Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Aprile 2017 - Volume XX - numero 4
M&B Pagine Elettroniche
I Poster degli specializzandi
Freddo e vibrazione nell’analgesia per venipuntura nel bambino con deficit cognitivo
Uno studio prospettico, randomizzato e controllato
Uno studio prospettico, randomizzato e controllato
Scuola di Specializzazione in Pediatria, Università di Trieste 
Indirizzo
per corrispondenza:
luisacortellazzowiel@gmail.com
Il dolore procedurale viene vissuto da molti bambini come l’aspetto peggiore della malattia: in particolare prelievo e posizionamento di accesso venoso rappresentano la seconda causa di dolore dopo la malattia stessa, nonché la prima fonte di dolore procedurale. Ciò vale a maggior ragione per i bambini portatori di deficit cognitivo, sottoposti con frequenza inevitabilmente superiore alle procedure in questione, le quali si affiancano come occasioni di dolore a quelle derivanti dalla malattia stessa. 
Ciononostante si tratta di una categoria di pazienti che resta a oggi ancora sostanzialmente orfana di attenzioni in questo senso, e risulta allarmante l’assoluto vuoto di studi in merito in letteratura. 
Ci si è proposti quindi di testare su questi bambini l’efficacia del dispositivo noto come Buzzy: questo combina stimoli termici e vibrattili che consentono l’attivazione di interneuroni inibitori rispetto all’afferenza dolorosa e insieme stimolano direttamente la via discendente inibitoria del dolore. Precedentemente validato in Pediatria, rispetto agli anestetici locali presenta il vantaggio dell’azione immediata e dei costi contenuti. 
Lo studio ha previsto l’arruolamento di un totale di 71 pazienti di età compresa fra 4 e 17 anni portatori di deficit cognitivo tale da impedirne qualsiasi capacità espressiva, e che dovessero sottoporsi a prelievo o posizionamento di accesso venoso a scopi diagnostici o terapeutici. Sono quindi stati randomizzati in uno dei due gruppi, di controllo (nessun intervento) o di intervento (Buzzy), assumendo come outcome primario il punteggio NCCPC-PV (Non-Communicating Children’s Pain Checklist - Postoperative Version) riportato in corso di procedura dai caregiver, e come outcome secondari percentuale di successo dell’operazione al primo tentativo e tipologia e frequenza di eventi avversi.
I punteggi NCCPC-PV sono risultati significativamente inferiori nel gruppo di intervento rispetto al controllo (< 10, cioè dolore da assente a lieve nel 91,4 vs 61,1% dei casi con p = 0,003), senza per contro poter attestare una sostanziale differenza relativamente agli outcome secondari, essendo risultata sovrapponibile la percentuale di successo della procedura al primo tentativo (90,6% vs 87,1%; p = 0,71), così come la frequenza di eventi avversi (3 vs 1; p = 0,36).
Buzzy si configura quindi come uno strumento valido per il controllo del dolore da venipuntura nel bambino portatore di deficit cognitivo: dovrebbe quindi essere preso in considerazione in questa categoria di pazienti, laddove non risultino applicabili tecniche farmacologiche, tanto più in considerazione degli inevitabili limiti dell’efficacia di approcci cognitivo-comportamentali.
			Lo studio ha previsto l’arruolamento di un totale di 71 pazienti di età compresa fra 4 e 17 anni portatori di deficit cognitivo tale da impedirne qualsiasi capacità espressiva, e che dovessero sottoporsi a prelievo o posizionamento di accesso venoso a scopi diagnostici o terapeutici. Sono quindi stati randomizzati in uno dei due gruppi, di controllo (nessun intervento) o di intervento (Buzzy), assumendo come outcome primario il punteggio NCCPC-PV (Non-Communicating Children’s Pain Checklist - Postoperative Version) riportato in corso di procedura dai caregiver, e come outcome secondari percentuale di successo dell’operazione al primo tentativo e tipologia e frequenza di eventi avversi.
I punteggi NCCPC-PV sono risultati significativamente inferiori nel gruppo di intervento rispetto al controllo (< 10, cioè dolore da assente a lieve nel 91,4 vs 61,1% dei casi con p = 0,003), senza per contro poter attestare una sostanziale differenza relativamente agli outcome secondari, essendo risultata sovrapponibile la percentuale di successo della procedura al primo tentativo (90,6% vs 87,1%; p = 0,71), così come la frequenza di eventi avversi (3 vs 1; p = 0,36).
Buzzy si configura quindi come uno strumento valido per il controllo del dolore da venipuntura nel bambino portatore di deficit cognitivo: dovrebbe quindi essere preso in considerazione in questa categoria di pazienti, laddove non risultino applicabili tecniche farmacologiche, tanto più in considerazione degli inevitabili limiti dell’efficacia di approcci cognitivo-comportamentali.
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