MeB Pagine Elettroniche
a cura della redazione di MeB Pagine Elettroniche
Volume IX
Febbraio 2006
numero 2
APPUNTI DI TERAPIA


L'ACE-inibitore nella cura dell'insufficienza renale cronica
G. Bartolozzi
Membro della commissione nazionale vaccini
Indirizzo per corrispondenza:bartolozzi@unifi.it

L'enzima convertente l'angiotensina (ACE) rallenta la progressione della malattia cronica renale, in presenza o meno di diabete, particolarmente in pazienti con insufficienza renale da lieve a moderata, con creatinina sierica fra 1,5 e 3 mg/dL.
Una ricerca, randomizzata, in doppio cieco, eseguita in Cina, riguarda l'effetto degli ACE inibitori in pazienti con insufficienza renale grave non secondaria a diabete (Hou FF, Zhang X, Zhang GH et al. Efficacy and safety of benazepril for advanced chronic renal insufficiency. N Engl J Med 2006 354:131-40). In Cina la causa principale della malattia renale allo stadio terminale è l'insufficienza renale non diabetica; nel 1999, 41.000 di questi pazienti (5% del totale) sono stati registrati nei reparti di dialisi.
I pazienti vennero suddivisi in due gruppi:
  1. il primo gruppo comprendeva 104 pazienti con creatinina sierica da 1,5 a 3 mg/dL; essi ricevettero 20 mg al giorno di benazepril;
  2. il secondo gruppo era formato da 224 pazienti con creatinina sierica da 3,1 a 5 mg/dL (con filtrazione glomerulare fra 15 e 29 mL per minuto per 1,73 m2): di questi una metà ricevette 20 mg al giorno di benazepril (112 pazienti) e l'altra metà venne trattata con un placebo.
Lo studio è durato in media 3,4 anni. Tutti pazienti ricevettero un trattamento anti-ipertensivo convenzionale.
L'obiettivo principale fu la determinazione di un raddoppio del livello sierico di creatinina, del raggiungimento dello stadio terminale della malattia renale e della morte. L'obiettivo secondario fu il cambiamento del livello di proteinuria e la velocità di progressione della malattia renale.
Dei 102 pazienti del gruppo 1, il 22% raggiunse lo stadio terminale della malattia renale, contro il 41% dei pazienti del gruppo 2 che avevano ricevuto l'ACE inibitore e il 60% del gruppo placebo. In confronto al gruppo placebo nel gruppo 2 il benazepril risultò associato a una riduzione del 43% della misura di esito principale (P=0,005). Questi beneficio non sembrò associato al controllo della pressione sanguigna. Il benazepril inoltre risultò associato a una riduzione del 52% nel livello di proteinuria e a una riduzione del 23% nella velocità di declino della funzione renale. La comparsa di eventi avversi fu uguale nel gruppo trattato e nel placebo.
Viene concluso che il benazepril offre numerosi benefici ai soggetti con insufficienza renale avanzata, non diabetica.
Nel commento (Hebert LA, NEJM 2006, 354:189-91) vengono messe in evidenza alcune caratteristiche di questo studio:
Sulla base di questi rilievi viene consigliato che l'uso degli ACE inibitori in casi di grave insufficienza renale venga eseguito con dosi più basse e con un monitoraggio continuo del livello di potassio, introdotto con la dieta. Resta da definire se l'affetto favorevole si può estendere dall'ACE inibitore usato (benazepril) ad altri ACE-inibitori

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G. Bartolozzi. L'ACE-INIBITORE NELLA CURA DELL'INSUFFICIENZA RENALE CRONICA. Medico e Bambino pagine elettroniche 2006; 9(2) https://www.medicoebambino.com/mobile/_insufficienza_renale_benazepril_ace_malattia_creatinina_inibitori



ultimo aggiornamento: 15 Marzo 2006

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