Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Marzo 2013 - Volume XVI - numero 3
M&B Pagine Elettroniche
I Poster degli specializzandi
Se
non annusi il problema...
1Scuola
di specializzazione in Pediatria, Università degli Studi di
Trieste, 2SC Laboratorio di Genetica Medica, IRCCS
Materno-Infantile “Burlo Garofolo”, Trieste
La storia
di D. inizia all’età di 4 anni quando, per un
rallentamento della velocità di crescita staturo-ponderale
negli ultimi due anni (< 2 deviazioni standard rispetto alla norma
per l’età) in assenza di sintomatologia associata,
giunge presso la nostra struttura allo scopo di inquadrare il
problema. Gli accertamenti riguardanti un possibile malassorbimento
(in particolare nel sospetto di celiachia) e gli esami ematochimici
risultano tutti nella norma. Sospettando un causa endocrinologica
della scarsa crescita viene eseguito un dosaggio ormonale che mette
in evidenza un valore di Insuline Growth Factor 1 (molecola
effettrice dell’ormone della crescita) al di sotto dei limiti.
Il conseguente test di stimolo con arginina infatti evidenzia un
deficit di GH. Come prescritto dalla nota 39 dell’AIFA D.
comincia la terapia con GH (Nutropin) ottenendo una rapida ripresa
della velocità di crescita.
Da
segnalare che all’anamnesi familiare del bambino risulta che il
padre è affetto dalla sindrome di Kallmann (KS), diagnosticata
all’età di 13 anni ma mai indagata a livello genetico.
Questa malattia, caratterizzata da ipogonadismo ipogonadotropo e
anosmia, può essere associata alla mutazione di diversi geni
(se ne conoscono 5 che, tuttavia, sono coinvolti solo nel 30% di
tutte le KS) e può avere un’ereditarietà legata
al cromosoma X, autosomica dominante o recessiva. L’indagine
genetica sul padre e in seguito sul figlio ma non sui nonni (quindi
una mutazione de novo) ha evidenziato una mutazione MAI
DESCRITTA in letteratura a carico di FGFR1 (eterozigosi per
c.976C->G), uno dei geni a trasmissione autosomica dominante
associati alla malattia. Una recente risonanza magnetica cerebrale,
utile anche a valutare la struttura dell’ipofisi dopo circa 3
anni di terapia con GH (oggi D. ha 7 anni), non ha evidenziato
anomalie ipofisarie ma neanche la presenza dei bulbi olfattori! Il
sospetto che D. avesse ereditato la malattia del padre non è
stato immediato sia perché in età prepubere è
difficile individuare un ipogonadismo ipogonadotropo, sia perché
il ritardo di crescita e la bassa statura non sono tipici della KS.
In letteratura non è mai stata descritta l’associazione
tra KS e deficit di GH, tanto quanto non è descritta la
particolare mutazione evidenziata dall’analisi genetica a
carico di FGFR1. Futuri studi funzionali sulla proteina codificata da
questo gene potranno forse chiarire la possibile associazione
genotipo-fenotipo.
tratto
da: Le
Giornate di Medico e Bambino,
Lecce,
4-5 maggio 2012
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