Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
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Contributi Originali - Casi contributivi
Una
caso di mielodisplasia…da parvovirus!
Centro di
Emato-Oncologia Pediatrica,
IRCCS
"Burlo Garofolo" - Trieste
Il
caso.
Federica,
una bambina di 9 anni, venne trasferita d'urgenza al nostro Centro
per grave anemia (Hb 4 g/dl) ed insufficienza respiratoria acuta da
edema polmonare. L'esame obiettivo e gli esami clinici evidenziarono
un quadro di scompenso cardiaco congestizio insorto acutamente,
responsivo alla terapia emotrasfusionale e diuretica. Era presente
epatosplenomegalia.
Gli esami
bioumorali eseguiti all'ingresso avevano confermato una grave anemia
(Hb 3.6 g/dl), con test di Coombs negativo, ed avevano evidenziato
leucopenia (leucociti totali 2800/mm3, neutrofili 1400/mm3),
piastrinopenia (86.000 plt/ mm3) ed aumento dell'LDH (1077 U/l).
Questi dati facevano sospettare una leucosi acuta all'origine del
quadro clinico.
Lo studio
del sangue periferico rilevò la presenza, oltre alla
popolazione normale, di microciti, emazie ipocromiche e sferociti;
anche gli elementi della serie granulocitaria presentavano segni di
dismielopoiesi, quali iposegmentazione nucleare e disgranulopoiesi.
Lo studio morfologico del midollo osseo evidenziò una severa
ipoplasia della serie eritroide e la presenza di cellule immature con
abito monocitario, raramente granulate e senza corpi di Auer in una
percentuale pari al 10-15%: pur non potendo escludere l'ipotesi di
una leucemia mieloide acuta in fase iniziale per l'aspetto
morfologico dell'aspirato midollare, venne presa in considerazione
quella di una sindrome mielodisplasica di tipo AREB, ipotesi
compatibile anche con l'analisi immunofenotipica.
Le
condizioni della bambina intanto miglioravano rapidamente, così
come i valori dell'emocromo. Ci vennero inoltre comunicati i
risultati dell'indagine genetica, che negava alterazioni a carico dei
cromosomi 7 ed 8, ed il laboratorio confermò una crescente
positività per le IgM anti-Parvovirus B19 e la
positivizzazione delle IgG. Un controllo della morfologia midollare
eseguito a due settimane dall'esordio clinico mostrò un quadro
molto diverso dal precedente, con il 40% di cellule eritroidi ed una
netta riduzione delle cellule blastiche (2%). In condizioni basali di
coltura del midollo osseo, la crescita dei precursori emopoietici
mieloidi ed eritroidi risultò nella norma.
Il
miglioramento spontaneo dell'emopoiesi ed il quadro sierologico
deponevano per una diagnosi di aplasia midollare da parvovirus B19,
fenomeno descritto soprattutto in soggetti affetti da sferocitosi
ereditaria, per cui la storia di Federica fu rivalutata in tal senso.
Dall'anamnesi patologica remota risultava che la bambina, nata
prematuramente, aveva presentato un ittero neonatale grave
(bilirubina indiretta fino a 23 mg/dl) ad eziologia indeterminata,
trattato con exanguino-trasfusione e fototerapia. Dalla sua storia
attuale era da rilevare come, superato il periodo critico
dell'anemia, persistessero splenomegalia, bilirubinemia indiretta
elevata ed aptoglobina molto bassa, segni di emolisi cronica.
Richiedemmo quindi lo studio delle resistenze globulari osmotiche,
che risultarono essere effettivamente diminuite nella bambina ma
normali nei genitori.
In
conclusione Federica ha una sferocitosi congenita che ha determinato
un grave ittero alla nascita ed è rimasta poi silente sino
all'età di 9 anni, quando si è manifestata con una
grave aplasia midollare da parvovirus B19.
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