Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Dicembre 2003 - Volume VI - numero 10
M&B Pagine Elettroniche
Pediatria per l'ospedale
Il
linfoma di Hodgkin
2°
parte
Nella
prima parte è stato trattato dell'epidemiologia del morbo di
Hodgkin in Italia, della patogenesi, della classificazione WHO,
dellapresentazione clinica nel bambino, della stagizzazione e dei
fattori di rischio nelle forme dello stadio 1 e 2 e nelle forme dello
stadio 3 e 4.
Trattamento
Sia le
forme localizzate che quelle diffuse di linfoma di Hodgkin possono
essere guarite nella maggioranza dei casi; negli ultimi 30 anni
abbiamo assistito a un miglioramento continuo della sopravvivenza
(vedi figura 1).

Figura 1 – Sopravvivenza del linfoma di Hodgkin.
I dati
sono ricavati da 4.472 pazienti (British National Lymphoma
Investigation) in tutti gli stadi, trattati con radioterapia,
chemioterapia o terapia combinata.
A
differenza degli altri tipi di cancro, è spesso possibile
guarire di linfoma di Hodgkin, anche se la prima linea di trattamento
fallisce. Questa constatazione crea un dilemma:
- è meglio usare un trattamento intenso fin dall'inizio, per guarire il maggior numero di pazienti possibile
- oppure iniziare con un trattamento meno aggressivo, seguito da un trattamento più pesante nei pazienti che non rispondono.
Linfoma
di Hodgkin nodulare con predominanza di linfociti
La malattia è usualmente localizzata ed è spesso trattata con la sola escissione chirurgica e la radioterapia locale; se l'escissione è radicale, può non essere necessaria la radioterapia. L'European Task Force on Limphoma riporta un 96% di completa risposta al trattamento primario con un 99% e un 94% di sopravvivenza a 8 anni per lo stadio 1 e 2 rispettivamente.
I pazienti in stadio avanzato e quelli in ricaduta sono trattati nello stesso modo dei pazienti con linfoma classico.
Ricercatori tedeschi e di Stanford hanno riportato l'uso dell'anticorpo monoclonale CD20 (rituximab) in pazienti con questo tipo di malattia di Hodgkin, con un'alta percentuale di risposta. Questi dati sono da considerare come preliminari, ma il rituximab va preso senz'altro in considerazione nei pazienti che falliscono alla chemioterapia combinata.
La malattia è usualmente localizzata ed è spesso trattata con la sola escissione chirurgica e la radioterapia locale; se l'escissione è radicale, può non essere necessaria la radioterapia. L'European Task Force on Limphoma riporta un 96% di completa risposta al trattamento primario con un 99% e un 94% di sopravvivenza a 8 anni per lo stadio 1 e 2 rispettivamente.
I pazienti in stadio avanzato e quelli in ricaduta sono trattati nello stesso modo dei pazienti con linfoma classico.
Ricercatori tedeschi e di Stanford hanno riportato l'uso dell'anticorpo monoclonale CD20 (rituximab) in pazienti con questo tipo di malattia di Hodgkin, con un'alta percentuale di risposta. Questi dati sono da considerare come preliminari, ma il rituximab va preso senz'altro in considerazione nei pazienti che falliscono alla chemioterapia combinata.
Linfoma
di Hodgkin classico
Tutte le
forme di linfoma di Hodgkin classico vengono trattate nello stesso
modo. La terapia si basa soprattutto sulle caratteristiche anatomiche
della lesione.
Malattia
localizzata
Tradizionalmente
il trattamento della malattia localizzata si basa unicamente sulla
radioterapia: la remissione completa è molto frequente, ma
frequenti sono anche le ricadute. Una radioterapia estesa abbassa la
percentuale di ricadute, che tuttavia sono ancora presenti nel 20-30%
dei casi..
Il rischio di ricaduta è molto ridotto quando alla radioterapia si associ la chemioterapia : la chemioterapia viene condotta con sostanze e modalità diverse.
- MOPP (clormetine, vancristina, procarbazina e prednisolone)/ABV (doxorubicina, bleomicina e vinblastina)
- ABVD (doxorubicina, bleomicina, vinblastina, dacarbazina)
- COPP (ciclofosfamnide, vincristina, procarbazina, predinosone) e ABVD
In casi a basso rischio la sopravvivenza senza ricadute e la sopravvivenza globale furono rispettivamente dell'89 e del 90%.
