Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Novembre 2011 - Volume XIV - numero 9
M&B Pagine Elettroniche
Caso contributivo
Linfadenite
atipica con Mantoux e Quantiferon positivi: descrizione di un caso
1Clinica
Pediatrica, Azienda Ospedaliero-Universitaria S. Anna, Ferrara
2Dipartimento
di Chirurgie Specialistiche e Anestesiologia - U.O. di
Otorinolaringoiatria - Azienda Ospedaliero-Universitaria S.
Orsola-Malpighi, Bologna
Indirizzo
per corrispondenza: dorianalacorte@libero.it
Atypical
lymphadenitis presenting with positive Mantoux and Quantiferon:
description of a case.
Key
words Lymphadenitis,
Mantoux, Quantiferon, Atypical Mycobacterial Adenitis
Abstract
Atypical
mycobacterial infections are a common cause of chronic
cervicofacial lymphadenitis especially in 1-5 year-old children.
Although tuberculous mycobacterial adenitis are less frequent
among this age group, it is important to consider them in the
differential diagnosis, because of the increasing incidence of
tuberculosis even in Developed Countries. Considering the high
sensitivity and specificity of Tuberculin skin test and
Quantiferon, these tests are normally performed to exclude
Tuberculosis. The authors report and discuss the case of a
patient with Atypical Mycobacterial Adenitis of parotid gland,
positive Tuberculin skin test and Quantiferon but with definitive
diagnosis of Mycobacterium avium lymphadenitis. |
Le
infezioni da micobatteri atipici sono una causa frequente di
linfadeniti croniche cervicofaciali nei bambini, soprattutto di età
compresa tra 1 e 5 anni. Sebbene le linfadeniti da micobatterio
tubercolare siano meno frequenti in questo range d'età, è
importante prenderle in considerazione nella diagnosi differenziale
per la crescente incidenza della tubercolosi, specie d'importazione,
anche nei Paesi sviluppati. Il test cutaneo con tubercolina
(intradermoreazione di Mantoux) e il Quantiferon test, considerati
esami altamente sensibili e specifici, vengono normalmente eseguiti
per escluderla. Riportiamo e discutiamo il caso di un paziente con
linfadenite intraparotidea, test di Mantoux e Quantiferon test
positivi per infezione tubercolare ma con diagnosi definitiva di
linfadenite da Mycobacterium avium.
Francesco,
2 anni, italiano, venti giorni prima del ricovero manifesta la
comparsa di una tumefazione in sede parotidea destra. Dopo
un'iniziale terapia con ibuprofene, per il progressivo aumento
della tumefazione con iperemia della cute sovrastante, viene
somministrata amoxicillina-acido clavulanico per 10 giorni, senza
beneficio.
Per la
persistenza del quadro e la comparsa di dolore intenso, il piccolo
giunge alla nostra osservazione. L'anamnesi risulta negativa per
episodi infettivi recenti; sempre apiretico, senza tosse, nè
sudorazioni notturne, nè calo ponderale.
All'esame
obiettivo il bambino appare in buone condizioni generali, con una
vistosa tumefazione in regione parotidea destra di circa 3 x 2,5 cm
scarsamente dolente, di consistenza teso-elastica, mobile rispetto ai
piani sottostanti, con cute sovrastante iperemica e calda (Figura
1). Si rileva inoltre una poliadenopatia laterocervicale
(destra > sinistra) e angolo-mandibolare bilaterale satellite con
una restante obiettività negativa.
Le
indagini sierologiche per TORCH, EBV, Bartonella, VZV e Treponema
risultano negative, così come nella norma appaiono l'esame
emocromocitometrico e gli indici di flogosi. L'ecografia della
regione parotidea evidenzia una formazione ovalare, disomogeneamente
ipo-anecogena per fenomeni colliquativi, delle dimensioni di 2,5 x
1,6 cm, indissociabile dal tessuto ghiandolare. La radiografia del
torace e l'ecografia addominale non evidenziano nulla di
patologico.
