcuni anni fa su Nature (1) costò poi al suo autore l'accusa di truffa; 2) due fra le Revisioni Sistematiche più importanti sull'argomento hanno dimostrato che i medicinali omeopatici non sono più efficaci del placebo (2,3).
E' oramai opinione consolidata e largamente condivisa che qualsiasi intervento terapeutico in medicina deve dimostrare la sua efficacia attraverso studi clinici randomizzati, che rappresentano l'unico disegno metodologico, che se ben condotto può essere esente da distorsioni ed errori sistematici. Attraverso l'assegnazione "casuale" del trattamento in due gruppi, uno che assume il medicinale attivo, l'altro il placebo, si permette ai pazienti di iniziare e di continuare lo studio con una prognosi simile: tutti gli eventuali effetti ottenuti saranno così dovuti unicamente al diverso trattamento offerto. Purtroppo l'omeopatia non è riuscita in tanti anni a realizzare trial randomizzati di buona qualità metodologica, ma basa i suoi supposti successi soprattutto su studi osservazionali, che sono gravati da "bias" (errori) che tendono a sovrastimare in modo insopportabile i "benefici" del trattamento.
Gli omeopati "difendono" la loro pratica sostenendo come l'arruolamento random dei pazienti e il doppio cieco, ambedue cardini dello studio randomizzato, non possano essere da loro adottati, perchè tale schema non rispetterebbe l'atteggiamento olistico della prescrizione omeopatica. In realtà sono stati invece realizzati anche in questo settore studi randomizzati, che non hanno però dato risultati convincenti.
Per questi motivi ritengo nostro "dovere" accettare nella pratica clinica solo interventi che si sono dimostrati efficaci, in accordo con le regole scientifiche che abbiamo adottato e che ci hanno permesso di migliorarci in questi anni.

1. Benveniste J. Human Basophil Degranulation Triggered by Very Diluted Antiserum Against IgE. Nature 1988; 333:816.
2. Shang A, Huwiler-Muntener K, Nartey L, Juni P, Dorig S, Sterne JA, Pewsner D, Egger M. Are the clinical effects of homoeopathy placebo effects? Comparative study of placebo-controlled trials of homeopathy and allopathy. Lancet 2005;366(9487):726-32.
3. Linde K, Clausius N, Ramirez G, Melchart D, Eitel F, Hedges LV, Jonas WB.Are the clinical effects of homeopathy placebo effects? A meta-analysis of placebo-controlled trials. Lancet 1997;350(9081):834-43.


Daniele Radzik
dradzik@tiscali.it
U.O di Pediatria Ospedale di Castelfranco Veneto
sabato 13/01/2007 07:42
Editoriali, Gennaio 2007
Bambini e genitori in ospedale
Nell’editoriale di gennaio 2007, “Bambini e genitori in ospedale” Federico Marchetti affronta un problema importante, la qualità della vita dei bambini e dei genitori durante la degenza in un reparto di pediatria dei nostri ospedali e auspica un confronto su questo tema.
Per questo motivo, per aprire un confronto, e mettere in comune esperienze che servono a far crescere e a migliorare l’assistenza ospedaliera ai bambini nel nostro Paese, al sud come al nord segnaliamo la nostra esperienza.

