"Bambinità è una parola che non c'è nel vocabolario. Eppure ognuno di noi,
ognuno a suo modo attribuisce alla bambinità, oltre che un significato,
anche un valore: prezioso, quasi sacrale. Bambinità, senza essere nel
vocabolario, è per molti sinonimo di dolcezza, ingenuità, innocenza...
Deprivata della bambinità, l'umanità perde se stessa. Perde un valore
condiviso che rende per tutti la vita desiderabile, irrinunciabile e quindi
sacra".
Da queste premesse, riportate in un
articolo pubblicato nel 2016, la
rivista
Medico e Bambino e molti pediatri italiani si sono rivolti
all'Accademia della Crusca per richiedere che la parola "Bambinità" trovasse
maggiore spazio nei dizionari della lingua italiana: nella sua accezione di
fase irrinunciabile della vita caratterizzata dalla leggerezza e dalla
felicità che ne consegue. Ci pareva importante che la parola bambinità fosse
presente "nel vocabolario" per aiutarci a ricordare, oggi più che mai, che
quando si parla di bambinità si parla di un diritto inviolabile dell'uomo,
diritto che tutti dovremmo impegnarci a rispettare e preservare, tanto più
facendo i pediatri.
L'Accademia della Crusca ci ha preso sul serio! E attraverso la dott.ssa
Maria Cristina Torchia (linguista consulente dell'Accademia) nell'articolo
pubblicato sul numero di
Settembre di Medico e Bambino ci offre un
approfondimento (accademico ma allo stesso tempo vivo, dinamico e
coinvolgente) sul significato, l'utilizzo e lo spazio che la parola
bambinità ha fino a ora avuto nella lingua italiana e non solo.
Tanto che ora sappiamo che esiste anche un modo di dire inglese della
bambinità ("childlikeness").
La dott.ssa Torchia ci ricorda che è l'uso corrente, più che la presenza nel
dizionario, che legittima l'esistenza di una parola e ne indica il
significato. Diamoci sotto, quindi. E non dimentichiamoci della bambinità
nelle parole e... nei fatti.
A PROPOSITO DI BAMBINITA'
M.C. Torchia
Medico e Bambino 2017;36:469-472
https://www.medicoebambino.com/?id=1707_469.pdf