Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
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Pediatria per l'ospedale
Le
malattie del viaggiatore
(Parte
prima)
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alla parte
seconda
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parte terza
E' stato
calcolato che ogni giorno nel mondo un milione e mezzo di persone si
spostino da un Paese all'altro. Ogni anno circa 15 milioni di persone
lasciano il nostro Paese per recarsi all'estero. Alle persone che si
recano all'estero per ragioni di lavoro o per trovare la famiglia, si
aggiunge ogni anno un numero sempre più elevato di viaggiatori
che, in occasione per lo più di viaggi organizzati, hanno il
solo scopo di conoscere Paesi stranieri ed esotici, diversi dal
nostro e Società diverse dalla nostra. Con questi spostamenti
viene aumentata la possibilità di ammalarsi di malattie
infettive, peraltro rare o assenti nel nostro Paese, e quindi
d'importare in Italia agenti patogeni, dei quali siamo assolutamente
indenni.
Molti si
recano in aree a rischio, spesso senza tanto riflettere sui possibili
pericoli e molti di questi visitatori sono bambini, in buona parte di
età inferiore ai 2 anni. Viene calcolato che dal 20 al 70%
delle persone che intraprendono un viaggio da un Paese
industrializzato a uno in via di sviluppo presenti una qualche
malattia, associata al loro spostamento. Sebbene la maggior parte
delle malattia acquisite durante il viaggio sia lieve, dall'1 al 5%
dei viaggiatori ha una malattia abbastanza evidente da richiedere
l'attenzione del medico, durante o subito dopo il viaggio. Lo 0,1%
richiede un rimpatrio per ragioni mediche e 1 su 100.000 perde la
vita (Steffen R. et al., 1987).
Per i
lattanti e per i bambini che si accingano a intraprendere viaggi
internazionali per prima cosa è necessario controllare se
siano in regola con le vaccinazioni, obbligatorie e raccomandate
(suddivisione ormai inaccettabile) in Italia, per la loro età.
Se il soggiorno dovesse prolungarsi per molti mesi o per anni è
bene provvedere, prima della partenza a praticare le vaccinazioni in
scadenza.
In
secondo luogo bisogna provvedere a considerare alcune malattie, come
il colera, la febbre gialla, l'epatite A, la malattia meningococcica,
la febbre tifoide, la rabbia, l'encefalite giapponese e l'encefalite
da morso di zecca, per le quali esiste una vaccinazione specifica e
per le quali è presente una legislazione particolare in
numerosi Paesi; oltre a queste vanno considerate la vaccinazione
contro l'epatite B, il morbillo, la polio, il tetano e la difterite.
Fra queste la vaccinazione contro la febbre gialla va presa in
particolare considerazione, perché la profilassi attiva contro
questa malattia è obbligatoria in parecchi Paesi.
I
viaggiatori in zone tropicali o subtropicali sono inoltre esposti al
rischio di malaria, dengue e altre malattie per le quali non esistono
vaccini: in questi casi è necessario adottare le misure per la
profilassi antimalarica, le precauzioni per le punture d'insetto e le
misure preventive per il consumo di acqua e di cibi.
Una
considerazione va fatta a questo punto: spesso la vaccinazione contro
una malattia conferisce al vaccinato una sicurezza d'invulnerabilità
che può rivolgersi tutta a suo danno; è necessario
infatti sottolineare alla persona che si prepara per un viaggio
all'estero in una regione a rischio, che la vaccinazione non deve
eliminare affatto la necessità di rispettare le comuni norme
igieniche per la prevenzione delle infezioni di qualunque tipo esse
siano (G. Bartolozzi, 2002). E' solo dalla concorrenza della
vaccinazione con l'applicazione di corrette norme igieniche che sarà
possibile raggiungere lo scopo finale della difesa dell'individuo.
Tabella
1. - La farmacia da viaggio per un bambino di pochi anni
Termometro
con custodia rigida |
Fasce,
garze sterili, cerotti |
Disinfettanti
cutanei, colliri |
Creme
solari a elevata protezione (> 24) |
Zanzariera
impregnata |
Compresse
per la sterilizzazione dell'acqua |
Farmaci
antimalarici |
Preparazioni
per soluzioni saline (per es. Dicodral 60) |
Antipiretici
(paracetamolo), diazepam per convulsioni febbrili |
Antibatterici
(cotrimossazolo, amoxicillina) |
La prova
alla tubercolina prima della partenza viene raccomandata per i
viaggiatori che intendano risiedere nei Paesi in via di sviluppo per
periodi medio-lunghi. Viene comunemente raccomandato di controllare
tutti i soggetti che rientrino dalle zone endemiche.
