Rivista di formazione e aggiornamento di pediatri e medici operanti sul territorio e in ospedale. Fondata nel 1982, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri.
Dicembre 2016 - Volume XIX - numero 10
M&B Pagine Elettroniche
I Poster degli specializzandi
Atassia acuta… ingestione non voluta!
Pediatria Universitaria I, Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell’Università di Pisa, Azienda Ospedaliera-Universitaria Pisa; Scuola di Specializzazione in Pediatria dell’Università di Pisa
Indirizzo
per corrispondenza:
cecilia.m.pini@gmail.com
			
Leonardo, un bambino di 3 anni, ha presentato in modo acuto allucinazioni, atassia, disartria, per cui è stato ricoverato in Pediatria dove ha effettuato esami ematici, ECG e consulenza oculistica, tutti risultati nella norma. Nell’arco di poche ore la sintomatologia neurologica si è spontaneamente risolta. 
Approfondendo l’anamnesi con i genitori è emerso che la nonna, presso cui il bambino aveva trascorso la mattina precedente l’insorgenza dei sintomi, faceva uso di lorazepam. A questo punto è stato effettuato un esame tossicologico delle urine che risulta debolmente positivo per benzodiazepine.
Intossicazioni e avvelenamenti hanno un picco di incidenza nella popolazione pediatrica tra gli 1,5 e i 3 anni. I farmaci ne sono la causa nel 50% dei casi. La presenza di sintomi insorti acutamente dovrebbero sempre indurre a considerare, tra le diagnosi differenziali, un’intossicazione. Nei bambini al di sotto dei 5 anni l’ingestione di farmaci è tipicamente accidentale e attribuibile a un singolo farmaco. Nel caso di intossicazione da benzodiazepine, i sintomi insorgono entro 4 ore e si risolvono nella maggior parte dei casi in 24 ore. L’atassia è il sintomo più frequente, da sola o in associazione con bradicardia, ipotensione, depressione respiratoria, sopore fino al coma. La positività dello screening tossicologico su urine si aggira intorno al 50% dei casi. In caso di anamnesi positiva per ingestione di benzodiazepine, ma in assenza di sintomi, il bambino dovrebbe essere osservato per 4 ore; in presenza di sintomi, è necessario disporne il ricovero. Il trattamento è principalmente di supporto. La somministrazione di carbone attivo e flumazenil è riservata ad alcuni pazienti selezionati.
			Approfondendo l’anamnesi con i genitori è emerso che la nonna, presso cui il bambino aveva trascorso la mattina precedente l’insorgenza dei sintomi, faceva uso di lorazepam. A questo punto è stato effettuato un esame tossicologico delle urine che risulta debolmente positivo per benzodiazepine.
Intossicazioni e avvelenamenti hanno un picco di incidenza nella popolazione pediatrica tra gli 1,5 e i 3 anni. I farmaci ne sono la causa nel 50% dei casi. La presenza di sintomi insorti acutamente dovrebbero sempre indurre a considerare, tra le diagnosi differenziali, un’intossicazione. Nei bambini al di sotto dei 5 anni l’ingestione di farmaci è tipicamente accidentale e attribuibile a un singolo farmaco. Nel caso di intossicazione da benzodiazepine, i sintomi insorgono entro 4 ore e si risolvono nella maggior parte dei casi in 24 ore. L’atassia è il sintomo più frequente, da sola o in associazione con bradicardia, ipotensione, depressione respiratoria, sopore fino al coma. La positività dello screening tossicologico su urine si aggira intorno al 50% dei casi. In caso di anamnesi positiva per ingestione di benzodiazepine, ma in assenza di sintomi, il bambino dovrebbe essere osservato per 4 ore; in presenza di sintomi, è necessario disporne il ricovero. Il trattamento è principalmente di supporto. La somministrazione di carbone attivo e flumazenil è riservata ad alcuni pazienti selezionati.
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