Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Dicembre 2005 - Volume VIII - numero 10
M&B Pagine Elettroniche
Contributi Originali - Ricerca
Esposizione
al fumo passivo di tabacco nei bambini italiani al secondo anno di
vita
1 Azienda
per i Servizi Sanitari 1 “Triestina”
2
Istituto Superiore di Sanità
Keywords:
environmental tobacco smoke, children
Riassunto
Obiettivo
dello studio: stimare l'entità dell'esposizione al
fumo passivo di tabacco (environmental tobacco smoke; ETS) nei
bambini italiani.
Disegno
dello studio: indagine di prevalenza.
Setting:
Italia.
Partecipanti:
4.602 bambini fra i 12 ed i 23 mesi di vita, selezionati con
campionamento a grappolo su base regionale.
Outcome
principali: percentuale di bambini esposti al fumo passivo,
globalmente e per tipo di esposizione.
Risultati:
Risultava abitualmente esposto il 52% dei bambini al secondo anno di
vita. Fumava il 22% delle madri ed il 38% dei padri, e il 18% dei
bambini era abitualmente esposto a ETS di terzi. Il 60% dei bambini
era esposto a una sola fonte di fumo, il 33% a due, l'8% a tre o
più fonti. Il 38% degli esposti aveva almeno un genitore che
fuma in casa.
Conclusione:
I livelli di esposizione sono molto maggiori rispetto a quelli
riportati in altri Paesi. E' evidente la necessità di azioni
volte a sensibilizzare le famiglie nei confronti delle conseguenze
dell'ETS.
Summary
Objective:
to estimate Italian children's exposure to environmental tobacco
smoke (ETS).
Design: prevalence survey.
Setting:
Italy.
Participants:
4.602 children 12-23 months old, selected by cluster sampling on
regional base.
Main
outcome measures: percentage of exposed children, globally and by
kind of exposure. Results: Fifty-two percent of children 12-23 months
of age were habitually exposed. A total of 22% of mothers and 38% of
fathers smoked, and 18% of children were habitually exposed to non
parental ETS. Of the children exposed to ETS, 60% were exposed to a
single source, 33% to two and 8% to three or more sources, and 38% of
the exposed had at least one parent who smoked at home.
Conclusion:
Exposure levels are higher than those reported in other countries. It
is therefore essential to implement actions to sensitive families to
the health consequences of ETS.
L'uso
del tabacco è causa di una proporzione considerevole della
mortalità, come dimostrano le stime di mortalità fumo
correlata nei paesi industrializzati [1]. Il rischio non è
limitato ai fumatori, ma si estende anche alle persone esposte al
fumo di tabacco ambientale (Environmental Tabacco Smoke, ETS). L'ETS
è una combinazione del fumo espirato dal fumatore attivo e di
quello derivante dalla combustione spontanea del tabacco fra le
“tirate”. Esso contiene tutti i medesimi componenti tossici del
fumo di tabacco inalato dal fumatore attivo, sebbene in proporzioni
in qualche modo diverse [2].
I bambini
risultano particolarmente colpiti dall'ETS. Una metanalisi del 1999
riporta un odds ratio combinato di prevalenza di gravi infezioni del
tratto respiratorio inferiore nei bambini di età inferiore ai
2 anni pari a 1,7 [3]. Inoltre il fumo materno dopo la nascita
(aggiustato per l'abitudine al fumo durante la gravidanza)
raddoppia il rischio di SIDS [4]. In Italia si stima che il fumo
materno post natale causi ogni anno 516 casi di SIDS e 360.583
infezioni acute delle basse vie respiratorie nei primi due anni di
vita [5].
Un
ulteriore problema di salute che è stato attribuito al fumo
passivo concerne le otiti medie ricorrenti: tra i bambini esposti a
ETS è stato stimato un OR di 1,91 [6].
E'
stato anche dimostrato come l'effetto dell'ETS sui bambini non
sia limitato al fumo materno pre- e post-natale, ma che il fumo del
padre o diterze persone determina anch'esso un rischio di effetti
nocivi sulla salute [7,8]. Una metanalisi pubblicata nel 2000
evidenzia come i risultati dell'esposizione al fumo di tabacco
paterno suggerisca un'associazione con tumori cerebrali e con
linfomi [9]. Questo anche per la scarsa capacità dei genitori
di creare per il bambino un ambiente libero dal fumo sia a casa che
fuori casa [10,11].