Viene
infine eseguita intradermoreazione alla tubercolina e nel frattempo
intrapresa una terapia antibiotica empirica endovenosa ad ampio
spettro con ampicillina-sulbactam, teicoplanina e claritromicina.
Per la
positività della Mantoux (infiltrato >15 mm), nonostante
l'età, l'anamnesi e la clinica non siano suggestive di
infezione tubercolare, viene eseguito anche il dosaggio del
Quantiferon TB (QFT-Gold, che abbrevieremo nel testo seguente in
QFT). I dati del referto sono riportati nel riquadro seguente.
quantiFERON
NIL: siero Negativo
TB Ag:
siero Positivo
MITOGENO:
siero Positivo
Interpretazione:
Probabile infezione latente da M. tuberculosis |
Il
risultato sorprendentemente positivo del QFT ci impone l'interruzione
della terapia antibiotica in atto, che viene sostituita da terapia
antitubercolare con isoniazide, rifampicina e pirazinamide, che
tuttavia non produce alcun miglioramento. La positività del
QFT permette inoltre di scartare l'opzione chirurgica inizialmente
considerata.
Viene
inoltre effettuato un agospirato per la ricerca di micobatteri
mediante esame microscopico diretto, PCR ed esame colturale. L'esame
microscopico risulta negativo per bacilli alcol-acido resistenti,
analogamente negativa è la ricerca di M. tuberculosis
complex mediante PCR, mentre l'esame colturale dimostra la presenza
di M. avium resistente a etambutolo, isoniazide, streptomicina
e rifampicina. Pertanto viene intrapresa terapia antibiotica con
claritromicina associata ad amoxicillina-acido clavulanico. Alla luce
dell'esame colturale il caso viene riconsiderato dai colleghi
otorinolaringoiatri e viene posta indicazione a intervento di
parotidectomia nonostante i rischi legati a una possibile iatrogenia
per il nervo facciale. Nel periodo immediatamente precedente
l'intervento chirurgico e nonostante la terapia antibiotica
l'ascesso fistolizza spontaneamente. L'intervento chirurgico è
consistito in una parotidectomia superficiale con asportazione della
ghiandola parotide e dei linfonodi limitrofi interessati
dall'infezione con preservazione del nervo facciale (Figura
2 e Figura 3). L'esame
colturale del materiale asportato risulta negativo per micobatteri,
mentre l'esame istologico è stato di linfadenite
granulomatosa ascessualizzante.
La
diagnosi differenziale
Le
infezioni da micobatteri non tubercolari o atipiche si
presentano comunemente come linfadeniti latero-cervicali o
sottomandibolari croniche in bambini di età compresa tra 1 e 5
anni (con picco a 3 anni). Le tumefazioni sono tipicamente
unilaterali, non dolenti, di consistenza teso-elastica e mobili. La
cute sovrastante diviene intensamente calda, eritematosa
(rosso-lilla), sottile e aderente ai piani sottostanti1. Se non
trattate, le lesioni hanno un andamento di tipo subacuto-cronico con
tendenza alla fistolizzazione cutanea nel 10% dei casi. La guarigione
spontanea, rara, potrebbe avvenire dopo mesi o addirittura anni2.
Nonostante
solo il 10% delle linfadeniti micobatteriche nei bambini sia
tubercolare, è necessario comunque considerarle nella diagnosi
differenziale2. Entrambe le condizioni possono associarsi
a una radiografia toracica negativa e a una Mantoux positiva.
Un'importante indicazione nella diagnosi è fornita dal
legame epidemiologico con un adulto con tubercolosi (TBC) attiva. La
diagnosi corretta tra le due forme di linfadenite, tubercolare e da
micobatteri atipici, ha importanti implicazioni, in particolare per
quanto attiene alla terapia: se l'opzione chirurgica è in
entrambi i casi dibattuta, la terapia medica è antitubercolare
in un caso, mentre antibiotica con macrolide nell'altro3,4
(vedi più estesamente nel paragrafo Terapia).