La ristrutturazione del locale che al centro del reparto di Pediatria ospitava i 95 pazienti affetti da talassemia era ormai urgente e improcrastinabile, e un questionario compilato dai pazienti stessi ci ha guidato nella scelta dei colori dei pavimenti, delle pareti, del soffitto e della sistemazione di varie suppellettili e arredamenti.
Partendo dalle loro indicazioni è stato costruito un piccolo reparto, con ingresso autonomo, composto di due stanze di degenza, con moderne poltrone trasfusionali, con accanto ad ogni letto prese elettriche per caricare i telefonini o attaccare la play station ( la richiesta più frequentemente espressa dai ragazzi), una medicheria e uno studio medico.
Le stanze attintate con colori pastello, con soffitto azzurro come il cielo ( come espressamente richiesto dalla maggioranza dei ragazzi) sono tutte climatizzate, e dotate di TV e video registratori, 50 libri per ragazzi, 4 computer portatili collegati ad internet con rete wireles, 3 play station, 2 lettori di cd per ascoltare musica in cuffia.
E poi gli stessi ragazzi talassemici hanno realizzato quadri e disegni che sono stati sistemati nelle loro stanze.
Inoltre, l’idea di inserire, nell’arredo delle stanze, opere di artisti napoletani ha realizzato quel connubio arte-assistenza medica che aiuta a valorizzare e a stimolare i pazienti a quelle che sono le positività della vita e la possibilità di utilizzare il computer e poter navigare in internet durante la trasfusione ha lo scopo di rendere la terapia seppur impegnativa una procedura “marginale”.
Da questo cambiamento strutturale sono nate poi una miriade di iniziative, un sistema elettronico di raccolta dati dei pazienti, un opuscolo sui consigli alimentari, le riprese video nel nostro reparto per la maratona di Theleton, la campagna di informazione sulla prevenzione della talassemia realizzata in collaborazione con il Comune di Napoli e che vede il capitano della squadra di calcio del Napoli testimonial convinto dell’iniziativa. La sua visita a Natale ai ragazzi talassemici è stata semplice e commuovente, sentirsi accolti e al centro delle attenzioni per questi ragazzi e per le loro famiglie è molto di più della semplice solidarietà. Tutto questo è stato realizzato grazie alla volontà e alle capacità di un gruppo di medici, sostenuti dalle associazioni di volontariato, che hanno trovato collaborazione nei tecnici e nella dirigenza dell’ospedale come mai prima d’ora.
I ragazzi hanno avvertito, che le loro richieste non sarebbero rimaste come “parole al vento”. Il loro atteggiamento è radicalmente cambiato e nei loro occhi oggi si legge la serenità, la gioia di avere finalmente un loro spazio-identità-dignità. La nostra azione è stata congiunta e da questa alleanza (medici-pazienti) è nata una sintonia che ha migliorato il rapporto medico-paziente, un collante inimmaginabile. Ciò, è stata la dimostrazione di come la centralità del malato è la migliore terapia da attuare per raggiungere obiettivi che potrebbero sembrare molto lontani.
Il sentirsi senza un posto riconosciuto nell’ambito della divisione di Pediatria, era per loro come non essere identificati come persone, ma solo come patologia (essere talassemici). La dimostrazione del loro e del nostro cambiamento è stata confermata, durante le feste natalizie, dall‘enorme quantità di SMS inviati al nostro call center Talassemia.
In quest’ultimo periodo un altro profondo cambiamento è avvenuto con la riorganizzazione degli orari del DH e con la possibilità di poter praticare il controllo dell’emoglobina e la trasfusione di emazie concentrate nella stessa giornata. Un altro passo in avanti verso una migliore qualità di vita e una riduzione dei loro accessi in Ospedale.
Ora corriamo avanti veloci, verso il traguardo più importante: la guarigione.

Paolo siani, Aldo Filosa



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paolo.siani@ospedalecardarelli.it
UOC Pediatria, AORN A. Cardarelli, Napoli
lunedì 05/03/2007 15:59
Pediatria per l'ospedale, Marzo 2007

Sono veramente felice, che un pediatra autorevole come lei finalmente tratta degli argomenti a me e spero anche ad altri colleghi molto cari.
Lavorando in un piccolo osedale mi sono avvicinato in punta di piedi alla fisio-patologialogia del parto, in quanto la buona conoscenza di tale pratica, può indurre cambiamenti per un migliore accudimento madre/neonato.
Le pratiche osteriche sono state troppo a lungo non prese in considerazione sugli effetti a breve e lungo termine sul neonato.
Con affetto ed in attesa della seconda parte