Tutti
questi rischi per la salute si traducono, fra l'altro, in costi. A
questo proposito è stato calcolato che circa il 9% dei costi
sanitari diretti nel primo anno di vita può essere attribuito
all'ETS [12].
Poco si
sa circa il rischio di esposizione del bambino a ETS in Italia. La
prevalenza di fumatori in Italia nel 2000 varia molto secondo l'Ente
rilevatore e la differenza di rilevamento è particolarmente
accentuata per le femmine e nelle fasce centrali di età [13].
Si stima che in Italia circa metà (49%) dei bambini di età
inferiore a 5 anni è esposto all'ETS, con un grado di
esposizione inversamente proporzionale al titolo di studio dei
genitori. La percentuale di donne fumatrici in età fertile
varia da un minimo di 16% nella fascia di età 15-24 anni ad un
massimo di 28% nella fascia 35-44 anni ed il 38% di queste non
sospende il fumo durante la gravidanza [14]. Inoltre la maggioranza
delle donne che smette di fumare durante la gravidanza riprende poi a
fumare dopo il parto [15].
Gli
operatori sanitari possono avere un ruolo importante nel far ridurre
o smettere di fumare i propri pazienti [16]. Questo vale soprattutto
per le donne in gravidanza o con bambini piccoli [17,18]. Volendo
programmare interventi di informazione sanitaria da effettuarsi
sistematicamente nei confronti dei genitori durante la gravidanza e
nel primo anno di vita del bambino è necessario però
raccogliere dati mirati su questa fascia di età, per meglio
calibrare gli interventi di informazione sanitaria [10,19]. Studi
descrittivi che utilizzano questionari somministrati ai genitori per
valutare l'ETS nei bambini sono utilizzati e valutati da molti
anni, ed i dati della letteratura concordano ormai sulla loro
validità [19-22].
Ci si è
quindi posto l'obiettivo di utilizzare un questionario validato su
5 domande per stimare la prevalenza dell'ETS nei bambini italiani
della fascia di età 12 mesi 23 mesi, eventuali correlazioni
fra variabili socio economiche della famiglia e ETS, l'entità
dell'esposizione a seconda della numerosità dei fumatori cui
il bambino è in contatto (padre, madre, altre persone) ed a
seconda che questi fumino solo fuori casa o anche in casa [22].
L'indagine
è stata svolta nell'ambito dello studio ICONA 2003. Sono
stati indagati bambini di età compresa tra i 12 e i 23 mesi
(nati tra il 15/01/2001 e il 15/01/2002), vivi e residenti nella
regione al momento del reperimento delle liste anagrafiche. In ogni
regione è stato intervistato un campione rappresentativo di
210 bambini, individuati mediante campionamento a grappolo.
All'interno di ciascun cluster sono stati individuati, con
campionamento casuale semplice, 7 bambini “titolari” e 7
possibili sostituti [23]. In Val d'Aosta e nelle città di
Milano, Roma e Napoli è stato effettuato un campionamento
casuale semplice di 100 bambini.
I
sostituti sono stati utilizzati solo in caso di rifiuto da parte dei
genitori di partecipare all'indagine o di non rintracciabilità.
I dati sono stati raccolti mediante interviste domiciliari ai
genitori, condotte dal personale delle Aziende Sanitarie Locali.
L'intervistato è definito fumatore in caso di risposta
affermativa alla domanda “Lei fuma?”. Il partner
dell'intervistato è definito fumatore in caso di risposta
affermativa alla domanda “Il suo partner fuma?”. Per entrambi, in
caso di risposta affermativa, si è indagata l'abitudine al
fumo in casa, con la domanda “Fuma anche in casa?”. Veniva
specificato che, per in casa, si intende anche “alla finestra” o
sul terrazzo se la porta rimane aperta. La quinta domanda indagava
l'esposizione a fumo abituale di terzi: “A parte lei e il suo
partner, il suo bambino sta, per almeno un'ora alla settimana, con
una persona che fuma?”. Dall'analisi di queste domande è
possibile ricavare non solo le percentuali di bambini esposti al fumo
delle diverse possibili fonti (madre, padre, terze persone) ma anche
una gradazione del livello dell'esposizione medesima, come
riportato in Tabella
1 [22].
