Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Marzo 2005 - Volume VIII - numero 3
M&B Pagine Elettroniche
Contributi Originali - Casi contributivi
Orticaria
cronica e tiroidite autoimmune:un'associazione da ricercare in
pediatria
Ospedale
S. Giuseppe da Copertino – Copertino ( LE )
Indirizzo
per corrispondenza: gindirli@libero.it
AN
ASSOCIATION BETWEEN CHRONIC URTICARIA AND THYROID AUTOIMMUNITY
Keywords:
Urticaria, thyroid autoimmunity
Summary
The
Authors describe a case of urticaria associated with autoimmune
thryroiditis in a 13 years old girl. Although this association is not
frequent among children, it should be investigated in all cases of
chronic urticaria. Physical examination, personal and family history
could be the first tools to suspect an autoimmune thyroiditis. Some
considerations on the treatment of subclinical hypothyroidism are
discussed
La
SindromeOrticaria–Angioedema (SOA) è un'affezione
frequente nella popolazione generale. Il 15–20% dei soggetti ha
presentato almeno un episodio della sindrome nella vita. La frequenza
in pediatria non è facilmente calcolabile ma è
probabile che possa essere tra il 4,5 e il 7,5% con età media
di comparsa che si situa negli anni immediatamente precedenti l'età
scolare (1-2). Entrambi i sessi sembrano ugualmente interessati.
Il
criterio più frequentemente seguito ai fini della
classificazione della SOA è quello temporale, per cui si
distinguono forme acute la cui durata è inferiore alle
6 settimane, e forme croniche se la durata è pari o
superiore alle 6 settimane: in quest'ultimo caso i sintomi sono
presenti quotidianamente o quasi e consistono di pomfi pruriginosi
che individualmente durano meno di 24 ore (1-3). Il limite temporale
di 6 settimane deve essere comunque considerato orientativo e non
vincolante ai fini della decisione di intraprendere o meno gli
accertamenti diagnostici: tale decisione deve basarsi sempre su
criteri clinici e ananmnestici. L'orticaria cronica si associa ad
angioedema in circa il 50% dei casi (4) e la sua frequenza in età
pediatrica è molto incerta ( valori molto difformi in
letteratura e variabili dal 5 al 20-30% dei casi di orticaria) (1-5);
la sua prognosi sembra migliore nel bambino tendendo a guarire entro
i 2 – 3 anni contro una durata media di 3-5 anni nell'adulto (1).
M. è
una ragazzina di 13 anni, nata a termine da parto spontaneo, di peso
normale alla nascita. Allattata al seno per i primi 2 mesi e poi con
latte adattato, divezzamento a 6 mesi. Nulla di patologico in epoca
neonatale nè nel 1° anno di vita. Nessun evento patologico
di rilievo durante la prima e seconda infanzia (parotite a 5 anni e
varicella a 6 anni).
Nell'anamnesi
familiare si riscontra come dato significativo la presenza, in una
sorella più grande, di un deficit congenito e isolato di IgA e
di Alopecia Areata all'età di 16 anni: tale ultimo problema
risulta al momento completamente risolto.
I primi
di Agosto del 2004, in pieno benessere, sono comparsi pomfi di colore
rosso chiaro, diffusi agli arti superiori ed inferiori in tutta la
loro estensione fino a comprendere le natiche con interessamento meno
intenso anche del volto e accompagnati da prurito molto intenso. La
forma cutanea tendeva ad attenuarsi con scomparsa della maggior parte
delle lesioni nelle ore serali, ma con ricomparsa di nuovi pomfi al
mattino successivo e ciò con ritmo quotidiano. I pomfi avevano
una grandezza media di 3-4 cm. ma tendevano, in alcune sedi, a
confluire, non mostravano predilezione per le zone di sfregamento
(zona della cintura, degli elastici) né per le zone sottoposte
a pressione; alla loro scomparsa residuava cute di colorito e aspetto
normale.
La
ragazzina veniva messa in terapia, dopo i primi giorni, con
Cetirizina: 1 cpr. da 10 mg. al mattino che determinava una
risoluzione parziale della sintomatologia; tale terapia veniva
proseguita fino ai primi di settembre.
Verso la
metà dello stesso mese 1° episodio di angioedema con
interessamento molto intenso delle labbra e del naso: veniva
intrapresa terapia con metilprednisolone per os a dosi
progressivamente decrescenti per una settimana; contemporaneamente
iniziava terapia associata con un antistaminico di nuova generazione
(levocitirizina, 1 cpr. da 5 mg al mattino) più un
antistaminico di vecchia generazione (idrossizina, 1 e poi _ cpr. da
25 mg la sera) e proseguiva tale terapia fino agli inizi di ottobre.
In questo stesso periodo, dopo pochi giorni dalla sospensione della
terapia sopra indicata, 2° violento episodio di angioedema con
interessamento delle labbra, delle palpebre e della fronte:
effettuava un 2° breve ciclo di terapia cortisonica per os e
riprendeva la terapia con i 2 antistaminici associati fino ai primi
di novembre, quando si decideva di sospendere la terapia in maniera
molto graduale.
