Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
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Appunti di Terapia
Trattamento
delle lesioni polmonari in corso di malattia di Crohn
Membro
della Commissione Nazionale Vaccini
Indirizzo
per corrispondenza: bartolozzi@unifi.it
Lemalattie infiammatorie croniche, inclusa la malattia di Crohn,
possono associarsi, come sappiamo, a numerose localizzazioni
extra-intestinali, che interessano vari distretti dell'organismo:
dalla cute alle articolazioni, fino all'occhio. L'interessamento
polmonare primitivo è raro e sono riportati in letteratura
solo casi isolati.
Negli
adulti la malattia respiratoria associata alla malattia infiammatoria
cronica è rappresentata da:
Le
descrizioni di lesioni simili nei bambini sono molto scarse e
abbastanza grossolane: esse includono granulomi isolati o diffusi del
polmone. Gli infiltrati polmonari nel contesto di una terapia
immunosoppressiva rappresentano spesso un dilemma diagnostico, per
cui la diagnosi definitiva richiede spesso una biopsia polmonare.
Capita di frequente che in circostanze simili sia da considerare
anche la possibilità di eziologie non infettive.
La descrizione
di tre casi di lesioni polmonari in corso di malattia di Crohn
permette di considerare le varie possibilità
ezio-patogenetiche della localizzazione (Krishman S, Banquet A,
Newman L et al. Lung lesions in children with Crohn's disease
presenting as nonresolving pneumonias and response to infliximab
therapy. Pediatrics 2006;117:1140-3). Si tratta di due ragazze,
rispettivamente di 13 e di14 anni e di un adolescente di 17 anni,
tutti affetti da malattia di Crohn.In primo luogo viene considerata
nei 3 ragazzi la possibilità di un'eziologia infettiva, ma
la mancata efficacia di diversi antibiotici, ha fatto escludere nei 3
casi questa possibilità. In letteratura casi del genere
risultano essere trattati con dosi crescenti di corticosteroidi o con
trattamenti tradizionali con mesalazina e altri agenti
immuno-soppressori. Tuttavia la maggior parte dei pazienti, trattati
con tali terapie, non ha avuto delle risposte soddisfacenti. Anche il
primo dei 3 pazienti riportati è stato inizialmente trattato
con corticosteroidi, ma con scarso successo. Ma quando è stato
usato l'infliximab ci fu invece una drammatica risposta favorevole.
Per questo i due successivi adolescenti furono trattati con
infliximab fin dall'inizio e anche questi ebbero in seguito al
trattamento risultati estremamente favorevoli. Come si sa,
l'infliximab rientra fra le moderne terapie del morbo di Crohn: si
tratta di un anticorpo monoclonale, diretto verso il tumor necrosis
factor α. Vi sono ormai molti studi che documentano la sua
efficacia, sia negli adulti che nei bambini, con remissioni che vanno
dal 50 al 90% dei casi trattati. Ma in nessuna delle precedenti
casistiche l'infliximab è stato usato per combattere la
patologia polmonare associata al Crohn.
Di fronte
alla presenza di un infiltrato polmonare, che non risponde al
trattamento antibiotico, in un soggetto con malattia di Crohn, va
presa in considerazione anche un'eziologia non infettiva per la
presenza di un probabile granuloma polmonare. La rapida scomparsa del
quadro patologico clinico a carico del polmone, dopo l'inizio del
trattamento con infliximab, conferma l'ipotesi che la lesione
polmonare rientri nelle manifestazioni granulomatose
extra-intestinali della malattia infiammatoria cronica.
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