Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Maggio 2012 - Volume XV - numero 5
M&B Pagine Elettroniche
Casi indimenticabili
Quella
tosse accessuale che non passa...
Pediatra
di famiglia, S. Maria a Vico (CE)
A
dicembre la ragazzina, non ancora quindicenne, inizia a mostrare
una tosse secca soprattutto notturna. Poco male: un attacco
simile s’era presentato con eguale intensità e
stagionalità l’anno precedente, trattato con
successo come asma acuto episodico in paziente cutinegativo.
Questa volta la tosse ha una componente produttiva dall’inizio
e aggiungo claritromicina ai beta2 e cortisonici. Un breve
soggiorno in Inghilterra (10 giorni) e al ritorno la tosse si
ripresenta, almeno alla mia osservazione perché viene
riferito che, con il cambio climatico, sembrava essersi calmata
pur continuando la terapia inalatoria. La spirometria è
sostanzialmente nella norma ma non so quanto influenzata dalla
terapia. La tosse ha una componente mucosa con presentazione ad
attacchi e intervalli di benessere soprattutto diurni. Si
impongono esami ematochimici nel sospetto di una infezione delle
basse vie e, anche se sostanzialmente negativi, decido comunque
di praticare un Rx torace che risulta negativo. è quasi un
mese che questa tosse persiste: ora è secca non metallica,
acuita dallo sforzo, insensibile ai beta2. Difficile da
quantificare la periodicità perché a volte alterna
giorni di benessere con episodi ripetuti in poche ore
(esposizione a un allergene sconosciuto?).
Una
mattina la ragazzina mi mostra quello che appare come una vomica
uguale a formaggio fuso, inodore. Fosse un corpo estraneo? Una
fibroscopia che va dalle alte vie fino al laringe non mostra
nulla di sospetto né per sinusite né per corpo
estraneo. A questo punto inizio a preoccuparmi (solo ora!): la
tosse negli ultimi 4-5 giorni è diventata invalidante,
deve assentarsi da scuola e non riesce a riposare. L’otorino
ha avanzato il dubbio di un reflusso, l’amico pneumologo
consiglia di prendere in considerazione cause rare di tosse che,
a questo punto, non sembra asmatica. Dedico la notte a guardarmi
le tabelle delle diagnosi differenziali: ...non nell’ambizione
di risolvere il quesito ma almeno dove indirizzare i passi
diagnostici successivi. Poi il ragionamento: è vero è
stata subito trattata con claritromicina e non vi è urlo
finale. Ma la tosse è laringotracheale ora ad accessi
scatenata da un trigger indeterminabile, e il dato negativo in
medicina non è probante; e se fosse...?
Vado
nell’altra stanza: la ragazzina è mia figlia, e
faccio la manovra che non andrebbe fatta. Svegliatala, le
comprimo i primi anelli tracheali, ne esce fuori un attacco di
tosse tipico anche se senza urlo finale. Resta la tessera del
mosaico di quella vomica: scrivo al forum di pediatria
descrivendola, risponde il Prof. Bartolozzi ringraziandomi per
aver segnalato il caso in quanto ripropone la necessità
della vaccinazione antipertosse insieme al richiamo DT. Quel
materiale come un formaggio biancastro che ha espettorato è
tipico: è l’epitelio tracheale necrotico,
secrezioni, ciglia residue. Nel frattempo ho intrapreso terapia
con antitussigeni periferici con effetto nullo anche a dosaggi
generosi. Dopo 2-3 giorni decido allora di passare alla
paracodina con risultati strabilianti, finalmente il ritorno a
scuola dopo una settimana di assenza, una vita normale dopo quasi
un mese di tosse. Poi, per quasi un anno, ogni tanto un attacco.
Ho avvisato subito tra gli altri l’amico otorino: si è
mostrato scettico sulle conclusioni diagnostiche. Dopo una
settimana mi telefona per comunicarmi di aver visto almeno altri
2 casi di pertosse in adolescenti. |
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