Da allora
l'orticaria di M. non è più ricomparsa e la ragazza
gode di ottima salute, potendo fare a meno di qualsiasi farmaco ed
assumendo una dieta senza alcuna restrizione.
M. è
giunta alla nostra osservazione agli inizi di novembre. Dal punto di
vista obiettivo non presenta nessun segno patologico: ha completato
in maniera armonica e completa il suo sviluppo puberale che è
iniziato e si è svolto nei tempi e nelle modalità
normali; presenta una altezza pari a cm 165 (75°-90° centile)
e un peso pari Kg.51 ( @ 50° centile); P.A.: 110/70 mm Hg e una
F.C.:72/min. Unico dato obiettivo è la positività del
test per dermografismo rosso con reazione evidente che si attenua e
scompare nel giro di dieci minuti.
Dopo aver
raccolto l'anamnesi personale e familiare e dopo un'accurata
valutazione clinica della paziente, abbiamo deciso di sottoporla ad
alcuni accertamenti diagnostici. Riportiamo uno dei protocolli di
diagnosi dell'Orticaria Cronica che abbiamo desunto dall'abbondante
letteratura esistente sull'argomento: Anamnesi familiare e
personale completa; esame fisico generale, esami di sangue (emocromo
completo, VES, chimica clinica, test di funzionalità epatica,
TAS, C3 e C4, FT4 e TSH, IgE totali). Pannello autoimmune: ANA e anti
DNA se ANA positivi, Anticorpi anti muscolo liscio, anti c.
parieatali, anti TPO e antitireoglobulina, Immunocomplessi
circolanti.
Pannello
infettivo: HBsAg., titoli anticorpali per i virus del'epatite B e
C, TORCH, Epstein Barr virus, C-urea breath test per la dimostrazione
di Helicobacter pilori, coprocoltura e parassitologico delle feci su
3 campioni di feci fresche a giorni alterni, es. urine, tampone
faringeo per Streptococcus b hemolyticus, tampone vulvo –
vaginale.
Rx seni
paranasali e torace, Skin prick test per Acari, Alternaria, pelo e
forfora del gatto e del cane, cereali, uovo, pesce, carne, frutti,
legumi, solanacee, latte vaccino e soia.
Test con
il cubetto di ghiaccio e “skin stroking” per il dermografismo.
Ci preme
sottolineare, comunque, che tale protocollo va applicato con
estrema duttilità, lasciandosi guidare dai rilievi
anamnestici e dalla clinica ed evitando l'esecuzione di esami
inutili, costosi e qualche volta potenzialmente dannosi (Rx
torace e seni paranasali) quando non vi sia una precisa indicazione
clinica. Anche nel caso di M. gli accertamenti sono stati
selezionati, essendoci limitati all'esecuzione degli es. di routine
generali, del dosaggio degli ormoni tiroidei e di un panel ridotto di
es. immunologici (ANA, Immunocomplessi Circolanti, Anticorpi
anti-Perossidasi Tiroidea, Anticorpi anti-Tireoglobulina, dosaggio
delle Immunoglobuline).
Gli
accertamenti eseguiti risultano tutti perfettamente nella norma fatta
eccezione per gli anticorpi anti-tiroide: risultava, infatti, un
valore estremamente elevato degli anti TPO (>1000 UI/ml, vn. del
laboratorio = fino a 3 ) e un valore altrettanto elevato degli anti
tireoglobulina (> 3000 UI/ml, vn = fino a 50 ). I valori degli
ormoni tiroidei risultavano perfettamente nella norma: FT4 = 9,0
pg/ml (valore negli ipotiroidei < a 6) e TSH = 2,61
micrU/ml.(valore negli ipotiroidei > a 4,2).
In
conseguenza di tali risultati abbiamo allargato le nostre indagini
diagnostiche ad altre malattie di tipo autoimmune, ma gli anticorpi
per la celiachia e quelli per il diabete sono risultati negativi.
L'ecografia
tiroidea dimostrava: "Lobi tiroidei simmetrici modicamente
aumentati di volume con ecostruttura diffusamente iperiflettente per
prevalenza della struttura connettivale a tipo di tireopatia cronica.
Non rilevate lesioni occupanti spazio. Assenti linfoadenopatie
latero-cervicali".
Abbiamo,
inoltre, sottoposto la ragazza a Test con siero autologo, secondo la
procedura descritta da Greaves nel 1999, e abbiamo ottenuto un
risultato completamente negativo (Figura
1).