Esistono
molte pubblicazioni riguardanti i viaggi all'estero, la più
importante delle quali è edita dall'Organizzazione Mondiale di
Sanità e vede la luce ogni anno. Per conoscere i rischi legati
al Paese verso il quale viene deciso di intraprendere un viaggio è
utile leggere alcuni indirizzi internet, nei quali sono riportate
tutte le situazioni a rischio e le modalità di prevenirle. Il
testo è continuamente aggiornato.
http://www.cdc.travel.gov
http://www.istm.org/geosentinel/main.html
http://www.tropnet.net
Come
abbiamo già detto, la prima cosa da fare di fronte a un
lattante o ad un bambino che si debba recare all'estero, è
quella di controllare che egli sia in regola con le vaccinazioni
previste nel nuovo calendario nazionale (DM 7 aprile 1999), come la
difterite, tetano e pertosse, antipolio, epatite B, Haemophilus
influenzae tipo b, morbillo-parotite-rosolia. Va considerato nel
singolo caso se non convenga, quando si preveda che il soggiorno duri
per qualche mese, anticipare alcune immunizzazioni, che sarebbero in
scadenza entro poco tempo.
Vengono
di seguito prese in considerazione le manifestazioni cliniche e le
diagnosi delle più comuni e importanti malattie infettive, che
colpiscono le persone che hanno compiuto un viaggio nei Paesi in via
di sviluppo.
LA
FEBBRE
Circa il
3% delle persone che hanno eseguito un viaggio internazionale, per
brevi periodi tornano a casa con la febbre (Ryan E.T. et al., 2002).
Vi sono
alcuni punti che risultano essenziali per la diagnosi:
- La storia del viaggio;
- Il probabile periodo d'incubazione;
- Storia dell'esposizione;
- Segni e sintomi associati;
- Durata della febbre;
- Stato d'immunizzazione;
- Uso e non uso della chemioprofilassi antimalarica;
- Grado di aderenza a un regime di chemioprofilassi
La
determinazione approssimativa della lunghezza del periodo
d'incubazione può aiutarci a scartare alcune possibili cause
di febbre. Per esempio se la febbre insorge dopo 21 giorni dal
ritorno dal viaggio, alcune malattie, come il dengue, le infezioni da
rickettsie, le febbri emorragiche (febbre gialla e febbre di Lassa) è
difficile che siano presenti, a parte la storia stessa
dell'esposizione.
Se sono
utili per la diagnosi, possono essere intraprese, già
inizialmente, delle indagini, come l'esame dello striscio periferico
per escludere la malaria, la formula leucocitaria, la ricerca degli
enzimi epatici, l'analisi delle urine, l'emocoltura e quella dalle
feci e dalle urine ed eventualmente alcuni specifici esami
sierologici (per il virus dengue, rickettsie, schistosomi. leptospira
e HIV). Talvolta può riuscire utile anche una Rx del torace.
FEBBRE
ISOLATA: Malaria
La
malaria è la causa più importante di febbre fra le
persone che di recente hanno compiuto un viaggio nei Paesi tropicali.
Poichè la malaria da Plasmodium falciparum può essere
rapidamente fatale, deve essere rapidamente scartata in tutte le
persone febbrili di ritorno da un viaggio in un Paese malarico. Negli
Stati Uniti circa il 90% delle infezioni da Plasmodium falciparum
sono acquisite nell'Africa sub-sahariana e circa il 90% delle persone
infettate mostra i sintomi entro un mese dal loro ritorno. Al
contrario oltre il 70% dei casi di malaria dovuta a Plasmodium vivax
sono acquisite in Asia o in America latina; tuttavia solo il 50% dei
viaggiatori infettati con Plasmodium vivax cominciano ad avere
sintomi entro un mese dal loro ritorno; in circa il 2% la febbre si
sviluppa oltre un anno più tardi. Le persone che visitano le
famiglie e gli amici, mentre viaggiano all'estero, sono
particolarmente a rischio e sono responsabili di circa il 40% dei
casi di malaria negli Stati Uniti.
