Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Dicembre 1999 - Volume II - numero 10
M&B Pagine Elettroniche
Pediatria per l'ospedale
Linee
guida per il trattamento della malattia reumatica
Drugs
57, 545-55, 1999
Il nome
malattia reumatica (MR) ha ormai sostituito in Italia la vecchia
denominazione di “reumatismo articolare acuto”, abbandonata da
molti anni, perché non corrispondente alla realtà
dell'affezione nel bambino. In lingua inglese la malattia vien
indicata col nome “rheumatic fever”.
Si
tratta, come si sa, di una malattia che colpisce molti organi ed
apparati e che è la conseguenza, a distanza di 1-2 settimane,
di un'infezione del faringe. dovuta allo streptococco ??emolitico
gruppo A (SBEGA). Oggi sappiamo che la sede dell'infezione
rappresenta un elemento essenziale nella genesi della malattia: la
localizzazione deve essere faringea. Non basta una localizzazione
alla cute per dare MR, mentre per dare una glomerulonefrite acuta
(l'altra complicanza tardiva dello SBEGA) è sufficiente sia
una faringite che una piodermite, cioè basta anche una
localizzazione cutanea del patogeno.
Escluso
che si tratti di un interessamento diretto dell'endocardio da parte
dello SBEGA, oggi si ritiene che vi si siano antigeni a comune fra
alcuni tessuti dell'uomo (dell'endocardio, delle articolazioni,
del sistema nervoso centrale e della cute) e lo SBEGA. Come per altre
situazioni di malattia bisogna riconoscere la presenza di due
componenti:
- alcuni
ceppi reumatogeni (in parallelo al riconoscimento di alcuni ceppi
nefritogeni, diversi da quelli reumatogeni), dotati di una specifica
aggressività e di una particolare responsività
immunologica
- e una
forte componente genetica, per cui alcune famiglie si ammalano più
spesso di MR e per cui solo il 3% dei pazienti, affetti da SBEGA,
presenta una MR, quando la faringite non venga adeguatamente
trattata. E' stato trovato anche un legame fra alloantigeni delle
cellule B e sviluppo della MR.
Epidemiologia
Abbiamo
assistito a un rapido declino della MR nei Paesi industrializzati fra
il 1950 e il 1980. In USA e in altri Paesi sviluppati si sono in
seguito sviluppate limitate riaccensioni di MR con un aumento del
numero di casi in aree ristrette. La migliore spiegazione di queste
riprese della malattia risiede nella periodica ricomparsa di ceppi
reumatogeni di streptococco in zone anche molto distanti l'una
dall'altra.
Probabilmente
un disequilibrio tra ceppi di SBEGA reumatogeni e non reumatogeni è
alla base della caduta dell'incidenza della MR e delle piccoleepidemie locali di ????
La
diagnosi
Come
abbiamo visto la MR insorge mediamente dopo 2 settimane da una
faringite streptococcica, ma in qualche caso il periodo di latenza
può essere anche di 5 settimane.
L'interessamento
dei vari tessuti e organi non avviene in contemporanea, ma segue
spesso una successione precisa: le articolazioni, l'endocardio e
più tardivamente il sistema nervoso centrale. Non è
sempre vero tuttavia che la successione, un volta partita, sia
seguita fino alla fine: la MR si può arrestare a qualsiasi
punto del suo decorso clinico, per cui possiamo avere pazienti con
solo quadro articolare, con quadro articolare e cardiaco o infine con
quadro articolare, cardiaco e con la corea o, più spesso, con
la sola corea). Così come può accadere, nel bambino più
piccolo, che si abbia un endocardite senza interessamento articolare.
I criteri
di Jones, rivisti nel 1992 (Dajani et al., 1993), rappresentano ormai
una guida classica per la diagnosi di MR.