Mario Cirulli
mariocirulli@libero.it
Ospedale di Castiglione del Lago PG
giovedì 05/04/2007 09:06
Focus, Aprile 2007
Cambiare la pediatria: le parole e i fatti
Ho letto con attenzione tutti i contributi del Focus di Aprile (Medico e Bambino….). Sono ricchi di analisi, ma soprattutto di esortazioni. Tutti concordano sulla necessità di cambiamento e sul fatto che tale cambiamento debba venire in parte DALL’ALTO e in parte DAL BASSO.
Permettetemi di essere scettico.
Quali segnali ci vengono dall’alto ?
• si dice che si ricovera troppo ma, di fatto, l’Ospedale viene remunerato solo sui ricoveri (ordinari e che durano almeno tre giorni), la visita ambulatoriale è retribuita una miseria e, almeno in Lombardia, è stato praticamente cancellato il Day Hospital diagnostico (Delibera di Giunta VIII/3111 del 1.8.2006)
• si dice che è esagerato l’accesso al Pronto Soccorso, ma si estende l’esenzione dal ticket per i codici bianchi fino ai 14 anni e per gli altri si riduce il ticket stesso da 30 a 25 euro (Legge Finanziaria 296 del 27.12.2006) – non che fosse un gran deterrente, ma era almeno un piccolo invito ad un uso responsabile del P.S.
• si dice che bisogna incentivare la cura sul territorio ma si approva una Convenzione per la Pediatria di Famiglia che:
• lascia invariati gli orari minimi di apertura degli studi (15 h/settimana fino a 840 assistiti – art. 35 comma 5)
• prevede che il PdF possa accedere all’Ospedale, oltre che per tutta una serie di sacrosanti motivi, anche “ai fini di evitare dimissioni improprie con il conseguente eccesso di carico assistenziale a livello domiciliare” (art. 48 comma 6) – sembra prefigurare un ignobile scenario in cui Ospedale e PdF litigheranno per “scaricare” il paziente difficile.
• prevede incentivi per la Pediatria di gruppo che sembrano abbastanza modesti, soprattutto a fronte delle indennità “fisse” (art. 58B)
Di fronte a questi segnali DALL’ALTO, tenderei ad essere scettico anche sulle possibilità di cambiamento DAL BASSO (cioè “spontaneo”).
E’ possibile, anzi probabile, anzi quasi certo, che il lettori di M&B siano tutti individualmente motivati al miglioramento, anche a prezzo di sacrifici individuali e avendo come unico guiderdone la consapevolezza di un lavoro ben fatto. La realtà credo però che insegni che i comportamenti collettivi (le vaccinazioni, la raccolta differenziata, la sosta selvaggia, ecc. ecc.) cambiano (“migliorano”) solo in presenza di un calibrato mix di sanzioni e incentivi provenienti dall’alto (che poi non è altro, banalmente, che l’atto di governare). Di fatto, l’uomo (inteso non come individuo, bensì come “animale collettivo”) NON E’ BUONO PER NATURA, e quindi non adotta spontaneamente i comportamenti virtuosi.
Su questo tragico equivoco è caduto il Comunismo, figuriamoci se non rischia di cadere la Pediatria italiana.


Massimo Fontana
massimo.fontana@unimi.it
Pediatria, Ospedale dei Bambini di Milano
sabato 09/06/2007 23:20
Contributi Originali - Ricerca, Aprile 2007