Le
malattie autoimmuni della tiroide sono state associate all'orticaria
cronica negli adulti, ma le descrizioni in età pediatrica sono
veramente rare. In un recente lavoro di Levy e coll. (6) tale
associazione era stata riscontrata in solo 8 di 187 bambini ( 4,3% )
con orticaria cronica, tutti di sesso femminile; ancora meno
frequente risultava l'associazione in altri lavori precedenti:
Rallison et al.(7) riportarono una frequenza dell'1,27% in 4819
bambini e Marwaha et al. (8) dell'1,6% in 6283 bambine.
L'associazione è più frequente nelle bambine perché
lo è anche la tiroidite autoimmune.
La SOA
cronica riconosce, nel bambino, diverse cause e tra queste
l'eziologia allergica è sicuramente una delle meno
frequenti: a tutt'oggi, invece, molti genitori e pediatri ascrivono
all'eziologia allergica il “primum movens” della sindrome in
oggetto prescrivendo ed attuando diete restrittive tra cui la dieta
priva di istamino – liberatori rivelatasi chiaramente inutile.
L'individuazione della o delle cause è tuttavia molto
frequentemente estremamente difficoltosa e nel 70 – 80% dei casi la
diagnosi finale è di forma idiopatica.
A noi
sembra, però, che si debba attuare ogni sforzo e si debba
approfondire ogni caso al fine di giungere ad una diagnosi eziologia
e ciò, non solo e non tanto, ai fini di una terapia eziologia
dell'orticaria che in molti casi sembra non risentire della terapia
della forma associata, ma soprattutto perchè l'associazione,
come nel nostro caso, può essere con patologie importanti che
possono richiedere terapie o comunque un follow –up attento e
impegnativo.
Ciò
anche alla luce dei più recenti lavori che tendono ad
individuare nell'ambito delle forme idiopatiche una frazione non
trascurabile di orticarie su base autoimmune legate alla presenza nel
siero di IgG dirette contro epitopi della catena a del recettore ad
alta affinità delle IgE o più raramente contro le IgE
stesse (9-11). Tale anticorpo che era stato individuato nel 25–45%
di soggetti adulti affetti da orticaria cronica idiopatica, sembra
poter giocare un ruolo in una parte non indifferente di tale
patologia anche in età pediatrica.
Un
recentissimo lavoro degli Allergologi Pediatri di Bari (12) ha
dimostrato che la ricerca di tali anticorpi, è in grado di
dimostrarne la presenza da un minimo del 31 ad un massimo del 40% dei
casi di orticaria cronica del bambino, che tale ricerca è in
grado di ridurre le forme idiopatiche del 25% , e che il contributo
dell'orticaria autoimmune al sottogruppo delle forme idiopatiche è
quasi la metà.
Naturalmente
gli accertamenti, potenzialmente molto numerosi, devono essere sempre
mirati sulla base di quanto scaturito dall'anamnesi e dall'esame
fisico; nel nostro caso la possibilità che ci potesse essere
in gioco qualche fattore di tipo autoimmune derivava dalla presenza
dell'alopecia e del deficit congenito di IgA nella sorella.
Un'altra
considerazione riguarda il tipo di comportamento da tenere in un caso
come questo.
Ci
troviamo di fronte a un caso di tiroidite autoimmune con funzionalità
tiroidea normale. La letteratura sull'argomento sembra concorde nel
definire la necessità di trattare con l-tiroxina i pazienti
con ipotiroidismo conclamato o con ipotiroidismo sub-clinico, vale a
dire con quella condizione caratterizzata da livelli sierici di TSH
al di sopra del range di riferimento del laboratorio, associati a
normali livelli di tiroxina libera (FT4) (13-14). I valori normali
del TSH sono variabili a seconda dei laboratori, ma compresi
generalmente tra 0,45 e 4,5 micrUI/ml.
Questo a
meno che non si decida di trattare la forma per controllare
l'evoluzione di un gozzo nodulare di grado elevato.
Noi
abbiamo deciso di non trattare la nostra paziente e abbiamo
programmato un controllo clinico – laboratoristico, almeno
inizialmente, ogni 3 mesi ed una ecografia ogni 6 mesi.
L'
orticaria è, al momento, in fase di regressione. In ogni caso,
non esistono evidenze certe che il trattamento con tiroxina possa
influenzare il decorso della forma; dal punto di vista prognostico,
anche se scarsi, i dati relativi all'evoluzione spontanea
dell'ipotiroidismo sub-clinico della tiroidite di Hashimoto sono
univoci e confortanti: esistono 2 lavori in letteratura
sull'argomento (15,16) ed entrambi dimostrano che dopo un follow-up
di 6 anni circa, più o meno il 50% dei bambini presentano una
normalizzazione della funzionalità tiroidea. Questi dati
evidenzierebbero, perciò, che l'evoluzione
dell'ipotiroidismo sub-clinico della tiroidite autoimmune non sia,
nel bambino, invariabilmente verso l'ipotiroidismo conclamato o,
almeno, che ciò avvenga in una percentuale di casi inferiore
rispetto a quello che si verifica nell'adulto nel quale è
descritta una percentuale di evoluzione del 2-5 % all'anno.
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