L'artrite
è presente nell'80% dei casi: le ginocchia e le caviglie
sono le articolazioni più colpite. Il numero delle
articolazioni interessate va da 2 a 16. La cardite è la
manifestazione più grave, che può portare a morte in
fase acuta (colpisce dal 40 al 75% dei pazienti). La corea, che
insorge tardivamente, per lo più isolata dalle altre
manifestazioni, costituisce meno del 5% delle manifestazioni cliniche
della febbre reumatica. I segni cutanei si ritrovano in meno del 10%
dei casi.
Per la
diagnosi di MR sono necessari due criteri maggiori o un criterio
maggiore e due minori.
La
presenza di un titolo antistreptolisinico elevato, come reperto
isolato, non ha valore, perché esistono molte altre situazioni
cliniche nelle quali il titolo può essere aumentato. Tuttavia
la dimostrazione dell'aumento di altri anticorpi antistreptotoccici
(anti-DNasi, anti-ialuronidasi) può essere utile. Altrettanto
utile può essere la dimostrazione dello streptococco emolitico
gruppo A (SBEGA) in faringe, sia con metodi rapidi (Streptozyme test)
che con la coltura anche se la sua presenza (portatori sani!) non
basta a confermare la eziologia streptococcica di una MR. Le reazioni
della fase acuta, come la PCR e la VES sono necessari per monitorare
l'attività della malattia.
Concludendo,
la diagnosi di MR è soprattutto una diagnosi clinica; il
laboratorio offre solo prove minori, utili per la diagnosi. D'altra
parte oltre un terzo dei pazienti con MR non ha una storia
antecedente di faringite.
Un
intervallo PR allungato si ritrova in oltre un terzo dei pazienti:
esso non è specifico e non si associa alle sequele cardiache
tardive. Sul ruolo dell'ecocardiografia nella diagnosi di MR si
discute ancora oggi: con la Doppler ECG sono state messe in evidenza
lesioni, associate a rigurgito, anche in soggetti che
ascoltatoriamente non avevano dimostrato niente di patologico.
Tuttavia la prognosi di questi reperti, al di sotto
dell'ascoltabilità, non è ancora perfettamente
conosciuta, perché la maggior parte di essi si risolve
completamente. Ne deriva che, nonostante i pediatri richiedano
l'Ecocardiografia nei soggetti con sospetta MR, la sua precisa
utilità nella diagnosi richiede ulteriori studi.
Trattamento
della MR
L'obiettivo
principale è quello di limitare la compromissione
dell'endocardio. Tuttavia è assolutamente indimostrato che
questo sia realmente possibile.
a)Riposo
a letto
Tutti i
pazienti con MR vanno tenuti in riposo a letto e osservati. Nei
pazienti con cardite il riposo a letto deve durare almeno 4
settimane. Il ricovero in ospedale non è rigorosamente
necessario, purché questi pazienti vengano accuratamente
seguiti dal pediatra.
b)
Terapia antimicrobica
Il primo
obiettivo del trattamento deve essere quello di eradicare lo
streptococco dal faringe. Tuttavia ricordato che la terapia
antimicrobica non altera il decorso, la frequenza e la gravità
dell'interessamento cardiaco. La penicillina rimane il farmaco di
scelta, che alla giusta dose erratica in 10 giorni lo streptococco
dal faringe. Se si sospetta che la “compliance” non sia buona, è
meglio impiegare la benzatina (Vedi Tabella n.2).
Più
che di una terapia si tratta di prevenire la ricaduta. Questo
comporta che il trattamento penicillinico costituisca la regola nella
MR, indipendentemente dal riscontro della cultura.
c)Analgesici e FANS
I
salicilati e i loro derivati rimangono i farmaci di prima linea. La
terapia va iniziata con dosi relativamente basse (50-60 mg/kg/die)
per arrivare in qualche giorno a 80-100 mg/kg/die, per raggiungere
livelli ematici sui 20 mg/dL. Le concentrazioni ematiche sopra
riportate vanno mantenute per settimane, dopo di che il dosaggio può
essere diminuito a 60-70 mg/kg/die per altre 3-6 settimane. Spesso
oltre tale limite si può assistere a una ripresa clinica o di
laboratorio, che di norma si risolve spontaneamente.
d)Terapia steroidea
Nelle
carditi anche di lieve entità, gli steroidi vengono preferiti
ai salicilati, per la loro superiore azione antinfiammatoria. Gli
steroidi, vanno comunque riservati ai casi con cardite.
