Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Giugno 2006 - Volume IX - numero 6
M&B Pagine Elettroniche
Appunti di Terapia
Otite
media nei bambini: cambiamenti dal 1995 al 2003 per visite
pediatriche, prescrizioni di antibiotici e invio allo specialista
Membro
della Commissione Nazionale Vaccini
Indirizzo
per corrispondenza: bartolozzi@unifi.it
L'otite
media è una delle più comuni malattie infettive dei
bambini ed è la causa principale delle visite pediatriche e
della prescrizione di antibiotici. I costi diretti e indiretti della
malattia sono elevati: negli Stati Uniti il costo diretto, in seguito
all'otite acuta, è stato calcolato intorno a 4 miliardi di
dollari ogni anno.Andando ad analizzare l'incidenza dell'otite
media negli ultimi decenni, risulta che essa è aumentata dal
44 al 68% fra il 1978-79 e il 1994-95 in studi eseguiti negli Stati
Uniti e in Finlandia, mentre sembrerebbe diminuita, insieme alle
infezioni delle vie aeree superiori, nel Regno Unito e in Olanda. La
prescrizione di antibiotici per otite media variò dal 31% in
Olanda al 98% in Australia e negli Stati Uniti, con una riduzione
negli anni negli Stati Uniti e un lieve aumento in Olanda.
Per poter
disporre di dati più recenti sul numero delle visite
pediatriche per otite media, sulla prescrizione di antibiotici e
sull'invio allo specialista negli ultimi anni è stata
condotta, in Olanda, una
ricerca per confrontare i dati del 1995 con quelli del 2003(Plasschaert AO, Rovere MM, Schilder AGM et al. Trends in doctor
consultations, antibiotic prescriptiopn, and sopecialist referrals
for otitis media in children: 1995-2003. Pediatrics
2006;117:1879-86).
L'incidenza
dell'otite media venne calcolata come il numero di episodi per
1.000 persone per anno. La prescrizione di antibiotici e la richiesta
di visita specialistica vennero calcolate per 100 episodi di otite
media.
Dal 1995
al 2003 le visite presso il pediatra per otite media acuta e per
otite media con versamento diminuirono del 9% e del 34%,
rispettivamente. Nei bambini da 2 a 6 anni e in quelli da 6 a 13
anni, l'incidenza di otite media acuta e di otite media con
versamento è diminuita del 15% e del 41%, e del 40% e 48%,
rispettivamente. Nei bambini al di sotto dei 2 anni di età,
l'incidenza di otite media acuta e di otite media con effusione
aumentò del 46% e del 66% rispettivamente. La prescrizione di
antibiotici per otite media acuta e per otite media con versamento
aumentò rispettivamente del 45% e del 25%. Il numero di
richieste di visite specialistiche per otite media acuta non cambiò
nel tempo, mentre quello per otite media con versamento aumentò
del 45%.Viene concluso che nell'ultima decade i comportamenti nei
confronti dell'otite media sono cambiati nella pratica corrente sia
per quanto riguarda la prescrizione di antibiotici che l'invio allo
specialista. Secondo gli Autori è preoccupante soprattutto la
prescrizione di antibiotici, perché essa comporta un aumento
della spesa medica e perché aumenta la resistenza degli agenti
infettivi, causanti un'otite media, nei confronti degli
antibiotici.Nel commento gli Autori riconoscono che la riduzione nel
numero delle visite per otite media nei soggetti in età
superiore ai 2 anni può essere dovuta non tanto a un'effettiva
diminuzione della patologia dell'orecchio medio, quanto a una
modificazione del pensiero dei genitori in seguito a una loro
migliore informazione sui sintomi otite-simili e sul decorso
naturalmente favorevole della malattia. Non è da escludere
anche una miglior capacità diagnostica dell'otite media da
parte del medico. In aperta contraddizione con la diminuzione nel
numero di otiti medie in soggetti in età superiore ai due
anni, sta il rilievo di un aumento delle otiti media in bambini al di
sotto dei due anni. È probabile che i genitori dei bambini più
piccoli siano più inclini a ricorrere al pediatra, anche
perché essi pensano che gli antibiotici siano più
efficaci nei bambini più piccoli. Tutto questo tuttavia può
anche suggerire che i pediatri olandesi aderiscono più
facilmente alle vecchie linee guida olandesi e alle linee guida
internazionali, piuttosto che alle nuove linee guida olandesi,
pubblicate nel 1999. In questa ultima revisione delle linee guida
viene suggerito di comportarsi nello stesso modo nei bambini al di
sotto dei due anni, come in quelli al di sopra di questa età.
Considerazioni
personali
Va
ricordato che l'Olanda è il primo Paese che, a metà
degli anni '90, rivoluzionò il trattamento con antibiotici
dell'otite media acuta. Da allora in Olanda e in tutto l'occidente
il comportamento dei pediatri, e dei medici pratici in generale,
cambiò nei confronti dell'otite media acuta, non più
indiscriminatamente trattata con antibiotici: quando possibile, è
necessario un vigile periodo di attesa di giorni per evitare di
trattare quelle otiti che sarebbero risolte spontaneamente senza
l'uso di antibiotici. Inizialmente questo nuovo modo di trattare
l'otite venne limitato ai soggetti in età ≥2 anni, e
successivamente nel 1999 venne esteso a tutti i bambini in età
≥6 mesi.La lettura della nuova pubblicazione (del giugno 2006) ci
dice che nella stessa Olanda, nel corso degli ultimi anni, la
percentuale di prescrizione di antibiotici per otite acuta è
aumentata del 45%, a testimoniare che, nonostante le linee guida, il
comportamento dei pediatri e dei medici pratici olandesi sta
avvicinandosi al vecchio concetto di trattare con antibiotici tutti i
casi di otite media acuta.È questo un campanello di allarme,
che suona anche per noi pediatri italiani. Le vecchie e le nuove
linee guida olandesi sono ancora valide e molte pubblicazioni
internazionali le hanno avvallate. La naturale tendenza di tornare
alle vecchie abitudini va combattuta, perché i pericoli di un
eccessivo uso di antibiotici sono ben conosciuti da tutti.I pediatri
italiani si sono già impegnati nel passato nello studiare i
loro comportamenti nei confronti dell'otite media acuta; non
sarebbe male se venisse intrapreso, da parte degli stessi autori, un
nuovo studio, a distanza di anni dal primo. L'uso corretto degli
antibiotici è un argomento troppo importante e troppo ricco di
conseguenze pratiche, per non richiedere una continua rivisitazione.
In un periodo di “vacche magre” come l'attuale, una riduzione
della spesa farmaceutica è auspicato da tutti.
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