Lorenzo Monasta evidenzia come la causa principale dei recenti focolai di morbillo nelle comunità rom/sinte sia da ricercare non nella loro elevata mobilità, ma nella loro esclusione sociale. Le informazioni pubblicate a riguardo hanno sottolineato come la causa principale della diffusione del morbillo in queste comunità sia stata la bassacopertura vaccinale1.
Come è noto, infatti, il morbillo ha una elevata contagiosità e si diffonde facilmente in ogni contesto in cui ci siano persone suscettibili. Oggi in Italia queste persone possono essere suddivise in due categorie principali: 1) gli adolescenti e i giovani adulti non vaccinati, cresciuti in aree in cui la copertura vaccinale dei nuovi nati, seppur non sufficiente a interrompere la trasmissione dell’infezione, ha limitato la sua circolazione e diradato gli intervalli tra epidemie. È questo il caso del focolaio di morbillo attualmente in corso in Piemonte2; 2) i bambini che appartengono a gruppi di popolazione “difficili da raggiungere”, in cui le coperture vaccinali sono basse. È questo il caso sia delle comunità rom/sinte che di alcune comunità di immigrati. In entrambi i casi, “l’ingresso” del virus del morbillo è favorito dagli spostamenti, che consentono l’importazione da zone in cui è presente l’infezione. Nell’esperienza italiana recente, analogamente a quanto osservato a livello internazionale, l’importazione è stata associata a viaggi per vacanze (in Toscana nel 2006, il caso indice ritornava da un viaggio in India)3, lavoro o studio (in Piemonte nel 2007, il caso indice aveva viaggiato con la classe in Gran Bretagna)2, o per motivi familiari (in Sardegna, il caso indice aveva partecipato a un funerale)1.
Raggiungere e mantenere elevate coperture vaccinali con due dosi di MPR in gruppi vulnerabili e più difficili da raggiungere rispetto alla popolazione generale è una sfida importante per il sistema sanitario italiano, e per tutta Europa. È chiaro che per le comunità rom e sinte è necessario un approccio integrato, che miri a migliorare globalmente il ricorso alla prevenzione e alle cure. In questa ottica, non dobbiamo sottovalutare il valore dell’offerta della vaccinazioni che, oltre a costituire un diritto, sono spesso il primo contatto con il mondo sanitario. Istituire fiducia su questo fronte è quindi un investimento ad ampio raggio, che merita la massima attenzione.

Bibliografia
1. Filia A, Curtale F, Kreidl P, et al. Cluster of measles cases in the Rom/Sinti population,Italy, June-September 2006. Euro Surveill 2006;11(10):E061012.2.
2. Filia A, Barale A, Malaspina S, et al. A cluster of measles cases in northern Italy: a preliminary report. Euro Surveill 2007;12(11): E071129
3. Boncompagni G, Incandela L, Bechini A, et al. Measles outbreak in Grosseto, central Italy. Euro Surveill 2006;11(8):E060803.4.


Marta Ciofi degli Atti

Istituto Superiore di Sanità, Roma
lunedì 04/02/2008 18:11
Contributi Originali - Ricerca, Aprile 2007
I casi di morbillo nelle comunità rom e sinte: la ricerca delle cause
Nonostante sia pienamente condivisibile l’evidenza riportata sui numerosi casi di morbillo nelle comunità rom e sinte in Italia e in altri Paesi europei, è importante sottolineare che la causa non va ricercata nell’alta mobilità di rom e sinti. Oltre il 95% dei rom e sinti che vivono in Italia non pratica alcuna forma di nomadismo. In Paesi dell’Est Europa tale percentuale è probabilmente superiore e gran parte dei rom vive in case regolari.

Per affrontare il problema dei focolai di morbillo e, in generale, quelli generati da una bassa copertura vaccinale nelle comunità rom e sinte è necessario ricercare le vere cause di questa condizione di rischio. Per i rom e sinti italiani le ragioni vanno ricercate nell’esclusione, nell’assenza di approcci integrati e nel mancato coinvolgimento attivo delle comunità dovuto ad un diffuso pregiudizio. Nei gruppi di rom stranieri le basse coperture vaccinali sono dovute, in più, ad un rapporto non consolidato con i servizi italiani, a condizioni di vita precarie nel nostro Paese e all’esclusione nei Paesi d’origine.

Solo analizzando a fondo le ragioni, affrontando in modo integrato il problema e cercando la partecipazione attiva dei gruppi rom e sinti si può sperare di ottenere un impatto positivo che tenda a migliorare, in generale, lo stato di salute e le condizioni di vita di rom e sinti in Italia.


Lorenzo Monasta, MSc PhD
monasta@burlo.trieste.it
Unità per la ricerca sui servizi sanitari e la cooperazione internazionale, IRCCS Burlo Garofolo
mercoledì 05/12/2007 09:32

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