Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Giugno 2001 - Volume IV - numero 6
M&B Pagine Elettroniche
Appunti di Terapia
La
resistenza del Mycobacterium tuberculosis ai farmaci antitubercolari
Indirizzo
per corrispondenza:bartolozzi@unifi.it
Una
ricerca condotta dall'Organizzazione Mondiale della Sanità in
35 aree geografiche ha dimostrato che la tubercolosi (TBC)
farmaco-resistente è presente in ogni Paese. Questa ricerca è
stata di recente allargata per controllare l'andamento nel tempo del
fenomeno della resistenza, fra il 1996 e il 1999 (Espinal MA et
al., N Engl J Med 2001, 344:1294-303). I dati si riferiscono a 58
aree geografiche.
Per pazienti alla diagnosi di TBC, la frequenza della resistenza ad almeno uno dei farmaci antitubercolari va dall'1,7% in Uruguay al 36,9% in Estonia (mediana 10,7%). La prevalenza è aumentata in Estonia dal 28,2% nel 1994 al 36,9% del 1998 (P=0,01) e in Danimarca dal 9,9% del 1995 al 13,1% del 1998 (P=0,02). La prevalenza media di multifarmaco-resistenza fra i nuovi casi di TBC fu solo dell'1%, ma essa fu molto elevata in Estonia (14,1%), in Cina (10,8% nella provincia Henan), in Russia (9,0% a Ivanovo e 6,5% a Tomsk), in Iran (5%), e nella provincia di Zhejiang in Cina (4,5%). In Francia e in USA vi fu al contrario una significativa diminuzione della multiresistenza.
Viene concluso che la multifarmaco-resistenza continua a essere una grave problema per alcuni Paesi dell'est europeo e in Cina.
Per pazienti alla diagnosi di TBC, la frequenza della resistenza ad almeno uno dei farmaci antitubercolari va dall'1,7% in Uruguay al 36,9% in Estonia (mediana 10,7%). La prevalenza è aumentata in Estonia dal 28,2% nel 1994 al 36,9% del 1998 (P=0,01) e in Danimarca dal 9,9% del 1995 al 13,1% del 1998 (P=0,02). La prevalenza media di multifarmaco-resistenza fra i nuovi casi di TBC fu solo dell'1%, ma essa fu molto elevata in Estonia (14,1%), in Cina (10,8% nella provincia Henan), in Russia (9,0% a Ivanovo e 6,5% a Tomsk), in Iran (5%), e nella provincia di Zhejiang in Cina (4,5%). In Francia e in USA vi fu al contrario una significativa diminuzione della multiresistenza.
Viene concluso che la multifarmaco-resistenza continua a essere una grave problema per alcuni Paesi dell'est europeo e in Cina.
In Italia
i dati si riferiscono a meno della metà del Paese (tutti gli
altri Paesi europei riportano dati riguardanti tutto il territorio
nazionale) riportano una TBC suscettibile ai farmaci nell'87,7% e una
TBC resistente nel 12,3%; una multifarmaco-resistenza è stata
riscontrata nell'1,2%. Fra i diversi farmaci, la più diffusa è
risultata la resistenza alla streptomicina, all'isoniazide e
all'etambutolo. A parte la Estonia, la Lituania, la Russia e la
Danimarca, il nostro Paese ha la più alta percentuale di
farmaco-resistenza. Se si vanno a calcolare i dati della resistenza
fra i soggetti con TBC già precedentemente trattata risulta
che in Italia la sensibilità risulta del 39,4% contro il 60,6%
della farmaco-resistenza a uno o più farmaci. Poiché la
TBC multifarmaco-resistente si associa a un'elevata percentuale
d'insuccessi terapeutici e a morte , per cui è più
difficile e più costosa da trattare, la situazione in questi
Paesi si sta progressivamente aggravando e rappresenta un peso
notevole per i sistemi sanitari delle varie aree.
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