Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Aprile 2004 - Volume VII - numero 4
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Aprile 2004 - Volume VII - numero 4
M&B Pagine Elettroniche
Seminari degli specializzandi
Cannabis
e adolescenza: numeri, dipendenza (tra miti e realta')
parte
seconda
Clinica
Pediatrica, IRCCS Burlo Garofalo, Trieste
A cura di
Tania Gerarduzzi (getania@libero.it)
Epidemiologia
(ovvero i numeri!)
Definire
le dimensioni del problema non è semplice quanto potrebbe
sembrare. Infatti non esistono delle fonti ufficiali che definiscano
realmente quanti soggetti abbiano consumato Cannabis almeno una volta
o quanti adolescenti ne stiano facendo uso.
Le fonti a disposizione sono comunque numerose ma gravate da bias di selezione.[1] Attualmente la legislazione italiana definisce i cannabinoidi sostanze d'abuso quindi i consumatori di Cannabis sono considerati tossico-dipendenti. Di fatto l'uso di Cannabis isolato non determina in molti casi una situazione di dipendenza o comunque una sindrome da astinenza tale da costringere chi ne fa uso a rivolgersi alle strutture deputate quali ad es. il SERT. Questo significa che i dati del SERT sono fortemente sottostimati per quanto riguarda il consumo di Cannabis e raccolgono piuttosto i casi in cui il soggetto è incappato, per varie ragioni, nella rete della polizia oppure i casi di abuso multiplo di sostanze.
Un'occhiata ai dati che il SERT nazionale (Tabella 1) ha fornito nel 2001 è comunque utile per verificare l'identikit dell'abusatore di Cannabis tratteggiato dalla letteratura scientifica.
Le fonti a disposizione sono comunque numerose ma gravate da bias di selezione.[1] Attualmente la legislazione italiana definisce i cannabinoidi sostanze d'abuso quindi i consumatori di Cannabis sono considerati tossico-dipendenti. Di fatto l'uso di Cannabis isolato non determina in molti casi una situazione di dipendenza o comunque una sindrome da astinenza tale da costringere chi ne fa uso a rivolgersi alle strutture deputate quali ad es. il SERT. Questo significa che i dati del SERT sono fortemente sottostimati per quanto riguarda il consumo di Cannabis e raccolgono piuttosto i casi in cui il soggetto è incappato, per varie ragioni, nella rete della polizia oppure i casi di abuso multiplo di sostanze.
Un'occhiata ai dati che il SERT nazionale (Tabella 1) ha fornito nel 2001 è comunque utile per verificare l'identikit dell'abusatore di Cannabis tratteggiato dalla letteratura scientifica.
Tabella
1. I dati forniti dal SERT Nazionale rispetto all'abuso di Cannabis
nei soggetti di età inferiore a 25 anni rivoltisi al Servizio
nel 2001.
DATI
SERT < 25 aa | M | F |
Solo
Cannabis (n) | 642 | 519 |
(rispetto
ai 1532 consumatori di Cannabis) | 41.9% | 33.8% |
(rispetto
a tutti gli utenti SERT) | 18.4% | 16.2% |
Cannabis
ed altre droghe (n) | 260 | 111 |
(rispetto
ai 1532 consumatori di Cannabis) | 16.9% | 7.2% |
(rispetto
a tutti gli utenti SERT) | 7.4% | 3.4% |
Un
sondaggio effettuato dalla rete studentesca attraverso un
questionario anonimo nel 1999, somministrato ad un campione di 11980
studenti di età compresa tra i 14 ed i 20 anni nelle città
di Milano, Torino, Trieste, Bolzano, L'Aquila, Siena Cagliari,
Campobasso, Roma, Napoli, Siracusa segnala che il 77.6% del campione
ha fumato una canna almeno una volta. Lo stesso sondaggio concorda
con i dati del SERT in merito al fatto che l'abuso di Cannabis nel
94% dei casi è isolato. Solleva inoltre un aspetto importante
in merito al cosiddetto “pattern of use” e cioè che la
maggioranza (38%) degli studenti intervistati fuma canne
saltuariamente ovvero non più spesso di una volta l'anno. Un
numero discretamente elevato ne fa un uso cronico frequente (una o
più volte al giorno nel 13% degli intervistati).
Questi dati permettono di sottolineare come l'abuso di Cannabis sia molto diffuso, quantomeno in termini di uso molto saltuario.
Questi dati permettono di sottolineare come l'abuso di Cannabis sia molto diffuso, quantomeno in termini di uso molto saltuario.
I dai
europei a loro volta confermano la dimensione del fenomeno tra gli
adolescenti. I dati del 1999 assegnano la leadership alla Gran
Bretagna, prima ancora che ai Paesi in cui vi è stata la
legalizzazione del consumo di droghe. (Figura
1 e Tabella
2)

Fonte:
Osservatorio Europeo degli Stupefacenti e della Tossicomania
Rapporto
annuale completo sul problema delle droghe nell'EU
Tabella
2. Prevalenza dell'uso di Cannabis (almeno una volta) tra gli
adolescenti in alcuni Paesi europei.
1995 | 1999 | |
Danimarca | 17% | 24% |
Francia | 12% | 35% |
Gran
Bretagna | 41% | 35% |
Italia | 19% | 25% |
Anche i
dati americani, in particolare quelli di un sondaggio effettuato nel
1999 (Figura
3), confermano che l'uso cosiddetto “sperimentale” di
Cannabis è estremamente diffuso mentre l'uso abituale è
un'eccezione.

