Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Giugno 2019 - Volume XXII - numero 6
M&B Pagine Elettroniche
I Poster degli specializzandi
Sarà Behçet? Ovvero, che fine fa l’aftosi ricorrente in Pediatria
Università di Trieste 
Indirizzo
per corrispondenza:
giorgetta-92@hotmail.it
Background
La malattia di Behçet (MB) è un disordine infiammatorio multisistemico dall’eziologia ignota, caratterizzato da episodi ricorrenti di afte orali, ulcere genitali, uveite, lesioni cutanee, possibile coinvolgimento delle articolazioni, del tratto gastroenterico, dei vasi e del sistema nervoso. La diagnosi è puramente clinica. I sintomi della MB compaiono progressivamente nel corso del tempo, ciascuno anche a distanza di anni da quello precedente; è dunque necessario che passi del tempo affinché il paziente soddisfi i criteri diagnostici della malattia, di conseguenza, la diagnosi viene posta con un ritardo anche di diversi anni. L’obiettivo del nostro studio è stato quello di analizzare l’evoluzione nel tempo del quadro clinico di pazienti in età pediatrica con aftosi orale ricorrente severa, e di registrare la comparsa di altri elementi clinici compatibili con la MB. Il secondo obiettivo è stato quello di correlare le caratteristiche cliniche all’esordio della malattia, con l’evoluzione clinica, i trattamenti eseguiti e la diagnosi finale.
Metodi
È stata condotta un’analisi retrospettiva di casistica. Sono stati inseriti nello studio i pazienti che si sono rivolti alla Clinica pediatrica dell’IRCCS Materno-Infantile “Burlo Garofolo” di Trieste, nel periodo compreso tra il 2002 e il 2016, per aftosi orale ricorrente, isolata e grave, ossia con più di 6 episodi all’anno, od in associazione ad almeno un altro sintomo compatibile con la MB.
Risultati
Sono stati selezionati 30 pazienti, 14 femmine e 16 maschi, la cui età media alla prima visita era di 5.9 anni [2 mesi - 13 anni]; la durata media del follow-up è stata di 7,3 anni [1 anno - 18 anni]. La diagnosi finale è stata: in 10 casi nessuna diagnosi (5 hanno mantenuto un’aftosi orale ricorrente isolata, 4 un quadro di MB incompleta, 1 paziente è guarito), in 10 casi una diagnosi diversa dalla MB (5 di febbre periodica, 3 di malattia autoimmune, 2 di infezione), in 10 casi è stata diagnosticata la MB. Il gruppo con diagnosi diversa è stato preso come gruppo di controllo per il confronto con il gruppo con diagnosi di MB. L’età di comparsa dell’aftosi orale non ha avuto una differenza significativa tra i due gruppi. I segni clinici d’esordio compatibili con la MB non hanno avuto una frequenza significativamente diversa tra i due gruppi. L’intervallo di tempo dalla comparsa del primo sintomo compatibile con la MB alla diagnosi è stato significativamente maggiore nel gruppo con MB (p < 0,05). È stata riscontrata una frequenza significativamente maggiore di aftosi genitale e di iper-IgA nei pazienti con MB rispetto ai controlli. Elementi come la febbre ricorrente, la presenza di comorbidità autoimmuni, la positività al test della patergia e alla ricerca dell’HLAB51 non hanno avuto una differenza significativa tra i due gruppi.
Conclusioni
La precocità di presentazione dell’aftosi orale ricorrente isolata non è un segno di per sé predittivo di MB. I segni che permettono la diagnosi di MB si aggiungono in un tempo prolungato, e non sembrano di per sé specifici della malattia, tranne per quel che riguarda l’aftosi genitale e l’elevato livello di IgA sieriche.
La malattia di Behçet (MB) è un disordine infiammatorio multisistemico dall’eziologia ignota, caratterizzato da episodi ricorrenti di afte orali, ulcere genitali, uveite, lesioni cutanee, possibile coinvolgimento delle articolazioni, del tratto gastroenterico, dei vasi e del sistema nervoso. La diagnosi è puramente clinica. I sintomi della MB compaiono progressivamente nel corso del tempo, ciascuno anche a distanza di anni da quello precedente; è dunque necessario che passi del tempo affinché il paziente soddisfi i criteri diagnostici della malattia, di conseguenza, la diagnosi viene posta con un ritardo anche di diversi anni. L’obiettivo del nostro studio è stato quello di analizzare l’evoluzione nel tempo del quadro clinico di pazienti in età pediatrica con aftosi orale ricorrente severa, e di registrare la comparsa di altri elementi clinici compatibili con la MB. Il secondo obiettivo è stato quello di correlare le caratteristiche cliniche all’esordio della malattia, con l’evoluzione clinica, i trattamenti eseguiti e la diagnosi finale.
Metodi
È stata condotta un’analisi retrospettiva di casistica. Sono stati inseriti nello studio i pazienti che si sono rivolti alla Clinica pediatrica dell’IRCCS Materno-Infantile “Burlo Garofolo” di Trieste, nel periodo compreso tra il 2002 e il 2016, per aftosi orale ricorrente, isolata e grave, ossia con più di 6 episodi all’anno, od in associazione ad almeno un altro sintomo compatibile con la MB.
Risultati
Sono stati selezionati 30 pazienti, 14 femmine e 16 maschi, la cui età media alla prima visita era di 5.9 anni [2 mesi - 13 anni]; la durata media del follow-up è stata di 7,3 anni [1 anno - 18 anni]. La diagnosi finale è stata: in 10 casi nessuna diagnosi (5 hanno mantenuto un’aftosi orale ricorrente isolata, 4 un quadro di MB incompleta, 1 paziente è guarito), in 10 casi una diagnosi diversa dalla MB (5 di febbre periodica, 3 di malattia autoimmune, 2 di infezione), in 10 casi è stata diagnosticata la MB. Il gruppo con diagnosi diversa è stato preso come gruppo di controllo per il confronto con il gruppo con diagnosi di MB. L’età di comparsa dell’aftosi orale non ha avuto una differenza significativa tra i due gruppi. I segni clinici d’esordio compatibili con la MB non hanno avuto una frequenza significativamente diversa tra i due gruppi. L’intervallo di tempo dalla comparsa del primo sintomo compatibile con la MB alla diagnosi è stato significativamente maggiore nel gruppo con MB (p < 0,05). È stata riscontrata una frequenza significativamente maggiore di aftosi genitale e di iper-IgA nei pazienti con MB rispetto ai controlli. Elementi come la febbre ricorrente, la presenza di comorbidità autoimmuni, la positività al test della patergia e alla ricerca dell’HLAB51 non hanno avuto una differenza significativa tra i due gruppi.
Conclusioni
La precocità di presentazione dell’aftosi orale ricorrente isolata non è un segno di per sé predittivo di MB. I segni che permettono la diagnosi di MB si aggiungono in un tempo prolungato, e non sembrano di per sé specifici della malattia, tranne per quel che riguarda l’aftosi genitale e l’elevato livello di IgA sieriche.
Vuoi citare questo contributo?

 Stampa
 Stampa Commenti
 Commenti Condividi via mail
 Condividi via mail Condividi su Twitter
 Condividi su Twitter Condividi su Facebook
 Condividi su Facebook Scarica in formato PDF
 Scarica in formato PDF