La comparsa del secondo tumore, indotto dalla radiazione, ha sollevato la questione di trattare questi soggetti con la chemioterapia da sola: vengono condotti studi in tal senso.
Il rischio di ricaduta è molto ridotto quando alla radioterapia si associ la chemioterapia : la chemioterapia viene condotta con sostanze e modalità diverse.
- MOPP (clormetine, vancristina, procarbazina e prednisolone)/ABV (doxorubicina, bleomicina e vinblastina)
- ABVD (doxorubicina, bleomicina, vinblastina, dacarbazina)
- COPP (ciclofosfamnide, vincristina, procarbazina, predinosone) e ABVD
In casi a basso rischio la sopravvivenza senza ricadute e la sopravvivenza globale furono rispettivamente dell'89 e del 90%.
La comparsa del secondo tumore, indotto dalla radiazione, ha sollevato la questione di trattare questi soggetti con la chemioterapia da sola: vengono condotti studi in tal senso.
Malattia
avanzata
L'introduzione
della MOPP negli anni 60 ha rappresentato una pietra miliare nel
trattamento del linfoma di Hodgkin. Di recente sono state proposte
delle modifiche, che non riducono l'efficacia ma attenuano gli
effetti tossici. Il regime ABVD è stato introdotto negli anni
70 nei pazienti che avevano fallito alla MOPP e successivamente usato
come prima linea di attacco. A volte il regine ABVD è stato
associato alla MOPP fin dall'inizio.
In Germania viene usato un regime ibrido detto BEACOPP (bleomicina, etoposide, doxorubicina,ciclofosfamide, vincristina, procarbazina e prednisone).
I pazienti ad alto rischio beneficiano del trattamento ad alte dosi, con trapianto di midollo osseo alla prima remissione.
La radioterapia è stata spesso usata nelle forme avanzate di linfoma di Hodgkin, ma non vi sono prove sicure sulla sua utilità.
In Germania viene usato un regime ibrido detto BEACOPP (bleomicina, etoposide, doxorubicina,ciclofosfamide, vincristina, procarbazina e prednisone).
I pazienti ad alto rischio beneficiano del trattamento ad alte dosi, con trapianto di midollo osseo alla prima remissione.
La radioterapia è stata spesso usata nelle forme avanzate di linfoma di Hodgkin, ma non vi sono prove sicure sulla sua utilità.
Il
trattamento del linfoma di Hodgkin nel bambino
L'evoluzione
del trattamento nei bambini è stata diversa da quella sopra
riportata negli adulti, anche se i principi sono stati gli stessi:
- Evitare la laparotomia per la stagizzazione
- Adattare il trattamento al rischio della malattia
- Modalità di trattamento combinato a tutti gli stadi della malattia
- Evitare la procarbazina nei maschi per proteggerli dalla futura infertilità
- Ridurre al minimo la dose di radiazione e il campo nel quale viene applicata
- Ridurre al minimo la dose di antraciclina.
La maggior parte di questi principi è stata estesa di recente anche al trattamento dell'adulto con linfoma di Hodgkin.
Per il trattamento vengono identificati 3 gruppi di bambini:
- Un gruppo con presentazione favorevole, che comprende gli stadi I e IIA
- Un gruppo con presentazione intermedia, che comprende gli stadi IB, IIB e IIIA
- Un gruppo con presentazione sfavorevole che include gli stadi IIIB e IV.
- Evitare la laparotomia per la stagizzazione
- Adattare il trattamento al rischio della malattia
- Modalità di trattamento combinato a tutti gli stadi della malattia
- Evitare la procarbazina nei maschi per proteggerli dalla futura infertilità
- Ridurre al minimo la dose di radiazione e il campo nel quale viene applicata
- Ridurre al minimo la dose di antraciclina.
La maggior parte di questi principi è stata estesa di recente anche al trattamento dell'adulto con linfoma di Hodgkin.
Per il trattamento vengono identificati 3 gruppi di bambini:
- Un gruppo con presentazione favorevole, che comprende gli stadi I e IIA
- Un gruppo con presentazione intermedia, che comprende gli stadi IB, IIB e IIIA
- Un gruppo con presentazione sfavorevole che include gli stadi IIIB e IV.
Il gruppo
a presentazione favorevole e il gruppo a presentazione intermedia
vengono trattati nello stesso modo, con l'associazione della
chemioterapia (MOPP o ABVD o combinazioni delle due, o variazioni
diverse) e della radioterapia o con la chemioterapia da sola. La
somministrazione della chemioterapia viene fatta a cicli, che sono in
genere anche 6.