La
letteratura scientifica ci propone alcuni studi interessanti per
valutare prospetticamente quello che succede ai soggetti che
consumano Cannabis. In particolare uno studio[2] su 2446 giovani di
età compresa tra i 14 ed i 24 anni e seguiti per più di
3 anni dimostra l'elevata incidenza dell'uso di Cannabis, a
fronte solo del 5.5% di abuso inteso come uso abituale e del 2.2% che
negli anni dello studio ha sviluppato dipendenza secondo la
definizione del DSM IV.
Un dato estremamente interessante deriva dal confronto tra le diverse generazioni studiate: sembrerebbe che le ultime generazioni di adolescenti conoscano la Cannabis più precocemente ed al raggiungimento dei 30 anni la quasi totalità dei soggetti smette di utilizzarla.
Diversi studi sostengono inoltre che nelle ultime generazioni l'abuso di Cannabis si associa all'abuso contemporaneo di altre sostanze. L'ipotesi secondo la quale cominciare a consumare Cannabis precocemente favorisca lo sviluppo successivo di altre sostanze viene espressa dal concetto della “gateway drug”. In uno studio neozelandese[3] 1255 bambini venivano seguiti per 21 anni: ben il 70% ha provato almeno una volta la Cannabis, il 26% è risultato dedito ad altre sostanze stupefacenti; tutti questi ultimi soggetti avevano iniziato ad usare per prima la Cannabis e solo successivamente le altre sostanze. Questo problema risulta correlato alla frequenza e alla cronicità dell'uso della Cannabis: i soggetti che hanno consumato Cannabis più di 50 volte in un anno hanno un rischio 59.2 volte maggiore di assumere altre droghe.
Anche un sondaggio del 1997 in Australia[4] sottolinea l'elevata percentuale di soggetti consumatori di Cannabis tra gli alcolisti ed i tabagismi.
Un altro aspetto epidemiologico importante anche se è evidente ancora una volta la mancanza di dati forti, è la relazione tra gli incidenti stradali e l'abuso di Cannabis[5].
Un dato estremamente interessante deriva dal confronto tra le diverse generazioni studiate: sembrerebbe che le ultime generazioni di adolescenti conoscano la Cannabis più precocemente ed al raggiungimento dei 30 anni la quasi totalità dei soggetti smette di utilizzarla.
Diversi studi sostengono inoltre che nelle ultime generazioni l'abuso di Cannabis si associa all'abuso contemporaneo di altre sostanze. L'ipotesi secondo la quale cominciare a consumare Cannabis precocemente favorisca lo sviluppo successivo di altre sostanze viene espressa dal concetto della “gateway drug”. In uno studio neozelandese[3] 1255 bambini venivano seguiti per 21 anni: ben il 70% ha provato almeno una volta la Cannabis, il 26% è risultato dedito ad altre sostanze stupefacenti; tutti questi ultimi soggetti avevano iniziato ad usare per prima la Cannabis e solo successivamente le altre sostanze. Questo problema risulta correlato alla frequenza e alla cronicità dell'uso della Cannabis: i soggetti che hanno consumato Cannabis più di 50 volte in un anno hanno un rischio 59.2 volte maggiore di assumere altre droghe.
Anche un sondaggio del 1997 in Australia[4] sottolinea l'elevata percentuale di soggetti consumatori di Cannabis tra gli alcolisti ed i tabagismi.
Un altro aspetto epidemiologico importante anche se è evidente ancora una volta la mancanza di dati forti, è la relazione tra gli incidenti stradali e l'abuso di Cannabis[5].
L'uso
della Cannabis in medicina come terapia: quali le evidenze?
Cannabis
come antiemetico post-chemioterapia [6]:
- effetto
antiemetico debole ma effetti “collaterali “favorevoli
(euforia-sedazione) per cui possibile uso in associazione ai moderni
antiemetici
- nabilone (derivato sintetico del 9-THC, tetraidrocannabinolo) registrato per tale uso in GB
- studio pilota sul delta 8- THC (non psicotropo), sembra un valido antiemetico nei bb con leucemia
- il problema è perché accontentarsi di una sostanza che è meno efficace dei farmaci antiemetici già in uso?
5-10 mg di THC 3-4 volte/die cominciando circa 6 ore prima
dell'inizio della chemio
- nabilone (derivato sintetico del 9-THC, tetraidrocannabinolo) registrato per tale uso in GB
- studio pilota sul delta 8- THC (non psicotropo), sembra un valido antiemetico nei bb con leucemia
- il problema è perché accontentarsi di una sostanza che è meno efficace dei farmaci antiemetici già in uso?