Il Data
entry ha utilizzato un database relazionale sviluppato in ambiente MS
Access 2000 e l'analisi dei dati è stata effettuata con il
Software Epi Info 2002, revisione 3.2.2. Per il calcolo delle stime
nazionali i dati sono stati pesati per la dimensione della
popolazione di ciascuna regione o città, ed il calcolo degli
intervalli di confidenza ha tenuto conto del disegno dello studio.
Nello
studio risultano inclusi 4.602 bambini. L'intervistata, nel 95% dei
casi, è stata la madre.
La
percentuale nazionale di sostituzioni è stata del 16% (minimo
7% in Emilia-Romagna, massimo 28% in Lazio). Rifiuto e irreperibilità
hanno causato ciascuno il 36% delle sostituzioni. Il motivo di
sostituzione non è noto nell'1% dei casi. Per quanto
concerne la distribuzione per genere dei bambini, la nazionalità
dei genitori, lo stato lavorativo e la scolarità delle madri
vi è una sostanziale concordanza fra i valori del nostro
campione e quelli riportati dall'ISTAT [23,24].
La
percentuale di bambini esposti a qualunque tipo di fonte è del
52% (minimo 36% P.A. di Trento e massimo 77% Napoli). A livello
nazionale, fuma il 22% delle madri ed il 38% dei padri. Il 18% dei
bambini è abitualmente esposto a fumo di tabacco di terze
persone. I dati di esposizione, per regione e macroarea, sono
riportati in Tabella 2. Risulta evidente un trend crescente
Nord-Centro-Sud, ma risulta statisticamente significativa solo la
differenza fra Centro e Sud e Isole.
Fra i
bambini esposti il 60% (IC 95%: 57%-62%) è esposto ad una sola
fonte di fumo, il 33% (IC 95%: 30%-35%) a due, l'8% (IC 95%: 6%-9%)
a tre o più fonti. La percentuale di esposti a 3 o più
fonti è maggiore a Napoli (19%), e in Campania, nel Lazio ed
in Sicilia (13%). Solo a Napoli ed in Campania, però la
categoria “una sola fonte” raggruppa meno del 50% degli esposti.
Fra i
bambini esposti il 38% (IC 95%: 35%-41%) ha almeno un genitore che
fuma in casa. Al Nord tale percentuale è del 35% (IC 95%:
30%-39%), al Centro del 35% (IC 95%: 31%-38%), al Sud e nelle Isole
del 42% (IC 95%: 37%-46%).
Le
percentuali di bambini esposti in Italia e nelle tre macro aree per
classe di esposizione sono riportate in Tabella 3 e Figura 1
La
probabilità dei bambini italiani al secondo anno di vita di
essere esposti ad una qualunque fonte di ETS per grado d'istruzione
della madre e del padre e per stato lavorativo della madre è
riportata in Tabella 4. Lo stato di fumatore è inoltre
associato, per i padri, alla nazionalità italiana (rapporto di
prevalenza (RP) 1,4 – IC 95%: 1,1-1,8).
Risulta
esposta a ETS una proporzione molto elevata di bambini: il 52% contro
il 29% dei paesi del Nord Europa ed il 20% della Svezia [25] [26].
Notevoli sono le variazioni regionali e netto è il gradiente
Nord – Sud, nonostante per qualche confronto le differenze non
fossero statisticamente significative. Anche le regioni
settentrionali però presentano livelli di esposizione ben
superiori a quelli riportati in altri paesi europei, con una media
del 47% ed un valore minimo di 36% nella Provincia Autonoma di
Trento.
Il nostro
dato risulta maggiore di quello riportato dall'ISTAT (49%) [14] per
la fascia d'età 0 – 5 anni, tanto più che i bambini
più piccoli tendono ad essere percentualmente meno esposti. Le
donne fumatrici, infatti, in gravidanza tendono a cessare o per lo
meno a diminuire il fumo, per poi spesso riprendere gradualmente
l'abitudine [15].
