Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Febbraio 2007 - Volume X - numero 2
M&B Pagine Elettroniche
Caso Clinico Interattivo
Un
buon motivo per non crescere
Clinica
Pediatrica, IRCCS Burlo Garofolo, Trieste
Indirizzo
per corrispondenza: marchetti@burlo.trieste.it
LA
STORIA
A., 9
mesi, giunge alla nostra osservazione per un quadro non spiegato di
anoressia ed arresto della crescita.
Figlio
unico, nato a termine da parto eutocico con peso di 2875 g (10°
centile) e lunghezza di 48 cm (10° centile); gravidanza con
ipertensione gravidica. Per i primi 2 mesi allattamento esclusivo al
seno, poi con formula con crescita inizialmente ottimale.
Poco dopo
l'inizio dello svezzamento A. aveva iniziato a rifiutare dapprima i
cibi solidi, poi anche il latte e a volte dopo i pasti vomitava.
L'alvo era inoltre diventato tendenzialmente stitico e stranamente
negli ultimi tempi aveva iniziato a bere abbondanti quantità
di acqua e camomilla.
Il
rifiuto alimentare era coinciso, come atteso, con un importante
caduta nella curva dei centili: in 4 mesi era passato infatti dal 50°
al 3° centile per il peso e dal 50° al 25° per l'altezza.
A una
prima valutazione ambulatoriale in altra sede era stata fatta
diagnosi di infezione delle vie urinarie (IVU) per riscontro di
leucocituria e di colonie di Proteus all'esame urine, peraltro in
assenza di febbre, e con PCR negativa.
Erano
risultate nella norma la glicemia, l'azotemia, la cretininemia, gli
elettroliti sierici, le proteine totali e le immunoglobuline; la
ricerca degli Ab antigliadina IgG era risultata positiva.
Era stata
avviata quindi terapia con cefalosporina orale per 5 gg (ceftibuten)
prima e poi, per il persistere di leucocituria, con amoxicillina +
acido clavulanico.
Ma eccoci
dopo 14 giorni di antibiotico: la sintomatologia non è
migliorata e A. non si presenta in buone condizioni generali: è
pallido, molto magro. Lo sviluppo neuromotorio appare nella norma
anche se ultimamente i genitori descrivono il bambino come più
apatico, meno reattivo.
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