Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
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Protocolli in pediatria ambulatoriale
Infezioni
respiratorie ricorrenti
Razionale
Le
infezioni respiratorie (e non solo respiratorie) ricorrenti (RRI) o
se si preferisce la sindrome delle infezioni respiratorie ricorrenti
(RRIs) sono il tradizionale appannaggio ("la tassa da pagare")
del bambino che entra in comunità (asilo-nido, scuola materna)
o del fratello minore di un bambino che le frequenta. Di solito, il
secondogenito inizia la trafila anticipatamente rispetto al
primogenito; chi va all'asilo nido si ammala più spesso e più
gravemente di chi non va all'asilo-nido e va, più tardi alla
scuola materna. E' raro il bambino che continua ad ammalarsi anche
alla scuola dell'obbligo, dopo i 6 anni; è ancora più
raro il bambino che si ammala senza frequentare le comunità e
senza avere un convivente che le frequenta.
Il
problema delle infezioni respiratorie ricorrenti si definisce dunque
in base alla epidemiologia. È l'espressione di una esposizione
alle malattie contagiose, quasi sempre virali, in una fase in cui la
risposta immune è ancora largamente immatura. Non è la
frequenza, ma sono la gravità delle infezioni, la difficile
guaribilità, la durata, i parametri che possono giustificare
l'ipotesi di un difetto immunitario o di un substrato
anatomo-funzionale da studiare e da correggere.
Non tutti
i bambini sono eguali rispetto a questo rischio: c'è chi non
si ammala mai, chi si ammala con poca febbre, e chi fa delle
manifestazioni altamnte febbrili e/o clinicamente molto espresse. Non
è decidibile se questo tipo di risposta, che rende
insopportabile il problema al bambino e alla famiglia sia
l'espressione di un difetto di risposta ovvero, almeno in alcuni
casi, di un eccesso. Certamente di una risposta immatura. E' un fatto
comunque che, mentre nessun difetto specifico della RRIs è
stato sinora riconosciuto, nei bambini con RRIs presi come gruppo si
rileva una tendenza ai valori bassi di IgA e (meno) di IgG; inoltre,
in questi bambini, si ritrova comunemente un basso rapporto CD4/CD9,
che va considerato piuttosto secondario che primitivo rispetto alla
RRI, e che si corregge durante la buona stagione. E' come se,
rispetto agli altri, i bambini con RRI avessero bisogno di una
convalescenza più lunga per riequilibnrare la qualità
della risposta immune; è come se ogni infezione aprisse la
porta alla infezione successiva. Infine è stato visto che,
mentre non vi è differenza nel numero delle RRI nei bambini
con IgE alte rispetto ai bambini con IgE normali, nei primi sono più
comuni le IR "basse" (che comprendono la broncopolmonite e
la bronchite asmatica).
La RRI
non costituisce una entità omogenea: essa comprende sia le
infezioni febbrili semplici, senza caratterizzazione clinica, le
sinusiti, tonsilliti, otiti ricorrenti; le bronchiti asmatiche e il
laringospasmo ricorrente, le broncopolmoniti ricorrenti. Ciascuna di
queste condizioni può meritare un approccio diverso.
Su una
coorte non selezionata, la incidenza delle RRI nei bambini di 2-4
anni che frequentano comunità è di 6 infezioni/anno;
l'incidenza minima è di 1 infezione/anno, la massima di 27
infezioni/anno. Sono fattori di rischio la parità (il
secondogenito si ammala più e prima rispetto al primogenito),
la frequenza all'Asilo-Nido e alla Scuola materna (e la precocità
dell'inserimento), il numero dei fratelli (e in generale
l'affollamento dell'appartamento, il fumo dei genitori).
Selezione
dei casi
Entrano
nel protocollo quei bambini per i quali le RRI costituiscono un
problema. Un'identica situazione, in termini di gravità e
frequenza di malattia può essere sentito o meno come problema
in diverse condizioni sociali (madre lavoratrice o meno, nonni
disponibili o meno). Più o meno paradossalmente il problema è
sentito come più pesante in situazioni socioeconomiche e
culturali più elevate.
Per
cercare di dare un minimo di obbiettività ai criteri di
selezione da parte del medico, proponiamo che entrino nel protocollo.