Le fonti
d'esposizione sono rappresentate soprattutto dai genitori. Anche in
questo caso i nostri dati denunciano percentuali maggiori di quelle
riportate dall'ISTAT. I padri fumatori sarebbero infatti il 38%,
contro il 26% dell'ISTAT (sempre per la fascia d'età 0-5
anni) e le madri 22% contro il 9% del documento (ISTAT: Indagine
Multiscopo "Aspetti della vita quotidiana" 1999). Da notare
però come la stessa ISTAT, per l'anno 2001, riporta una
percentuale di fumatori maschi, nelle classi d'età 25-44
anni, fra il 38 ed il 39%, e del 26% per le donne, dati questi
sovrapponibili ai nostri. Per quanto concerne le differenze Nord –
Sud la percentuale di madri fumatrici al Centro ed al Sud e nelle
Isole è la stessa (24%), diversa in maniera statisticamente
significativa dalla percentuale di madri fumatrici del nord. Simile è
la distribuzione dell'esposizione abituale a ETS di terze persone.
Per i padri invece vi sono percentuali simili al Nord ed al Centro,
che differiscono in maniera statisticamente significativa dalla
percentuale rilevata al Sud e nelle Isole.
Una prima
stima della gravità dell'esposizione di un bambino può
essere fatta in base al numero di fonti cui questi è
abitualmente soggetto. Nuovamente i nostri dati riflettono una realtà
peggiore di quella fotografata dall'ISTAT. Fra gli esposti a ETS il
33% è soggetto a 2 fonti, l'8% a tre o più fonti
(secondo l'ISTAT 26% e 3% rispettivamente). L'abolizione del fumo
domestico è provato essere l'unico efficace nel limitare
l'esposizione dei bambini al ETS qualora non sia possibile abolire
l'abitudine dei genitori [27].
I fattori
che condizionano maggiormente la gravità dell'esposizione a
ETS sono quindi, principalmente, il numero delle fonti ed il fumo
domestico. Dalla combinazione di queste variabili è possibili
ricavare 6 categorie di esposizione, da “0”, nessuna esposizione,
a “5”, esposizione massima (Figura 1). Per ciascuna delle
categorie da “2” a “5” risulta netto un gradiente crescente
Nord – Centro – Sud e Isole. I bambini del Sud e delle Isole
quindi, ed i misura minore quelli del Centro, non solo sono più
esposti rispetto a quelli del Nord, ma lo sono in maniera più
grave.
Come
trovato in diversi altri studi la percentuale di bambini esposti a
ETS varia con il grado di istruzione dei genitori [10]. In
particolare, i figli di genitori con bassa scolarità (nessuna,
elementare o media) sono più esposti a ETS rispetto a quelli
di genitori con scolarità superiore. Per quanto concerne la
cittadinanza risultano fumare di più i genitori italiani, ma
questo dato è statisticamente significativo per i soli padri.
Lo stato lavorativo della madre, invece, risulta protettivo nei
confronti dell'esposizione del bambino a ETS.
Possibili
distorsioni e limiti dello studio: La dimensione del campione è
tale da rendere nella maggior parte dei casi molto stretti gli
intervalli di confidenza. Anche il design effect, che tipicamente per
campionamenti a cluster può risultare alto e condizionare di
conseguenza l'ampiezza dell'intervallo di confidenza è
stato molto spesso calcolato a valori prossimi all'unità.
La
percentuale di sostituzioni potrebbe far pensare a possibili bias di
selezione ma il confronto con i dati ISTAT lo escluderebbe.
Similmente ci si potrebbe aspettare che il fumatore sottoriporti
l'entità dell'esposizione dei figli, e che il non fumatore
sia più attento a possibili esposizioni di terze persone (bias
di richiamo).
Un altro
possibile limite riguarda la validità dell'applicazione ad
un contesto italiano di un questionario validato su una popolazione
non europea. In effetti sarebbe utile controllare anche in un setting
italiano, o per lo meno locale, la congruità delle risposte al
questionario con un dosaggio di markers biologici (cotinina), come
fatto negli Stati Uniti d'America [21,22].