Nel
nostro caso l'età (2 anni), la provenienza (Italia), la
clinica (assenza di sintomi come tosse, febbre, sudorazioni notturne,
calo ponderale, astenia), l'anamnesi (negativa per TBC tra i
contatti), l'Rx del torace (negativo) e l'esclusione delle più
comuni cause di linfadeniti nel bambino ci hanno orientato verso
un'eziologia da micobatterio atipico (Tabella
I).
Micobatteri
non tubercolari |
Micobacterium
tuberculosis | |
Età |
1-4 |
5-15 |
Anamnesi |
-
|
Contatto
stretto con pazienti affetti da TBC bacillifera |
Sintomi
generali |
assenti |
Talora
febbricola |
Da
voce bibliografica 5 modificata.
D'altra
parte, la positività prima della Mantoux (in paziente non
vaccinato con BCG) e successivamente del QFT, è stata
fuorviante, provocando un ritardo della diagnosi.
I
test
L'intradermoreazione
di Mantoux, ovvero il test cutaneo della tubercolina, consiste in
un'iniezione intradermica di 0,1 ml contenente 5 unità
tubercoliniche di derivato proteico purificato (PPD). L'entità
dell'indurimento viene valutata 48-72 ore dopo la somministrazione.
La definizione della positività della reazione è
riassunta in Tabella II. I falsi
positivi e i falsi negativi del test sono invece riportati in Tabella
III.
≥ 5
mm |
≥ 10
mm |
≥ 15
mm |
Contatti
recenti
stretti
con TBC nota o sospetta |
Bambini
ad alto rischio di TBC disseminata
|
≥ 4
anni, senza altri fattori di rischio |
Sospetto
di TBC per:
|
Bambini
con aumentata esposizione a TBC per:
|
|
Soggetti
immunocompromessi |
Da
voce bibliografica 6 modificata.
Tabella
III. Intradermoreazione di Mantoux: cause di falsa positività
e negatività.
Falsi
positivi |
Falsi
negativi |
|
|
I
micobatteri non tubercolari possono dare una reazione debolmente
positiva1.
Il QFT è
un test diagnostico che rileva e quantifica il rilascio della
citochina interferon- γ prodotta dai linfociti T stimolati con PPD
nei soggetti infetti. Poichè questo test riesce a quantificare
la diversa risposta ai PPD, ha la potenzialità di distinguere
le infezioni tubercolari da quelle atipiche.
Un
recente articolo di revisione analizza sensibilità e
specificità del QFT7. I risultati sono riportati in
Tabella IV.
Range |
Valore
complessivo |
Intervallo
di confidenza al 95% | |
Sensibilità
|
62-
95% |
80% |
78-82% |
Specificità |
92-100% |
98% |
97-99% |
La
sensibilità e la specificità del QFT nell'adulto con
coltura positiva, prima dell'inizio del trattamento, sono superiori
a quelle della Mantoux.
Tuttavia,
l'utilizzo del QFT in pediatria, soprattutto nei primi 5 anni di
vita, è ancora controverso per le seguenti evidenze7:
- a differenza della Mantoux, che è in grado di mobilizzare le cellule della memoria, il QFT agisce solo sulle cellule effettrici presenti nel sangue periferico;
- mentre la Mantoux indaga il sistema Th-2, già attivo nel bambino, il QFT si basa sul sistema di linfociti Th-1 produttori di IFN-γ, sistema ancora immaturo nel bambino.
Nel
nostro caso, la falsa positività del QFT potrebbe essere stata
causata dalla presenza del M. avium o da un'esecuzione scorretta
del test. Al momento attuale non é ancora indicata la
sostituzione dell'una con l'altra prova ma, in alcuni casi
selezionati, può essere utile condurre le due prove
parallelamente (8).