Il
farmaco di scelta è il prednisone, alla dose di 2 mg/kg/die
(con un massimo di 60 mg). Nei casi molto gravi può essere
usato anche un preparato per via venosa (metilprednisolone), avendo
l'accortezza di associare un farmaco anti-H2. Dopo 2-3 settimane,
il farmaco può essere ridotto del 25% per settimana. E'
consigliabile, prima della sospensione dello steroide, d'iniziare
un trattamento con salicilati, per prevenire l'eventuale ripresa
dei sintomi dopo la sospensione.
e)Trattamento dell'insufficienza cardiaca
Di regola
la lieve insufficienza cardiaca nella MR risente favorevolmente del
riposo a letto e degli steroidi. Ma nei pazienti più gravi
possono essere usati i diuretici e la digossina. Un segnale
dell'interessamento cardiaco è la tachicardia durante il
sonno.
f)Corea di Sydenham
La corea
viene comunemente considerata come un segno auto-limitato e quindi
sostanzialmente benigno. Ma non è sempre così: nei casi
protratti l'uso dell'aloperidolo (Serenase allo 0,2%) può
essere utile: dopo una somministrazione iniziale di 0,5-1 mg/die, la
dose può essere aumentata di 0,5-1 mg/die ogni 3 giorni, fino
a un massimo di 5 mg al giorno. La corea di Sydenham non risponde
alla terapia steroidea: questo non basta, tuttavia, a mettere in
crisi l'ipotesi autoimmune. I pazienti con corea, anche senza altre
manifestazioni reumatiche, vanno profilassati con benzatina. La corea
va considerata come una manifestazione tardiva post-streptococcica,
suscettibile di ricadute come le altre manifestazioni di MR.
Sequele
della malattia reumatica
Anche
se non trattato, un episodio di MR ha una durata media di 3 mesi. La
evoluzione di un attacco acuto varia da un completa guarigione e
un'insufficienza acuta intrattabile. Dopo il superamento della fase
acuta, la MR non si riattiva senza una nuova infezione
streptococcica. La maggior parte delle ricadute, se non si mette in
atto la profilassi con benzatin-penicillina, avviene entro pochi anni
dal primo attacco acuto: esse sono più frequenti se sono
presenti complicanze a carico del cuore.
Nella
cardite, in corso dell'attacco iniziale di MR, l'interessamento
isolato più frequente è quello a carico della valvola
mitrale, presente in circa il 60% dei pazienti con cardite. Nel 10%
dei casi si ha un interessamento isolato della valvola aortica e nel
30% dei casi sono interessate insieme la valvola mitralica e
l'aortica. Molto raro interessamento delle valvole delle parti
destre del cuore (tricuspide e polmonare). Nel 65-70% dei casi la
cardite guarisce senza sequele, con scomparsa del classico rumore
d'insufficienza mitralica; ma quando l'attacco iniziale è
grave, con cardiomegalia e insufficienza cardiaca, l'evoluzione è
meno favorevole ed è facile l'evoluzione verso la fibrosi e
le cicatrici, che deformano la valvola. Ne consegue insufficienza e/o
stenosi. In questi casi il trattamento consiste nella sostituzione
della valvola in caso d'insufficienza e nella commissurotomia in
caso di stenosi.