Anche in
assenza di tali conferme possiamo ritenere che questo strumento
d'indagine, estremamente semplice, ha reso possibile la redazione
di una vera e propria mappa di rischio dell'esposizione a ETS del
bambino al secondo anno di vita in Italia, che potrà essere di
supporto, a livello regionale, per una valutazione delle priorità
dei problemi di sanità pubblica e per una valutazione di
eventuali programmi che mirino a ridurre l'esposizione a ETS del
bambino piccolo.
Sulla
base dei nostri risultati, è evidente la necessità di
azioni volte a sensibilizzare le famiglie, soprattutto quelle con
scolarità inferiore, nei confronti delle conseguenze del ETS.
Per abbassare il rischio di fumo passivo sono praticabili diverse
strategie. Queste includono la cessazione del fumo parentale, la
diminuzione dell'esposizione dei bambini all'ETS qualora i
genitori non possano o non vogliano smettere e, a lungo termine,
diminuire il numero di futuri, possibili genitori che iniziano a
fumare.
Per
quanto concerne il primo punto bisognerebbe incrementare le azioni
volte a sensibilizzare i genitori che fumano e motivarli a non
fumare, tramite counseling mirato durante i momenti di contatto con
gli operatori del SSN [28]. Vi è una forte evidenza che
interventi multipli di sanità pubblica basati su un sistema
anche minimo di promemoria per l'operatore sanitario, in aggiunta
ad un programma di formazione rivolto agli operatori stessi,
associato o meno ad un intervento di educazione dei pazienti, aumenta
il numero di questi cui è consigliato di smettere ed il numero
di fumatori che effettivamente lo fa [16].
La
gravidanza, ed i periodi immediatamente precedenti e seguenti offrono
una possibilità terapeutica unica per aiutare le donne a
smettere di fumare [29]. Una breve sessione di counseling (5-15
minuti), aumenta in maniera significativa il tasso di cessazione fra
le gravide [30]. Iniziative in tal senso sono già in corso di
attuazione anche in Italia [31]. Questo sistema potrebbe essere
utilmente integrato da un successivo contatto, al momento delle
vaccinazioni dell'infanzia (al secondo anno di vita), stante il
problema delle donne che riprendono a fumare una volta cessato
l'allattamento [15,32].
Nel caso
non sia possibile convincere i genitori a smettere di fumare
l'esposizione a ETS può essere limitata fumando solo fuori
casa.
E'
opportuno altresì, con uno sguardo ai genitori di domani,
potenziare gli interventi rivolti verso gli adolescenti ed i giovani
adulti per fare sì che non inizino a fumare, come pure
pretendere un ambiente senza fumo per i bambini anche nei luoghi
pubblici [11], esigendo l'applicazione delle norme vigenti e, in
particolar modo, a partire da gennaio 2005, dell'art. 51 della
legge n 3 /2003, che imporrà il divieto assoluto di fumo nei
luoghi chiusi aperti al pubblico.
COMPONENTI
DEL GRUPPO DI LAVORO ICONA: Centro Nazionale di Epidemiologia,
Sorveglianza e Promozione della Salute dell'Istituto Superiore di
Sanità: Marta Luisa Ciofi degli Atti, Maria Cristina Rota,
Antonino Bella, Stefania Salmaso. PROFEA (Programma di
Formazione in Epidemiologia Applicata): Nancy Binkin, Alberto Perra,
Anna Rita Bellomo, Giovanni Di Giorgio, Carla Fiumalbi, Jacqueline
Frizza, Onorato Frongia, Riccardo Tominz. Regioni e Province
Autonome. Abruzzo: Rossana Cassiani, Marida Salvadei.Basilicata: Gabriella Cauzillo, Francesco Locuratolo.Calabria: Silvana De Filippis. Campania: Carmela
Basile, Renato Pizzuti. Emilia Romagna: Luisella Grandori,
Cristina Ancarani, Nicoletta Bertozzi. Friuli-Venezia Giulia:
Riccardo Tominz. Lazio: Maria Grazia Pompa, Anna Rita Bellomo,
Stela Teodora Ciuta. Liguria: Pietro Crovari, Giancarlo
Icardi, Salvatore De Luca, Speranza Sensi. Lombardia: Elio
Sebastiani, Jacqueline Frizza. Marche: Gualtiero Grilli,
Enrica Carducci. Molise: Giovanni Di Giorgio. Provincia
Autonoma Bolzano: Peter Kreidl, Adelheid Foppa, Sabine Gamper,
Sabine Weiss. Provincia Autonoma Trento: Valter Carraro.Piemonte: Antonella Barale. Puglia: Pierluigi Lopalco,
Rosa Prato. Sardegna: Giuliana Novelli, Onorato Frongia.Sicilia: Salvatore Scondotto, Monica Di Giorgi, Achille
Cernigliaro. Toscana: Carla Fiumalbi, Gabriella Bidini,
Antonella Di Vito, Maria Grazia Santini, Paola Naldoni, Grazia
Graziani. Umbria: Anna Tosti, Maria Teresa Colombo, Giovanni
Piattellini. Valle d'Aosta: Luigi Sudano. Veneto:
Giovanni Gallo, Anna Pupo.