Il gruppo a presentazione sfavorevole viene comunemente trattato con chemioterapia, analoga a quella sopra riportata, con tendenza all'uso di trattamenti più aggressivi. Il ruolo della radioterapia non è ancora ben stabilito.
Il gruppo a presentazione sfavorevole viene comunemente trattato con chemioterapia, analoga a quella sopra riportata, con tendenza all'uso di trattamenti più aggressivi. Il ruolo della radioterapia non è ancora ben stabilito.
Le
ricadute e le mancate risposte
Chemioterapia
ad alte dosi e trapianto di cellule staminali autologhe sono
consigliati in adulti con più di 40 anni di età e in
alcuni bambini, in ricaduta o con manca risposta al trattamento.
Effetti
a distanza del linfoma di Hodgkin e del suo trattamento
Parallelamente
alle maggiori sopravvivenze, sono stati raccolti numerosi dati, dopo
molti anni, rappresentati soprattutto dal secondo tumore (soprattutto
dopo radioterapia), ma anche dalla malattia ischemica di cuore (vedi
tabella.7)
Secondo
tumore |
Malattia
di cuore |
Disfunzioni
endocrine |
Trauma
psicologico |
Danno
polmonare (in generale subclinico) |
Iposplenismo
(dopo splenectomia o ittadiazione splenica) |
Carie
dentale |
Tabella
7 – Effetti a distanza del linfoma di Hodgkin e del suo trattamento
I
nuovi trattamenti
Farmaci
citotossici
La
gemcitabina, un analogo della citarabina, ha un'attività
antitumore nel linfoma di Hodgkin: essa è ben
tollerata.
Poiché l'NF_B è spesso attivato nelle cellule di Sternberg, una particolare attenzione è stata rivolta agli inibitori del proteasoma, che previene la degradazione dell'NF_B e così mantiene la liberazione di NF_B attivo a livelli minimi.
Poiché l'NF_B è spesso attivato nelle cellule di Sternberg, una particolare attenzione è stata rivolta agli inibitori del proteasoma, che previene la degradazione dell'NF_B e così mantiene la liberazione di NF_B attivo a livelli minimi.
Immunoterapia
Uno dei
più promettenti antigeni per l'immunoterapia è
l'antigene CD30, che è fortemente espresso nelle cellule di
Sternberg. Molti gruppi di ricercatori hanno mostrato che l'anticorpo
monoclonale antiCD30, legato chimicamente a una tossina attiva,
esplica un'attività antitumore nelle linee cellulari
dell'Hodgkin.
Una via alternativa è legata all'uso di anticorpi bispecifici, che riconoscono l'antigene CD30 e CD16 sulle cellule T, sulle celle natural killer , sui granulociti e sui macrofagi, o l'antigene CD64 che è espresso sui monociti, sui macrofagi e sui neutrofili attivati.
Una via alternativa è legata all'uso di anticorpi bispecifici, che riconoscono l'antigene CD30 e CD16 sulle cellule T, sulle celle natural killer , sui granulociti e sui macrofagi, o l'antigene CD64 che è espresso sui monociti, sui macrofagi e sui neutrofili attivati.
Conclusioni
La natura
delle cellule maligne nel linfoma di Hodgkin è oggi ben
conosciuta, ma ancora il meccanismo della loro comparsa richiede
ulteriori studi e ricerche.
I risultati del trattamento continuano a migliorare, per cui è necessario conoscere bene gli effetti a distanza delle cure. Una meno intensa terapia iniziale guarisce meno pazienti, ma alcune delle sue insufficienze possono essere corrette successivamente con un trattamento più intensivo. La scelta del trattamento dipende quindi anche dalla conoscenza degli effetti collaterali a breve e lungo termine, per cui si rende sempre necessario un processo di consenso informato prima di prendere una decisione sul tipo di trattamento.
I risultati del trattamento continuano a migliorare, per cui è necessario conoscere bene gli effetti a distanza delle cure. Una meno intensa terapia iniziale guarisce meno pazienti, ma alcune delle sue insufficienze possono essere corrette successivamente con un trattamento più intensivo. La scelta del trattamento dipende quindi anche dalla conoscenza degli effetti collaterali a breve e lungo termine, per cui si rende sempre necessario un processo di consenso informato prima di prendere una decisione sul tipo di trattamento.
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