I bambini con sintomatologia quali-quantitativamente inferiore devono
essere considerati sani. I bambini con sintomatologia più
severa e con singoli episodi più gravi devono essere
considerati sospetti di patologia maggiore e presi in particolare
considerazione (neutropenia ciclica, difetto di proteine leganti il
mannano, difetto immunitario congenito, febbre mediterranea, fibrosi
cistica, altro).
a)i bambini >1< 5 anni con alta ricorrenza di infezione
febbrile "semplice" >1/mese, orientativamente circa
2/mese
b)
i bambini con tonsilliti ricorrenti (ipertrofia, ipetremia, edema,
essudato, linfonodi) altamente febbrili (> 6/anno o >3 /ultimi
3 mesi)
c)
i bambini con scolo nasale persistente/ricorrente e con respirazione
orale e/o roncopatia notturna
d)
i bambini con otite ricorrente (>6/anno o >4/ultimi 6 mesi o
>3/ultimi 3 mesi
e)
i bambini con almeno 2 episodi di crup
f)
i bambini con asma infettivo
g)
i bambini con tosse ricorrente/persistente (>3 settimane/mese x>
3 mesi/anno)
IL
PROTOCOLLO VA DIFFERENZIATO PER CIASCUNA DI QUESTE DIFFERENTI
CONDIZIONI
a)
infezioni febbrili "semplici ad alta ricorrenza:
Nessun
esame è utile;
*Spiegazione
alla madre (si tratta di un tempo "fisiologico" di
fragilità+esposizione).
*Attesa;
Integrazione (placebo?) con vitamine C e A (il bambino con malattie
ricorrenti ne assume poche; esistono in letteratura indicazioni forti
per l'efficacia anti-infettiva della vitamina A in situazioni
carenziali e indicazioni deboli sul suo ruolo in condizioni
subcarenziali; esistono indicazioni deboli sulla efficacia della
vitamina C nell'adulto nella prevenzione di infezioni respiratorie);
integrazione con olio di pesce (4-5 g/die) o dieta con pesce azzurro
x3/settimana. *Se possibile o ritenuto utile, interruzione della
frequenza alla comunità.
*Se
nessuno di questi provvedimenti risulta utile o possibile,
ragionevole la prescrizione di un immunostimolante. Malgrado il
probabilmente diverso meccanismo farmacologico dei singoli farmaci,
tutti gli immunostimolanti sperimentati (dal levamisolo, non più
in commercio, ai timostimolanti, dalla timomodulina al pidotimod, ai
composti di derivazione batterica, come il Lantigen B e il Biomunil),
hanno dimostrato simile efficacia nel RIDURRE SIGNIFICATIVAMENTE (non
elimimare) la ricorrenza delle infezioni.
b)
tonsilliti ricorrenti
Si può
trattare -difficile- o:
1) di
tonsilliti streptococciche (fai il tampone in corso di malattia, e
provvedi; se si conferma che le ricadute sono dovute allo SBA,
profilassi con penicillina come nel RAA. Se non protegge, si tratta
di un portatore sano e probabilmente rientriamo nella seconda
categoria; oppure -molto probabile-
2) di
tonsilliti da adenovirus. In questo caso l'indicazione più
accettabile ed efficace è quella di tonsillectomizzare
c)
sinusite ricorrente/persistente
*Considera
la necessità di rompere il ciclo stenosi-nasale->respirazione
otrale>cattiva aerodinamica coanale> cattivo scarico
sinusale>ipertrofia adenoidea>ipertrofia tonsillare, alterata
meccanica deglutizione-masticazione-respirazione
*Escludi
l'allergia respiratoria (prick test per acaro, gatto, graminacee,
parietaria): se presente intervieni con la profilassi ambientale, che
difficilmente sarà sufficiente da sola.
*Osserva
il morso (morso coperto), la forma del palato (palato ogivale), la
persistenza di deglutizione infantile. Un esame TAC mirato può
essere utile (sinusite, ipertofia adenoidea) e considera l'utilità
di un intervento ortodontico e/o ORL (anche se sarà
ragionevole, comunque, rimandarlo, dopo un periodo di ragionevole
osservazione clinica).
*Metti in
atto le misure mediche generali indicate in A) per le infezioni
respiratorie "semplici".
*Intraprendi
comunque un trattamento steroideo locale con spray (meglio con
flunisolide) da mantenere per almeno 3 mesi
d)
otite ricorrente
*Come per
la sinusite ricorrente.
*Inoltre,
se il bambino ha >2 mesi procedi alla vacccinazione contro il
pneumococco (Pneumo 23)
e)
Crup
*vedi
protocollo CRUP
f)
asma
·
escludi una componente atopica (prick test per acaro, gatto,
graminacee, parietaria) e se del caso metti in atto una profilassi
ambientale (che non basterà a risolvere il problema per la
inevitabilità delle infezioni)
·
valuta l'opportunità di un ciclo di corticosteroidi inalanti
·
se le infezioni sono molto frequenti prendi i provvedimenti
considerati in a) per le infezioni semplici
g)
tosse ricorrente/persistente
*vedi
protocollo TOSSE.
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