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Tabelle
e Figure
Tabella
1. Punteggio d'intensità di esposizione a ETS in base al
tipo di fonte (secondo Seifert J.A. et al, 2002)
Tipo
di fonte | Score |
Due
genitori in casa, piu' terzi | 5 |
Due
genitori in casa | 4 |
Due
genitori, uno in casa, piu' terzi | 4 |
Due
genitori, uno in casa | 3 |
Un
solo genitore, in casa, piu' terzi | 3 |
Due
genitori, fuori casa, piu' terzi | 3 |
Un
solo genitore, in casa | 2 |
Due
genitori, fuori casa | 2 |
Un
solo genitore, fuori casa, piu' terzi | 2 |
Un
solo genitore, fuori casa | 1 |
Solo
terzi | 1 |
Nessuna | 0 |
Tabella
2. Proporzione di bambini esposti a fumo di tabacco per tipo di
fonte. Dati regionali e nazionali.
Bambini
esposti a ETS per tipo di fonte (%) | ||||||||||||
REGIONE | Qualunque
fonte | Madre | Padre | Terzi | ||||||||
(IC
95%) | (IC
95%) | (IC
95%) | (IC
95%) | |||||||||
Emilia
Romagna | 50 | 42 | 59 | 21 | 14 | 28 | 35 | 29 | 42 | 15 | 10 | 21 |
Friuli
V.G. | 46 | 38 | 54 | 20 | 14 | 26 | 33 | 24 | 41 | 11 | 7 | 16 |
Lombardia | 49 | 41 | 57 | 18 | 13 | 23 | 36 | 28 | 43 | 14 | 9 | 18 |
Milano | 41 | 31 | 51 | 15 | 9 | 23 | 28 | 20 | 38 | 8 | 4 | 15 |
P.A.
Bolzano | 38 | 31 | 45 | 19 | 14 | 24 | 27 | 20 | 33 | 10 | 7 | 14 |
P.A.
Trento | 36 | 31 | 41 | 15 | 9 | 20 | 28 | 23 | 33 | 7 | 4 | 10 |
Piemonte | 46 | 39 | 53 | 18 | 13 | 23 | 34 | 26 | 41 | 16 | 11 | 21 |
Toscana | 50 | 43 | 57 | 23 | 18 | 29 | 37 | 30 | 43 | 16 | 11 | 22 |
Val
d'Aosta | 41 | 31 | 51 | 16 | 9 | 25 | 32 | 23 | 42 | 13 | 7 | 21 |
Veneto | 46 | 40 | 52 | 17 | 12 | 23 | 31 | 26 | 36 | 12 | 8 | 17 |
NORD | 47 | 44 | 50 | 18 | 16 | 21 | 33 | 30 | 36 | 13 | 11 | 16 |
Lazio | 48 | 41 | 55 | 27 | 20 | 33 | 34 | 28 | 40 | 15 | 10 | 20 |
Liguria | 45 | 39 | 52 | 21 | 16 | 26 | 30 | 23 | 38 | 16 | 11 | 21 |
Marche | 48 | 39 | 56 | 23 | 16 | 30 | 32 | 24 | 39 | 18 | 14 | 23 |
Roma | 52 | 42 | 62 | 24 | 16 | 34 | 34 | 24 | 44 | 22 | 15 | 32 |
Umbria | 56 | 49 | 64 | 20 | 14 | 25 | 37 | 29 | 45 | 21 | 14 | 27 |
CENTRO | 50 | 47 | 53 | 24 | 22 | 27 | 35 | 32 | 37 | 18 | 16 | 20 |
Abruzzo | 46 | 40 | 53 | 21 | 15 | 27 | 32 | 26 | 38 | 16 | 11 | 20 |
