Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.

Ottobre 2024 - Volume XXVII - numero 8

M&B Pagine Elettroniche

I Poster degli specializzandi

Macroematuria: pensare anche alle cause più rare

Riccardo Fiorentino1,2, Maria Elena Ferrari2, Martina Pozzi Muccelli2, Teresa Lorenzon2, Beatrice Pedrini2, Alessia Gimmillaro2, Ivona Poskurica2, Ingrid Toller2

1Università degli studi "G. d'Annunzio", Chieti (Pescara)
2Ospedale “Sant’Antonio Abate”, Tolmezzo (Udine)

Indirizzo per corrispondenza: riccardo.fiorentino8@gmail.com

Un ragazzo di 17 anni giungeva alla nostra osservazione per primo episodio di macroematuria, associata dal giorno precedente a faringodinia. Non venivano riportati stranguria, disuria, dolore addominale, altri sintomi né eventi traumatici. Fino a 48 ore prima dell’esordio dell'ematuria aveva svolto sforzi fisici significativi durante l’attività lavorativa. Anamnesi patologica e familiare silenti per patologie degne di nota.
All’ingresso il ragazzo si presentava in buone condizioni generali. I parametri vitali erano nella norma. All’obiettività si rilevava faringe iperemico, linfoadenopatia laterocervicale reattiva e restante obiettività nella norma. Non edemi. Parametri auxologici: peso 55 kg (10-25° percentile); altezza 175 cm (50-75° percentile), BMI 18 kg/m2 (5-10° percentile).
Le urine si presentavano color “lavatura di carne”; lo stick evidenziava: GR 4+, proteine 4+, GB 1 +, PS 1,030, pH 6. Al microscopio ottico si evidenziava tappeto di emazie prevalentemente eumorfiche e monomorfe; non si evidenziavano cilindri.
Gli esami e gli accertamenti effettuati durante la degenza (esami ematici, urinocoltura, tampone rapido per SBEA e TAS, ecografia addominale) sono risultati tutti nei limiti di norma, a eccezione di un modico incremento della PCR e dell’aumentato del rapporto proteine/creatinina su spot di urine (0,79).
Prima di considerare ulteriori indagini diagnostiche e con il fine di escludere cause vascolari, è stato ripetuto l’ecoDoppler dei vasi renali, che evidenziava la riduzione in calibro e lieve turbolenza di flusso della vena renale sinistra in corrispondenza del tratto di passaggio tra aorta e arteria mesenterica. Il quadro, compatibile con la sindrome dello schiaccianoci, è stato poi confermato con la RM.
Durante il ricovero si è mantenuto in buone condizioni generali. Le urine si sono progressivamente schiarite, con funzionalità renale normale e risoluzione della proteinuria.
In considerazione delle buone condizioni generali e della non gravità della condizione (non descritti ipertensione seno-cavale e/o circoli collaterali), è stato optato per un approccio conservativo e dimesso a domicilio con programma di follow-up.

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Fiorentino R, Ferrari ME, Pozzi Mucelli M, Lorenzon T, Pedrini B, Gimillaro A, Poskurica I, Toller I. Macroematuria: pensare anche alle cause più rare. Medico e Bambino 2024;27(8):e163 DOI: https://doi.org/10.53126/MEBXXVIIO163