Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Giugno 1999 - Volume II - numero 6
M&B Pagine Elettroniche
Ortopedia per il pediatra
Una
scoliosi malformativa
Divisione
di Ortopedia infantile , IRCCS 'Burlo-Garofolo', Trieste
Il
caso
E., 3
anni, è il secondogenito di tre figli, nato a termine da parto
eutocico (Apgar 10, 10), allattato al seno per cinque mesi. Lo
sviluppo psicomotorio è stato regolare e il bambino ha sempre
goduto di buona salute (riferito soltanto un episodio di otite
all'età di 13 mesi). Nell'anamnesi familiare spiccano il nonno
paterno, lo zio paterno e il cugino, affetti da diabete mellito di
tipo primo, le due zie materne e la madre, affette da scoliosi. Il
bambino viene portato dalla sua pediatra perché la madre,
facendogli il bagnetto, qualche mese prima aveva notato la presenza
di una tumefazione al dorso che non tendeva a risolversi. La
pediatra, dopo un'accurata anamnesi ed esame obiettivo, lo indirizza
da uno specialista ortopedico. All'esame clinico il piccolo deambula
correttamente; non vi è dismetria degli arti inferiori; il
rachide è lievemente squilibrato, con i triangoli della taglia
leggermente asimmetrici; al test di flessione si evidenzia il gibbo
dorsolombare sinistro di 3 centimetri circa.
Il
problema
Ci
troviamo di fronte a una scoliosi a esordio molto precoce. Il
problema è, naturalmente, quello di stabilire un programma di
controllo o di intervento. Viene consigliata innanzitutto
l'esecuzione di un radiogramma del rachide in toto: si evidenzia così
la presenza di una scoliosi cosiddetta "congenita", dovuta
alla presenza di un emispondilo a livello di L1.

La
valutazione in gradi Cobb della curva corrisponde a 20°. Un
angolo di Cobb (vedi Figura1) di 20° è al limite della
gravità che richiede un trattamento. Ricordiamo che l'angolo
di Cobb si ottiene unendo le rette che passano per i piatti delle
vertebre più inclinate, rispettivamente in alto e in basso.
L'emispondiloè una malformazione caratterizzata dalla presenza di una
emivertebra, cioè di una vertebra costituita dalla metà
laterale del corpo e dell'arco corrispondente; è un'anomalia
che può essere trasmessa con carattere ereditario dominante e
che si può presentare in associazione con altre deformità
vertebrali, quali schisi o sinostosi. L'emispondilo può essere
libero dalle vertebre sopra e sottostanti o fuso ad esse.
L'emivertebra sotto l'azione del carico assume la forma di cuneo e
induce un incurvamento della colonna . Se vi è la presenza di
emispondili multipli alterni, questi possono ristabilire l'equilibrio
delle due metà della colonna. L'evoluzione dell'emispondilo
richiede un controllo continuo per giudicare se e quando si deve
intervenire con un determinato provvedimento terapeutico. Il solo
significato del trattamento ortopedico con corsetti è il
controllo dell'evoluzione della curva e il favorire la formazione di
curve di compenso.
Logicamente,
trattandosi di una malformazione ossea, nulla può influire
sulla crescita dell'emispondilo nel caso in cui vi siano uno o più
nuclei di accrescimento sterili. Nel caso in cui la curva, anche se
trattata conservativamente, tenda a progredire sensibilmente, si ha
l'indicazione al trattamento chirurgico, che potrà essere o di
asportazione dell'emispondilo, in alcuni casi, o, più spesso,
di artrodesi vertebrale.
La
soluzione
Alla
famiglia di E. la pediatra ha ben spiegato il tipo di
malformazione di cui il bambino risulta affetto e tutta la
problematica relativa alla sua gestione negli anni a venire: è
stato programmato un controllo a quattro mesi di distanza dallo
specialista ortopedico.
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