Basilicata | 50 | 43 | 56 | 17 | 12 | 21 | 36 | 29 | 42 | 14 | 8 | 21 |
Calabria | 51 | 45 | 57 | 11 | 8 | 15 | 35 | 28 | 42 | 22 | 17 | 27 |
Campania | 63 | 56 | 71 | 30 | 22 | 37 | 49 | 41 | 56 | 25 | 17 | 33 |
Molise | 52 | 46 | 58 | 21 | 17 | 26 | 39 | 34 | 44 | 18 | 13 | 24 |
Napoli | 77 | 67 | 85 | 42 | 32 | 52 | 53 | 43 | 63 | 42 | 32 | 53 |
Puglia | 51 | 44 | 57 | 20 | 16 | 24 | 42 | 36 | 48 | 6 | 3 | 9 |
Sardegna | 59 | 51 | 66 | 15 | 9 | 20 | 43 | 35 | 50 | 20 | 13 | 27 |
Sicilia | 65 | 58 | 72 | 26 | 20 | 33 | 45 | 38 | 52 | 30 | 23 | 38 |
SUD
E ISOLE | 59 | 56 | 62 | 24 | 21 | 27 | 44 | 41 | 47 | 22 | 19 | 25 |
ITALIA | 52 | 50 | 54 | 22 | 20 | 23 | 38 | 36 | 39 | 18 | 16 | 19 |
Tabella
3. Proporzione di bambini esposti a fumo di tabacco dei genitori per
categoria di esposizione e per macroarea.
Classe
di esposizione | ITALIAn = 4.528 | NORDn = 1.855 | CENTROn = 921 | SUD
E ISOLE n = 1.752 | ||||||||
% | (IC
95%) | % | (IC
95%) | (IC
95%) | % | (IC
95%) | ||||||
0 | 48 | 46 | 50 | 54 | 50 | 57 | 50 | 47 | 53 | 41 | 38 | 44 |
1 | 23 | 21 | 24 | 22 | 20 | 24 | 21 | 19 | 23 | 24 | 22 | 27 |
2 | 17 | 16 | 19 | 16 | 14 | 19 | 17 | 15 | 19 | 19 | 17 | 21 |
3 | 6 | 5 | 6 | 4 | 3 | 5 | 5 | 4 | 6 | 8 | 6 | 9 |
4 | 4 | 3 | 4 | 3 | 2 | 4 | 4 | 3 | 5 | 5 | 3 | 6 |
5 | 3 | 2 | 3 | 1 | 1 | 2 | 3 | 2 | 5 | 4 | 3 | 5 |
Tabella
4. Proporzione di bambini esposti a fumo di tabacco (qualunque fonte)
per caratteristiche dei genitori.
%
esposti a qualunque fonte | Rapporto
di prevalenza (IC 95%) | p | ||
Madre | Istruzione | |||
bassa | 62
(59-65) | 1,3
(1,3-1,4) | p<
0,01 | |
alta | 46
(44-48) | Rif. | ||
Nazionalitˆ | ||||
italiana | 52
(50-54) | 1,00
(0,91,2) | ||
altra | 52
(45-60) | Rif. | ||
Lavoro | ||||
no | 57
(54-60) | 1,2
(1,1-1,3) | p<
0,01 | |
si | 48
(45-51) | Rif. | ||
Padre | Istruzione | |||
bassa | 62
(60-65) | 1,2
(1,4-1,6) | p<
0,01 | |
alta | 43
(40-45) | Rif. | ||
Nazionalitˆ | ||||
italiana | 53
(51-55) | 1,1
(0,95-1,3) | ||
altra | 47
(39-54) | Rif. |
Figura
1 Italia, 2003: bambini al secondo anno di vita esposti a ETS per
intensità dell'esposizione e per area geografica

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