Cannabis
nell'AIDS in fase terminale[7]:
- per la
stimolazione dell'appetito il Dronabinol è registrato dalla
FDA; sembra in grado di inibire la produzione di TNF correlata alla
cachessia
- si ipotizza di utilizzarla in terapia per i potenziali effetti ansiolitici, ipnoinduttori e antidepressivi
2.5 mg x 2/die di THC
- si ipotizza di utilizzarla in terapia per i potenziali effetti ansiolitici, ipnoinduttori e antidepressivi

Cannabis
come analgesico[8]:
-
cannabinoidi non sono efficaci quanto la codeina nel controllo del
dolore e gli effetti avversi sono tali da limitarne l'uso
5-50 mg/die di THC

Cannabis
nel glaucoma[9]:
-
esistono recettori CB1 nel corpo ciliare; l'uso topico
dell'agonista sintetico CB1 diminuisce la pressione intraoculare
nel glaucoma resistente alle terapie convenzionali
Altre
indicazioni della Cannabis sono sperimentali: effetto immunomodulante
(inibisce la risposta Th1 a favore di Th2, con riduzione di IL2 e
aumento di IL10 e TGF beta), effetto neuroprotettivo (in trauma
cranico, Parkinson, Alzheimer, Corea di Huntington), trattamento
sintomatico del dolore e della spasticità muscolare nella
sclerosi multipla, effetto broncodilatatore, effetto
anti-ipertensivo, effetti anti-arteriosclerotico.
La
modalità di assunzione per l'uso medico della Cannabis
prevede la possibilità di somministrazione per via orale (con
l'assunzione per via orale una parte dei principi attivi è
inattivata dal fegato, l'effetto è ritardato e non idoneo
per il trattamento di nausea e vomito), sublinguale, transdermico e
per via inalatoria (con vaporizzatori elettrici che eliminano gli
effetti collaterali dovuti al fumo e riducono al minimo la porzione
di THC che viene distrutta dalla combustione).
Conclusioni
- Esistono i cannabinoidi endogeni ed i recettori CB1 e CB2; servono come modulatori presinaptici di stimoli sia inibitori che stimolatori
- Il rapporto tra la Cannabis esogena ed i cannabinoidi endogeni è confuso
- Non esistono dati attendibili sulla reale diffusione della cannabis tra gli adolescenti
- I dati clinici a disposizione sembrano dimostrare che la Cannabis per un uso in cronico non è innocua ed in particolare tra gli adolescenti l'uso è potenzialmente gravato da rischi
- Anche l'uso medico è controverso
Bibliografia
1.
Chabrol H. Cannabis use in adolescents. Ital J Pediatr
2003;29:173-177.
2. von Sydow K, Lieb R, Pfister H, Hofler M, Sonntag H, Wittchen HU. The natural course of cannabis use, abuse and dependence over four years: a longitudinal community study of adolescents and young adults. Drug Alcohol Depend. 2001;64:347-61.
3. Fergusson DM, Horwood LJ. Does cannabis use encourage other forms of illicit drug use? Addiction. 2000;95:505-20.
4. Degenhardt L, Hall W. Patterns of co-morbidity between alcohol use and other substance use in the Australian population. Drug Alcohol Rev. 2003;22:7-13.
5. Brookoff D, Cook CS, Williams C, Mann CS. Testing reckless drivers for cocaine and marijuana. N Engl J Med. 1994;331:518-22.
6. Tramer MR, Carroll D, Campbell FA, Reynolds DJ, Moore RA, McQuay HJ. Cannabinoids for control of chemotherapy induced nausea and vomiting: quantitative systematic review. BMJ. 2001;323:16-21.
7. Beal JE, Olson R, Lefkowitz L, Laubenstein L, Bellman P, Yangco B, Morales JO, Murphy R, Powderly W, Plasse TF, Mosdell KW, Shepard KV. Long-term efficacy and safety of dronabinol for acquired immunodeficiency syndrome-associated anorexia. J Pain Symptom Manage. 1997;14:7-14.
8. Rice AS. Cannabinoids and pain. Curr Opin Investig Drugs. 2001;2:399-414.
9. Porcella A, Maxia C, Gessa GL, Pani L. The synthetic cannabinoid WIN55212-2 decreases the intraocular pressure in human glaucoma resistant to conventional therapies. Eur J Neurosci. 2001;13:409-12.
2. von Sydow K, Lieb R, Pfister H, Hofler M, Sonntag H, Wittchen HU. The natural course of cannabis use, abuse and dependence over four years: a longitudinal community study of adolescents and young adults. Drug Alcohol Depend. 2001;64:347-61.
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8. Rice AS. Cannabinoids and pain. Curr Opin Investig Drugs. 2001;2:399-414.
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