Nel
nostro caso entrambi gli esami sono risultati falsamente positivi:
- la Mantoux é risultata positiva (infiltrato >15 mm);
- il QFT è risultato positivo sebbene sia poco sensibile al di sotto dei 5 anni.
La
coltura ha smentito il risultato di entrambi gli esami, che hanno
condotto a un ritardo diagnostico e a una terapia antitubercolare non
necessaria.
Nel
sospetto di una malattia tubercolare, avevamo impostato una terapia
antitubercolare con 3 farmaci: isoniazide, rifampicina, pirazinamide.
Come ricorda il Nelson, la scelta del regime dipende dalla diffusione
della malattia tubercolare, dall'ospite e dalla probabilità
dell'antibiotico-resistenza. La terapia standard della TBC
intratoracica nel bambino raccomandata dall'American Academy of
Pediatrics e dal Centers for disease Control and Prevention,
consiste in un trattamento semestrale di isoniazide e rifampicina,
integrate nei primi due mesi dalla pirazinamide. Diversi trial hanno
mostrato che questo regime ha un tasso di successo vicino al 100% con
un'incidenza di reazioni avverse inferiore al 2%. Nei Paesi in cui
la resistenza all'isoniazide supera il 5-10% o se il caso-sorgente
adulto è ad aumentato rischio per TBC farmaco-resistente,
molti esperti raccomandano di aggiungere un quarto farmaco al regime
iniziale. L'etambutolo quindi può essere omesso se il
rischio di resistenza all'isoniazide è basso. Il trattamento
della maggior parte delle TBC extrapolmonari nel bambino, inclusa la
linfadenoapatia laterocervicale, é la stessa della TBC
polmonare. La terapia dovrebbe essere considerata quando la TBC non
può essere esclusa9.
Riguardo
alla terapia adeguata delle linfadeniti atipiche, sono diversi i
punti da chiarire: quanto è efficace la terapia medica e
quando si impone il ricorso all'intervento chirurgico? Quali sono i
rischi che si corrono nell'uno e nell'altro approccio? Diversi
Autori hanno cercato di dare una risposta a questi interrogativi, ma
non c'è ancora un accordo unanime10. L'intervento
chirurgico di asportazione del linfonodo interessato é stato
per anni considerato il gold standard nella terapia delle linfadeniti
atipiche in quanto previene la fistolizzazione ed é associato
a una bassa incidenza di recidiva11-13. A favore della
terapia antibiotica con claritromicina vi sono la considerazione del
rischio chirurgico, spesso connesso a una localizzazione troppo
profonda o rischiosa, la riduzione dei giorni di
ospedalizzazione e la dimostrazione che, in molti casi, la sola
terapia medica può essere efficace14,15.
Nel
nostro caso, per l'elevato rischio chirurgico connesso alla
localizzazione intraparotidea siamo stati costretti a optare per un
tentativo di terapia medica prima di ricorrere al trattamento
chirurgico.
Le
linfadeniti nel bambino rappresentano un comune riscontro nella
pratica quotidiana; nella maggior parte dei casi sono in relazione a
malattie di origine infettiva. Le linfadeniti da micobatteri atipici
sono più frequenti di quelle tubercolari; tuttavia la diagnosi
differenziale è d'obbligo per le diverse implicazioni sulla
prognosi e sulla terapia. Nel nostro caso avremmo dovuto forse tenere
in maggiore considerazione la clinica, fortemente suggestiva per la
diagnosi corretta. Le indagini, che spesso rappresentano un valido
aiuto, nel nostro caso erano invece curiosamente concordanti
nell'indurci all'errore.
Il QFT
possiede una specificità superiore alla Mantoux, ma rimane
certamente un esame con sensibilità e specificità non
assolute e un test da... testare approfonditamente nel bambino,
in particolare nel bambino piccolo (come nel nostro caso), che ha
un'immunità per certi aspetti differente da quella
dell'adulto, immunità su cui si basa lo stesso test.



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