Prevenzione
della malattia reumatica
La
possibilità di prevenire il primo attacco di MR o di impedirne
le ricadute, ha rappresentato un enorme successo per la pediatria.
a)Prevenzione
primaria
La
prevenzione primaria dipende dal riconoscimento precoce delle
infezioni da
SBEGA e
dall'impiego di un efficace trattamento della terapia
antimicrobica. Il trattamento sistematico delle infezioni da SBEGA
nelle popolazioni in cui la MR era endemica, ha ridotto notevolmente
l'incidenza della malattia. Per la profilassi primaria è
indicata la benzatin-penicillina per via intramuscolare, in una sola
iniezione, in tutti i pazienti con faringite streptococcica. Dopo 50
anni lo streptococco rimane sensibile alla penicillina. Una buona
alternativa è rappresentata dalla penicillina V per bocca.
L'eritromicina è stata da sempre considerata come
l'antibiotico di prima scelta per i soggetti allergici alla
penicillina, ma la recente comparsa di ceppi resistenti ne ha
limitato l'impiego. Un'ulteriore alternativa è
rappresentata dalle cefalosporine orali, ma per queste va ricordato
che è presente, in un 20% di pazienti, una reattività
crociata con la penicillina (sono ambedue antibiotici ?-lattamici).
Tabella
n.2 - Prevenzione primaria della malattia reumatica ( = trattamento
della faringite streptococcica)
Farmaci | Dosaggio | Via | Durata |
Benzatin-penicillina | 600.000
U.per pazienti con peso < 27 kg
1.200.000
U. per pazienti > 27 kg | IM | Una
volta |
Fenossimetilpenicillina
(Penicillina
V) | Bambini:
250 mg 2-3 volte al giorno
Adolescenti
e adulti: 500 mg 2-3 volte al giorno | per
bocca | 10
giorni |
Eritrocina
estolato
“
“ etilsuccinato | 20-40
mg/kg/die in 2-4 volte
40
mg/kg/die in 2-4 volte | per
bocca | 10
giorni |
b)
Prevenzione secondaria
Il
metodo più sicuro per prevenire le ricadute di MR è
quello di prolungare la profilassi con benzatin-penicillina. Viene in
generale consigliato un ritmo di ogni 4 settimane, perché
l'intervallo di sole 3 settimane non ha mostrato alcun vantaggio.
La profilassi per bocca (penicillina V o sulfadiazina) presenta
alcune difficoltà di “compliance”.
Non
c'è accordo sulla durata della profilassi; le opzioni sono
le seguenti:
1) per 5
anni dopo l'ultimo attacco
2) per
sempre nei soggetti che abbiano una malattia di cuore
3) per
sempre per quelli che sono esposti di frequente allo SBEGA e che
siano difficili da seguire
Non vi è
dubbio che almeno 5 anni sono necessari, perché il numero
delle ricadute è più frequente fra i 3 e i 5 anni. La
decisione di sospendere il farmaco deve essere in seguito
individualizzata, dopo aver stabilito accuratamente il rischio di
esposizioni ripetute; la decisione è più facile in
soggetti che non abbiano avuto come residuo una malattia di cuore.
L'American Hearth Association consiglia di durare almeno 10 anni
dall'ultimo episodio di MR o almeno finché il soggetto non
sia adulto.
c)
Prospettive per un vaccino
La
constatazione che siano in gioco numerosi ceppi reumatogeni di SBEGA
rende difficile l'allestimento di un vaccino.
Conclusioni
La
malattia reumatica continua ad essere, ancor oggi, un malattia rara.
Nonostante
tanti studi e tante ricerche negli ultimi decenni, non è stata
trovata nessuna nuova terapia. La terapia è prevalentemente
sintomatica e non sembra alterare il decorso della malattia.
Bibliografia
Dajani
AS, Ayoub E, Bierman FZ et al - Guidelines for the diagnosis of
rheumatic fever: Jones criteria, update 1992 - Circulation 87,
302-7, 1992
Thatai D,
Turi ZG - Current guidelines fo rthe treatment of patients with
rheumtic fever - Drugs 57, 545-55, 1999
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