Tabella
2 - Casi di malaria in Italia per età - 2000, Ministero della
Salute, Bollettino epidemiologico
Età
dei pazienti | Numero
dei casi |
0-19
anni | 91 |
20-39
anni | 518 |
40
anni e più | 252 |
Non
noto | 125 |
Totale | 986 |
In Italia
nel 2000 ci sono stati 986 casi di malaria, soprattutto nella classe
di età fra 20 e 39 anni (vedi tabella 2). Si sono ammalati 730
maschi contro 256 femmine (rapporto di 3 a 1). Nella gran parte dei
casi le persone ammalate provenivano dall'Africa (vedi tabella 3).
Tabella
3 - Casi di malaria in Italia per provenienza - 2000, Ministero della
Salute, Bollettino epidemiologico
Provenienza | Numero
di casi |
Africa | 850 |
Asia | 44 |
Americhe | 31 |
Oceania | 3 |
Non
noto | 57 |
Totale | 985 |
Tabella
4 - Casi di malaria in Italia secondo il tipo di plasmodio - 2000,
Ministero della Salute, Bollettino epidemiologico
Tipo
di plasmodio | Numero
di casi |
P.
falciparum | 797 |
P.
vivax | 108 |
P.
malariae | 14 |
P.
ovale | 62 |
Forme
miste | 5 |
Totale | 986 |
Tabella
5 - Casi di malaria in Italia per motivo dell'espatrio - 2000,
Ministero della Salute, Bollettino epidemiologico
Motivo
dell'espatrio | Numero
di casi |
Lavoro | 116 |
Turismo | 140 |
Residenza | 22 |
Missioni/volontari | 56 |
Visita
a parenti | 417 |
Non
noto | 234 |
Totale | 985 |
E' in
crescita costante la resistenza dei parassiti malarici ai farmaci
specifici. Sebbene gli antimalarici comunemente consigliati siano
efficaci, non garantiscono al cento per cento la protezione verso la
malaria, per cui questa patologia rimane un'importante probabilità
diagnostica nei viaggiatori con febbre, senza tener conto del fatto
che essi abbiano assunto o meno dei farmaci antimalarici a scopo
preventivo. Sebbene il comportamento della febbre sia di rado
diagnostico, non bisogna dimenticare che una febbre che insorge a
intervalli regolari di 48-72 ore, è virtualmente patognomonica
delle infezioni da Plasmodium vivax, Plasmodium ovale e Plasmodium
malariae. Altri sintomi all'esordio sono la cefalea, la tosse, i
problemi gastro-intestinali e molti altri, così tanti che nei
viaggiatori con febbre la malaria deve essere considerata, senza
alcun rapporto con la presentazione clinica.
L'esame
dello striscio deve essere ripetuto almeno una volta dopo 12-24 ore
dalla prima valutazione, se il primo striscio è stato negativo
e se la malaria è ancora sospettata. Altri reperti
caratteristici sono la trombocitopenia e la leucocitosi. Vi può
essere splenomegalia.
Il
decorso clinico della malaria da P. falciparum non è
prevedibile, per cui i viaggiatori non immuni per questo tipo di
malaria debbono essere ricoverati in ospedale per rendere più
facile una terapia tempestiva e per il monitoraggio delle
complicazioni.
I farmaci
antimalarici vanno somministrati per via parenterale se ci sono le
prove di una malaria grave (insufficienza renale, difficoltà
respiratoria, perdita di conoscenza, convulsioni, stato di shock o
grave anemia) o se i livelli di P. falciparum nel sangue superano il
4% dei globuli rossi esaminati in un paziente non immune.
Bibliografia
Bartolozzi
G.:Vaccinazioni in situazioni particolari, in G. Bartolozzi: Vaccini
e vaccinazioni, Masson Ed., Milano 2002, pag. 105-166
Ryan
E.T., Wilson M.E., Kain K.C.: Illness after international travel, N
Engl J Med 347:505-16, 2002
Steffen
R., Rickenbach M., Wilhelm U. et al.: Health poroblems after travel
to developing countries, J Infect Dis 156:84-91, 1987
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